L’ULTIMO GIORNO DELL’ANNO DEGLI SPALLINATI NEL MONDO

Stavolta non scrivo di getto. Anzi. Ci ho pensato molto, prima di postare queste – come sempre o quasi – infinite righe. E’ che volevo trovare i toni, le idee, i contenuti per cercare di darvi una carica nuova in questo ultimo atto del 2008. Vorrei trasmettervi qui la grinta, la determinazione, la speranza e l’ottimismo che per una volta mi fanno prendere a calci nel culo la scaramanzia e che mi sono stati trasmessi da una telefonata di fine anno con il Comandante Pozzi. Non conosco, lo giuro, i nomi dei rinforzi che verranno ma conosco le strategie della società. Strategie che, insieme con l’ottimismo del Comandante, mi fanno stare bello sereno anche in quest’ultimo giorno di un anno particolare. Ne vedremo e vedrete delle belle, state tranquilli. E, se vi ricordate, vi avevo scritto di stare tranquilli persino quando i giornali e tutta Ferrara dicevano che Cesare Butelli non avrebbe comprato la Spal. Faccio questo paragone giusto per darvi l’idea della mia serenità che spero diventi subito anche vostra.
Ma non è il calciomercato di gennaio il punto e il mio interesse primario. Il punto è che da settimane, ormai, per strada, al lavoro, su facebook, insomma ovunque, tutti mi dicono o scrivono che finalmente questo 2008 andrà a farsi fottere. E’ qui che mi incazzo e non ci sto. A parte qualche problemino personale, io questo 2008 vorrei incorniciarlo. Vorrei fermare il tempo e al massimo andare avanti di frame in frame. Ho avuto la soddisfazione di vincere il Premio Ilaria Alpi, proprio oggi ho saputo di aver vinto il Premio Andrea Fortunato e a parte le soddisfazioni personali, affettive e comunitarie (cioè voi Spallinati), credo che questo anno vada impresso nella nostra memoria. Sapete benissimo che sono di parte in quanto fan assoluto della nuova società. Bene. Ma a parte questo, se mi volto indietro, e rivedo anche gli eventi peggiori del 2008, non ho nulla da cancellare o dimenticare, politica esclusa. Festeggio persino se ripenso a Portogruaro perché da lì è nato tutto. Non mi frega più un cazzo del dilettantismo che c’era una volta perché, appunto, c’era una volta. Ripenso alle sofferenze e alle centoquarantacinque (cifra per difetto!) telefonate al giorno durante il passaggio societario, ricordo la prima telefonata con Ave e tutte quelle decine che sono venute dopo, non dimentico le tante chiacchierate come fossero tra innamorati avute con la maggior parte di voi per confidarci, per sperare, per pregare (io laicamente), per augurarci la fine di un incubo e l’inizio di una nuova epoca che aspettavamo, noi di questa generazione, praticamente da sempre.
Non ci è mai interessata la categoria, o i nomi di spicco o tutti questi specchi per allodole e per chi non ha avuto il privilegio di avere questa nostra passione fatta di quattro originalissime lettere. No. Noi volevamo, chiedevamo, speravamo di ritrovare la dignità, di soffrire ma con il nostro infinito orgoglio. Volevamo la nostra Spal. Nostra e di nessun altro ma proprio nessuno. La Spal di Giginho, quella del Killer, quella ovunque di Hoss, quella gentile della Mamma, di Braian e di Perpetua, quella propositiva che mi piace tanto di Human, quella che la zoccola dura tutta ci ha regalato, quella dei ragazzi della Ovest, di Reclame, Martello, Onore 68 e Vecchiodoro, quella che ci fa commuovere nei post di Sirpongo o nella spontaneità di un picnic at Boss houses (mica lo so se si scrive così, con le lingue sono peggio di Frankmod in porta!) e che fa il giro d’Italia bussando ogni mattina alla porta dei nostri cari amici spallini vicini e lontani. Quella che raccontano il grande… Grandelucio, il bel Fedebiancazzurro, ora anche il paffuto (eh-eh) Orlaforpresident e talvolta anche Sbas, la Spal che va da Nord a Sud passando per gli altri continenti. Da Stefano a Spallino a Pavia fino a Mau, da Capra a Brasil64. La Spal delle persone che ci sono sempre state e sempre ci saranno e mai si sono fatte tentare dal calcio minore. La Spal di chi già nel nick è immenso: come Persemprebiancazzurro, Saganà, Maial, Maial ac Spal, Ciceruacchio. La Spal amica e in miniatura di Nipponappiparamatti. Quella dei giovani come Us91 e del nuovo concittadino mio Tommaso 92, e quella dei meno giovani che sono tanti e belli e vanno da Cuoregialloazzurro a Ginocolpo, da So2006 a I soliti due e poi tanti ma tanti altri e dimenticherò di sicuro qualcuno: Banez, Vitoria, Ac Bruniera, Smoking, Geo, Windink, il bravo Giampi. La Spal che leggi la mattina presto grazie (grazie davvero) a Police & Thieves. La Spal che è documentata alla grande dal mitico Surnacion. La Spal pacata di Morrissey e quella pronostica e conteggiata da Paolocalle. La Spal vista da lontano e da avversari splendidi come Dituz e gli altri “stranieri del forum”. La Spal saggia di Tulip. La Spal ritrovata dopo una vita di 10may, quella politicamente diversa ma più che rispettabile di Taxwasp, quella simpatica e affettuoso di Ditto, quella che vola più in alto di tutti dell’amico Airbus, quella antica di Ruby 69 e Whiteside. La Spal che tra le altre cose, insieme a Dade, Oni, Orso, Ricky, Costello, Nicozena, Paiaz, mio fratello Paul, Alle, Solospal, Gus e tanti altri mi e ci ha regalato la cosa più bella dopo la passione. E cioè il forum. Che è fatto proprio come noi. Magari ha la sua giornata no, magari barcolla ma non molla e, anzi, rinasce. Ed è questo che ho sentito alla cena e alla partita dopo qualche settimana di insofferenza, di incomprensioni, di idee diverse. Ho sentito l’amicizia. Ecco cosa ho sentito più forte di tutto e di tutti. E ho sentito anche i brividi, più volte nella stessa ora. Cosa che a me che non sono mai riuscito e mai riuscirò a scoparmi la Canalis non era mai successo.
