“E sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al Re. Fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam”. Dopo la sconfitta con il Verona ho cominciato a canticchiare, magari follemente ma allegro, i cori che mi piacciono di più. Mi è nato dal fondo del cuore un giuramento d’amore, mi sono ricordato che con Mazza c’è stata la gloria, che andrò dove il mio cuor mi porterà senza paura e tante altre (belle) cose. Poi mi è venuto in mente Enzo Jannacci che ha alimentato la mia, soltanto apparentemente, folle allegria. Certo, in quanto a follia non c’è gara. Vinco io. Tre a zero. E con me quelli che si sono alzati comunque soddisfatti, ieri mattina. Niente a che vedere con quelle cassandre che, evidentemente senza aver visto Verona-Spal, hanno attaccato la solfa, hanno scritto e detto e pensato e sostenuto che la situazione si fa preoccupante (alla seconda giornata!), che Dolcetti è già in discussione (ari punto esclamativo), che non c’è personalità e tante altre fofanate (neologismo) del genere.
Mo dai, anden. Mo cos’è sta depressione solita, cronica, ferrarese? Dall’alto del mio infinito ottimismo che mi ricorda, un mattino sì e l’altro pure, tre comandamenti basilari: amare la Spal-battersi sempre per le proprie idee-non mollare mai, dall’alto di queste certezze, insomma, scrivo concedendo appena tre righe alla depressione. E’ brutto e pericoloso avere un punticino in classifica se ne meritavi quattro minimo minimo. E’ pazzesco tornare a casa a mani vuote dopo una partita così. Davanti è mancato qualcosa e il debutto di Moro serve come una legge sul conflitto di interessi in Italia. Sì, va bene tutto, e c’è e ci sarà sempre da lavorare come dicono o scrivono quelli bravi. Ma basta. Basta così. Basta guardare soltanto i problemi e non i piaceri, soprattutto se questi ultimi non sono pochi. Intanto esserci, a Verona. Quattrocento e passa spallini al Bentegodi. Cose che nemmeno si ricordavano più. Poi la Spal. Una squadra nuova, come la categoria (punto esclamativo atto terzo) che per ora non può contare totalmente nientedimeno che su cinque titolari o presunti tali (Moro appunto ma anche Savi, Bracaletti, Rivaldo e Cabeccia). Una squadra che non paga il peso della sacrosanta emozione e per un’ora la nasconde al Verona, non al Poggibonsi. Una squadra che prima dell’infortunio di Centi è padrona del campo e poi, questo sì, pare aver paura di vincere, arretra troppo e in quanto a sfiga, tradizionalmente, Verona compresa, arriva sempre prima. Togliamo pure dal conto persino la punizione per loro che non c’era e il rigore per noi che invece c’era, ma il dispiacere deve essere limitato al fatto di non aver rafforzato la classifica.
E’ la prima volta che vedo giocare la Spal. Mi dicono alcuni fratelli Spallinati che non è stata la partita migliore. Ancora meglio. A prescindere, a me questa squadra piace. Come gioca, come è disposta, come entra in partita, come corre, come si sacrifica, come ci prova. Mi piace questa mentalità che, proprio come il Bentegodi, non ricordavo più. E mi piacciono molti giocatori di questa Spal. Ecco perché sempre allegro tranquillamente sto in una settimana che, nonostante una sconfitta, alla voce cose da ricordare, vanta anche il rifacimento totale e imminente del sito ufficiale. Con le foto dei giocatori, la carriera, presto anche con una Wikispal, un’enciclopedia modello Wikipedia con tutte le partite della storia spallina. E poi la qualificazione in Coppa Italia con la possibilità di ritrovare la Giacomense, il tabellino dell’ultimo successo extra campionato, a San Marino, con un ragazzo delle giovanili titolare, Pittaluga, e un altro che è stato decisivo, Marongiu e, come se non bastasse, il ritorno di un pezzo di storia come Gigi Pasetti (bentornato, davvero!) a insegnare calcio alla meglio gioventù spallina.
Resto allegro, allora, almeno fino a sabato prossimo perché poi sarà la vigilia di una delle partite più difficili della stagione. Nel frattempo mi ricordo della nostra storia, quella più recente compresa, e sto bello tranquillo perché sarò folle ma non al punto di pensare di vincere il campionato, quindi per nulla depresso per il provvisorio e unico punto in classifica. Goditi la nuova Spal nata quest’estate, collega tifoso, pensa già a programmare le prossime trasferte, consiglia pure agli amici di abbonarsi. Va tutto bene, basta che tu che non sei un pirla qualsiasi come Mourinho e del tecnico portoghese hai la stessa voglia di vincere, fai un passo alla volta e non dimentichi. Non dimentichi che questa squadra è stata fatta e rifatta in un nanosecondo, che l’obiettivo è divertirsi e salvarsi, che uno dopo l’altro tante cose per te indispensabili, alla voce tradizione e dignità, stanno andando a posto, che la tua Spal è tornata, che tu sarai sempre al suo fianco perché di lei non ti stanchi.