Sulla carta, ma anche sulla neve, da un certo punto di vista mi è andata di culo. Lo ammetto. Però… Già, però… che fatica. No, dico, e scrivo, ma come, prenoto con quattro mesi di anticipo la settimana bianca con perfetta sincronia rispetto all’ultima sosta stagionale e almeno un pizzico di solidarietà del cielo inteso come divinità ma anche come condizioni climatiche pensavo di meritarmelo. Una sorta di, chessò, premio alla passione. Un pensiero celeste (e bianco, of course) in virtù della condizionabilità di qualsiasi cosa, ma proprio qualsiasi, al calendario spallino. E invece no. E vabbé, pazienza. Come al solito la rigiro, positivamente s’intende, a mio uso e consumo. Mi dico e convinco, cioè, che il fatto che a duemila metri di quota ci fossero quasi esclusivamente margherite e un bell’anticipo di primavera vuol dire che ci saranno parecchie soddisfazioni biancazzurre di qui alla fine del campionato. Ci credevo dopo quel triste girone di andata, ci credo dopo la brutta partita con il Pescina, ci crederò sempre visto che ho pagato questo prezzo in fatto di troppe mancate discese sugli sci e me lo merito merito io, un po’ più del Bondì Motta, questo epilogo di stagione calcistica ricca di esultanze. Deve essere così.
Passo indietro. Se uno parte alle due del mattino dopo una giornata di lavoro proprio per non perdere nemmeno un giorno sulle nevi troverà minimo minimo piste fantastiche, quel freddo adatto a mantenere dura la neve e inutili le sparate moderne dei cannoni, e poi belle e lunghe giornate di sole e così via. Dovrebbe, anzi doveva, andare così. E invece no un’altra volta. Non per lamentarmi, ci mancherebbe, però se anche in Alta Badia c’è un caldo che sembra di stare a Roma, se la neve si scioglie a vista d’occhio, se a ogni curva che fai lo sci a valle si impantana in una cunetta flaccida, se rischi le gambe già provate dalla sedentarietà assoluta e quotidiana ogni volta che scendi dalla seggiovia o dalla funivia, beh allora qualche cosa che non va c’è. Certo, va bene progettare tutto, vacanze comprese, sul calendario dell’Ars et Labor ma andare in settimana bianca proprio mentre scatta la primavera non è cosa buona e giusta se ti piace sciare. Dovevi saperlo. Giusto. Verissimo. Mea culpa. E aspetto positivo da ricercare e trovare immediatamente. Fatto. Già fatto? Sì. E tanto per cambiare riguarda proprio la Spal.
Passo avanti, stavolta. Ritorno, quindi, a pensare positivo e ad aggrapparmi alla solita, personalissima cabala. Settimana di vacanze (cibo sublimo e compagnia ottima esclusi) da dimenticare dal punto di vista di una delle rarissime attività motorie che mi sono rimaste – dài, fatela l’ovvia, banale battuta ma mi riferisco allo sci – e aggiungo che per fortuna mi sono rifatto con saune e massaggi shiatsu…scrivevo che al netto di tutto penso di meritare, come centinaia di altri tifosi ferraresi, le ultime domeniche di passione belle come quelle che sono andate in scena, e in campo, prima del Pescina e del Pescara. Sarà per forza così.
Oltre alla fatica di dare un servizio all’altezza della normalità, penso all’informazione del sito de Lo Spallino, questi infiniti giorni senza vere notizie spalline, prive di eventi biancazzurri e povere persino di “brevi” della Società Polisportiva Ars et Labor sono finalmente terminati! Da lunedì le news sono ritornate, ora è ritornata anche la squadra ad allenarsi e domenica ritornerà pure il campionato. Si ricomincia da Portogruaro, terra di sfiga e amarezze storiche per chi tifa la “nostra” squadra. Anche per questo mi aggrappo un’altra volta ai numeri. Non può piovere per sempre. E nulla di meglio come quel posto impronunciabile, ovviamente sportivamente parlando, può e deve rappresentare l’occasione adatta per fare un grosso balzo verso la salvezza. Salvezza alla quale potrà, altrettanto finalmente, dare il suo fondamentale apporto quella che secondo me è stata la vera, grande mancanza della stagione. Bomber Meloni. La sua capacità di far gol, la sua velocità, le sue caratteristiche credo siano mancate tanto ma proprio tanto alla squadra di quest’anno. A Portogruaro Melo ci sarà. Magari non ancora dall’inizio ma ci sarà. E il suo ritorno sarà davvero importante per Notaristefano che dal punto di vista offensivo di alternative e possibilità ne ha avute e ne ha ancora davvero poche. Ecco un motivo in più, l’ennesimo, per crederci ancora e fino alla fine. Gli altri, di motivi, sono vecchi come il cucco e non finiscono mai. Siamo spallini, meglio della Spal non ce n’è, Zambo è il più forte difensore del mondo, Notaristefano forse, e sottolineo forse, è secondo soltanto a Capello, Bortel diventerà più forte di Nesta, il Bazza e Cippo sono roba forte persino rispetto a Pulici e Graziani, Buffon può imparare qualcosa dal nostro numero uno, Bedin è nettamente superiore a Cambiasso e… c’è bisogno di continuare? Sì, ma soltanto per fare una promessa. Se vinciamo in quel di Porto l’anno prossimo vado a sciare, o a raccogliere le margherite a duemila metri di quota, ancora in primavera.