GIANI, NUMERO SETTE DOPO… UNA VITA DA MEDIANO

8 Marzo 1981
MONZA-SPAL 0-2 (Grop e Rampanti)

Pierluigi Giani era un esempio. Come uomo e come atleta. Nato a Colnago, nel milanese, dove inizia, come tanti suoi coetanei, all’oratorio in età adolescienziale passa nelle giovanili della Colganese. Esaurita l’intera trafila nelle giovanili, emigra a Cisano Bergamasco, una buona squadra di Promozione allenata da un bravo tecnico di nome Dordonidove continua a giocare, come sempre, da mediano. Dopo un paio di esaltanti stagioni, passa al Como in B e in riva al lago la permanenza è agrodolce. In questo frangente si accavallano due esperienze fra loro contrastanti. Il servizio militare che svolge come autiere portando a “passeggio” il Colonnello e l’incontro con Pippo Marchioro che, studiandolo tecnicamente e morfologicamente, lo convince e lo trasforma in ala.  Esaurita l’esperienza comasca, anche per motivi militari, arriva ad Alessandria dove si ferma un solo  anno, quindi  San Benedetto del Tronto e con la Sambenedettese disputa tre bellissimi campionati di cadetteria.
A Ferrara arriva nell’estate del 1980 e trova, come allenatore, quel gran galantuomo di Mario Caciagli che, sotto certi aspetti, almeno in serietà e dirittura morale, gli somiglia tantissimo. Disputa un gran torneo, salta due sole gare e segna tre gol. Nell’annata successiva, con Titta Rota in panchina, per Giani non cambia di molto il rendimento, stesso numero di gare e sempre tra i migliori. Oramai Ferrara è diventata importante nella vita di Giani, non solo calcisticamente. Qui consegue il diploma, si sposa e nasce la prima figlia. Il suo ultimo anno di permanenza, con la maglia biancazzurra coincide con la retrocessione in C ma, Pierluigi, non si risparmia, ogni domenica dà il massimo. Con il suo longilineo fisico, lungo la fascia destra corre in continuazione, un perpetuo pendolo, sempre pronto a tamponare e a proporre invitanti palloni al centro dell’area per gli attaccanti spallini. L’anno della retrocessione salta una sola gara e si segnala come vice cannoniere della squadra, segnando quattro gol. Per ritornare alla gara del marzo ’81, la prima rete di Grop è propiziata da un traversone del “nostro” Giani. Alla faccia di quello spettatore che ce l’aveva con Giani e a ogni sacrosanta partita gli urlava: “Giani, togliti il pigiama”. Era un invito molto personale a svegliarsi. Un invito che chi frequentava allora il Paolo Mazza non può non ricordare. Così come Giani, un’ala che alla Spal ha dato tanto.


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