L’ARIA DI CASA MIA SU FACEBOOK E ADESSO TUTTI AL PAOLO MAZZA

Già che, Dio bonino, è stata una settimana infinita perché l’attesa della partita non era un’attesa qualsiasi. Poi ecco Poltro che, così, per assoluto caso, passa davanti a casa mia a Ferrara all’alba di domenica e pensa bene, anzi benissimo, di fotografarla con tanto di tradizionale e domenicale bandiera spallina e curvaiola che sventola fiera. Scopro tutto su facebook. Arrivo al lavoro, accendo il pc e siccome sono totalmente rincoglionito, appena vedo la foto in questione penso che… guarda che bella casa, mitici questi con la bandiera della Spal. Poi d’improvviso rapito dalla passione infinita mi rendo conto e mi si stampa in faccia quel sorriso ebete che una volta (sic!) precedeva la fame chimica. E penso che se il buongiorno si vede dal mattino… D’altronde avrei dovuto capirlo anche dal solito sms familiare, mai così mattiniero. Perché alle sei (!) il papi, come dicono nelle soap opere italiane che si capisce essere italiane già dalla sigla, annuncia come al solito il segnale del dì di festa. Garrisce. Ecco, bene. Che bell’inizio per questa domenica.
Domenica che si conferma tutta da seguire anche per altri segnali. La radiocronaca e lo streaming, infatti, vanno che è una meraviglia e mi sembra di essere allo stadio di Novara. Sento di un’ottima Spal che rischia zero e ci prova pure. Sento che Cabeccia fa il mostro e rischiamo due volte di passare in vantaggio nel primo tempo. Sento anche i risultati delle altre per l’ennesima volta contrari ai colori biancazzurri. Poi, quando il Cesena pareggia e il Ravenna passa in vantaggio a Busto, sento che Dolcetti chiama Arma e la Spal si butta in avanti per provare a vincerla, la partita. Alla grande. Non so perché ma, giuro, me lo sento che ce la faremo. Al telefono, poi, l’amico Geo mi assicura che andrà così. Intanto sento il palo di Arma e devo chiedere scusa a tutti i colleghi di Raisport per parecchie espressioni decisamente da censura. Maledico quel legno maledetto, e non solo lui, e poi aspetto, aspetto, aspetto. A modo mio prego pure. Dai cal vien, dai cal fen, dai cal vien, dai cal fen. La mia personale macumba scoppia e si concretizza all’urlo di Sovrani. Vantaggio della Spal, Rachid Arma. E’ in questo momento che la mazzetta dei giornali del giorno finisce sei scrivanie più in là, la mezza bottiglia di acqua naturale mi rinfresca che neanche fossimo ad agosto, la sciarpa della Curva Ovest prende a pizze il computer e tutto quello che gravita, o meglio gravitava, attorno alla mia postazione lavorativa. Una collega e amica, Patrizia Rubino, raggiunge praticamente di corsa la mia scrivania preoccupata del mio stato perché le urla non si arrestano e le braccia non finiscono mai di mulinare in segno di esultanza. La tranquillizzo e autoritariamente dichiaro il silenzio assoluto in redazione. Mi devo concentrare sugli ultimi minuti ma stranamente non sono preoccupato e me ne fotto persino della scaramanzia. Ripeto solo ciclicamente che è fatta, è fatta, è fatta, resistere-resistere-resistere. Quando Sovrani annuncia la vera liberazione che visto che ognuno dice la sua lo faccio anch’io… e cioè va spostata al 26, la data della vittoria a Novara, quando la fine è nota, scrivevo, ricomincia la mia condizione tarantolata. Poi passo la serata a guardare un minuto sì e l’altro pure questa nuova, incredibile classifica che qualche rubrica fa, scusate se me la tiro, avevo annunciato immaginando un torneo apertissimo fino all’ultimo novantesimo minuto. La Spal, e che Spal, c’è. Domenica ci sarà anche il Cesena. E ci sono anche, e ancora, tutte le possibilità. Ecco perché domenica prossima ci sarò anch’io con l’immancabile felpa della tradizione estense che da quando me l’ha regalata Odb la Spal non perde un colpo. Per ora mi fermo qui. Non prima di aver ringraziato una volta di più questa società perché esiste e questo gruppo di giocatori, allenatori e aiutanti vari perché è unito, perché lotta insieme a noi (applausi ai soliti noti che tra qualche anno potranno dire c’ero anch’io a Novara) e perché ha due maroni così. Ah, dimenticavo: tutti allo stadio, domenica. E papà, mi raccomando, la bandiera stavolta lasciamola sventolare una settimana intera. Forza Spal.

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