Scrivo quest’articolo in mutande, steso in balcone col vento che mi rinfresca… le idee… sì, perché mai come ora necessito di leggerezza. Perché tanto c’è da ragionare. Personalmente non mi sono mai definito ultrà ma son cresciuto in quella parte di stadio dove si cresce, anche e soprattutto come uomini. Parlato e scritto tanto, e tanto ancora si farà, della famigerata tessera del tifoso, ognuno ha elaborato la propria presa di posizione, tanti sono ancora combattuti su ciò che doveva dividere ed inevitabilmente finirà col dividere, ulteriormente.
Ho appreso in settimana che C.O.F. (curva ovest ferrara) aveva deciso di prendersi una pausa di riflessione, in virtù di ciò avevo deciso di prendere il biglietto di tribuna, credevo nel mio piccolo che la mia scelta non fosse sola. In diciassette anni di splendide domeniche era la prima volta (praticamente), la prima volta che guardavo “casa mia” da altra prospettiva, effetto strano, stranissimo, come ridere nel pianto. Della partita, beh, all’ombra dei 37 gradi del velodromo vicentino, tutto nella norma, Spal che dilagava con i suoi cavalli di razza e Spal che quasi sciupa
tutto per un crollo fisico più che giustificabile alla prima di campionato. Della felicità e della spensieratezza vista e vissuta non mi sento di scrivere, ciò che si era ipotizzato prende forma, le leggi delle dinamiche sociali mi fan credere che si giungerà a un equilibrio dinamico, equilibrio
tra chi e cosa poi non so, ma sicuramente in continuo divenire, intanto il “grande miracolo” si è compiuto, in nome della sicurezza; se una volta c’erano le curve, oggi ci saranno tifosi in ogni settore dello stadio, potenziali focolai in ogni dove a seconda di un gol fatto o di un dialetto mal celato… Ci hanno tolto i fumogeni, gli striscioni, i colori e l’allegria, adesso han quasi levato di mezzo “noi”(voi?). Oggi hanno vinto loro. Irrimediabilmente forza Spal. Luigi confuso.