L’amicizia, dicevo e scrivevo, e poi il rapporto vero, fisico e intellettuale, tra persone di varie età, professione, cultura che gira attorno alla Spal ma va oltre e va fortissimo. Poi ho pensato che quella sera all’Archibugio e quel pomeriggio al campo era ancora il 2008 e mi sono ribadito che questo 2008 va conservato eccome proprio come conserverò la vostra meravigliosa, commovente, incredibile accoglienza alla cena. Ecco, io vi auguro soltanto un 2008 di salute e serenità. Per il resto speriamo che vada come è andata fin qui. Che la nostra dignità continui a sventolare alta come la nostra bandiera. Che la nostra Spal ci faccia sempre stare così allegri e tranquilli, felici e contenti. Vorrei anche trasmettervi un po’ del mio ottimismo atavico ma ora più forte, più convinto. Vorrei trasmettervi la voglia di urlare forte la mia e la vostra passione, di auto caricarci come fa Zamboni con i suoi compagni al centro di via Copparo. Vorrei, anzi voglio, che l’urlo che sto facendo in questo istante oltrepassi questo schermo e questa città e arrivi fino a Ferrara e al vostro computer. Sto urlando di piacere senza nemmeno masturbarmi. Sto urlando: dai, forza, spacchiamo il culo a tutti, ci siamo solo noi, solo la Spal, fateci tutti una pippa, ciucciatece er cazzo che non ce n’è per nessuno. Siamo la Spal, siamo gli Spallinati e siamo tornati. Era il 2008, tra poco sarà il 2009. Ma noi ci saremo sempre e sempre più forti, convinti, cazzuti, positivi, entusiasti, ottimisti, sorridenti, innamorati, fedeli, carichi. Siamo a tremila, siamo come le molle, schizzati e digrignanti di denti e maroni. Dai Ferrara, dai Ferrara, dai Ferrara. Che il brindisi imminente sia per tutti noi e per la nostra Spal. Che la cabala continui e i segnali si confermino. Che si ricominci come sappiamo. Che quella lettera che viene dopo la “a” si possa ritornare a pronunciarla senza sognare. Io ci credo e vi voglio come al solito. Tutti insieme. Perché ce lo meritiamo. Perché ci siamo. Perché quel giorno voglio dare un senso reale a quel mio avatar che, e mi va benissimo così, sia chiaro, si chiama et fnoc. Vi voglio baciare tutti e speriamo che quella sera Braian, Human e le altre mitiche spallinate siano in prima fila. Voglio sdraiarmi sull’asfalto con il mio amico Topo Gigio, voglio saltare in piazza sulle spalle (larghe) di Hoss e Martello, voglio rimanere senza voce dopo tre ore di cori con la zoccola dura, voglio piangere di felicità stretto a Paul, voglio convincervi che quel giorno arriverà presto e dovete ripensarci, a tutte queste mie parole in libertà, dopo un pareggio o una sconfitta. Perché noi abbiamo già vinto (come dice Tulip: “noi siamo”) e vinceremo ancora. Tutti insieme mentre continueremo a fare quel che potremo per la nostra Spal. E, cazzo, a mezzanotte pensateci. Fatelo quell’urlo, anche solitario, stupite gli invitati della festa a cui partecipate, interrompete quel casino che la discoteca o il locale che vi ospita fa martellare nelle casse, e se siete influenzati è uguale, la voce c’è. Se siete all’estero, invece, scrivetelo sui muri (quelli brutti eh, nessun monumento) con la vostra bomboletta azzurra. L’importante è che se siete a casa e i bambini dormono vi chiudiate al cesso dopo aver avvertito i vostri compagni o mogli o mariti che non vi sentite male ma è la passione. La solita, strabenedetta passione. Si sentirà ovunque il nostro FORZA SPAL. Anche a mezzanotte. Questa prima mezzanotte importante in cui abbiamo ritrovato tutto e abbiamo voglia di sbraitare al mondo la nostra folle, gigante, goduriosa, convinta priorità. Società Polisportiva Ars et Labor. E siamo sempre noi. Solo noi. Auguri rumorosi, cari amici. Dai cazzo!

C’è anche una casuale colonna sonora che mi ha aiutato a scrivere questo ancora più lungo del solito post. Si tratta di “Musica moderna” di Ivano Fossati.

“Benvenuto amore mio in questa musica moderna, dove faccio la mia parte, a essere sincero e per quello che vale, sognando l’Italia del futuro, la mia vita è ancora un sogno e un ombra di stanchezza, sono padrone e servitore, tu sei quell’amore a prima vista che la malinconia non sfiora, sei l’acciaio e sei la tela, tu che mi hai letto negli occhi più veloce di uno sparo, che mi hai svegliato in mezzo al sogno, per mia fortuna vivi su questa terra…”.

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