Buon anno, tanto per cominciare. Che sia bello, spallinamente scrivendo, come l’ultima parte di questo rivoluzionario, sportivamente parlando, 2008. Personalmente, la fine e l’inizio li ho trascorsi a tavola urlando, a mezzanotte, un infinito forza Spal concordato con gli amici Spallinati. In questi giorni, poi, i forza Spal hanno continuato la loro emissione con il ritmo normale e quotidiano che noi tifosi abbiamo in tutti i periodi dell’anno. Quelle cento-centoventi volte al dì, insomma. Più dei battiti del cuore, meno delle volte in cui, a occhi aperti, sogniamo quel giorno in cui siamo tutti al Paolo Mazza a festeggiare una promozione – lo scrivo soltanto per la rima, s’intende – da masturbazione.
La (lunga) festa è finita, la dieta ancora no, ed è già ora di ricominciare il campionato. La Spal è attesa da una partita delicata soprattutto perché l’avversario di turno, il Monza, sarà ricaricato dal cambio di allenatore e, guarda caso, da un ex biancazzurro come Sonzogni. Prima, durante e dopo, però, c’è il calciomercato. Un divertimento per quelli che, come me, giocano a fantacalcio, una tortura per chi se ne deve occupare per lavoro. Per i colleghi, cioè, e per i direttori sportivi. Ho sentito più volte, in questo periodo, il Comandante Pozzi. E l’ho trovato sereno e in forma e bello e tranquillo e felice e contento come se chiudere una mezza dozzina di acquisti o quasi e altrettante, se non di più, cessioni, sia uno scherzetto senza dolcetto. Beato lui. Di sicuro ci divertiamo noi. Noi che per scaramanzia abbiamo continuato, continuiamo e continueremo a parlare di salvezza ma alla fine la pensiamo come il Direttorio dell’amico Spallinato Duliamoergassia. Vale a dire che ci crediamo e nel bel mezzo ci ritorna in mente una vecchia diceria che qualche bontempone concittadino continua a “zizzagnare” in giro per Ferrara. Quel poveraccio di Cesare Butelli non ha un euro, dicevano e dicono. Pensate un po’, allora, se fosse stato ricco. Veniamo da mercati di riparazione fatti di Piroli e Fonjock e siamo qui a commentare trattative come quelle che potrebbero portare a Cazzola. A proposito dell’ala: come ho fatto con Moro e lo confermo nonostante non abbia ancora segnato, questo – Cazzola s’intende – è un signor giocatore che alla Spal manca. Uno che salta l’uomo, che tira, che diverte. E non finisce qui alla voce arrivano i rinforzi. Anzi. Non posso dire di più e nemmeno fare nomi ma posso scrivere, questo sì, che oltre al pezzo che mancava dietro, e a sinistra, le sorprese non mancheranno. Su una di queste, in particolare, punto forte e punto tutto perché si tratta di un calciatore determinante, decisivo. Ci penserà, come sempre, il Comandante e questa splendida società che dopo aver fatto un lavoro incredibile in pochi mesi, evidentemente ci crede, vuole provarci e fa bene. Un campionato tanto equilibrato capita raramente. L’occasione, insomma, è di quelle grosse. La Spal c’è e ci sarà. La Spal, l’abbiamo già pensato, detto e scritto, è tornata e lotterà insieme a noi destinazione un altro torneo. Sognare non costa nulla, provarci invece sì. Tanto paga quel poveraccio di Butelli. Per cercare di ricambiare questi sforzi, questa volontà, questo progetto noi che non spendiamo un euro, se non per l’abbonamento, e ci limitiamo a dilapidare con gioia, ognuno per quel che può, la nostra infinita, gigante, impagabile passione, possiamo fare una promessa. Continueremo così, daremo una mano per portare più gente al Mazza, sosterremo questa dirigenza e questa squadra finché sfiga non ci separi, insomma ci saremo sempre e con il sorriso perché ancora oggi, guardando la classifica e ripensando a quest’estate, le prime parole che ogni spallino pronuncia il mattino sono le solite. Am par ad sugnar (copyright di un altro Spallinato dal nickname fantastico: Ciceruacchio). Si ricomincia, allora, con la stessa voglia, l’identico trasporto e in quanto a consapevolezza anche di più. Forza ragazzi e state tranquilli che continueremo a fare quel che possiamo per la nostra Spal. E possiamo molto. Quasi come Ave Cesare alla presidenza, come Benastyle all’oganizzazione, come il Comandante al mercato, come Staschenov a tutto il resto. Per ora buon anno, grazie di tutto e, naturalmente, Forza Spal urlato con un colore rosso paonazzo in faccia, con gli occhi fuori dalle orbite, in posizione, e con tutta la passione che abbiamo praticamente all’infinito. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal. Forza Spal.
Ps: Per gli amici della Nuova. Scusate se rubo così tanto spazio per i miei incitamenti. Vi prego però di sopportare. Vorrei, infatti, fosse stampato un Forza Spal per ogni dirigente, giocatore, collaboratore, insomma per tutto l’universo biancazzurro. E un Forza Spal anche per voi.
Ps2: Purtroppo non c’è soltanto la Spal. La vita, infatti, va avanti oppure finisce. Ho soltanto questo insignificante inno di gioia alla mia squadra del cuore da dedicare a Valentina Giovagnini, vent’otto anni appena interrotti da un albero e da una strada all’alba di sabato scorso. Nel 2002 Valentina arrivò seconda al Festival di Sanremo vincendo il premio della giuria di qualità. Era brava, bella, giovane. E cantava: “Le tue mani mai, il tuo corpo mai, la tua voce mai più… (dimenticherò)”.