BRACALETTI: NON DIMENTICHERO’ FERRARA E LA SPAL

Classe 1983, brevilineo e scattante, un tipo tutto pepe! Qualche estate fa, la Spal cerca un giocatore veloce, vivace in campo e arrivi tu. Ci racconti il tuo arrivo a Ferrara?
“Venivo dal Sassuolo bello carico per il campionato appena vinto. Ero di proprietà del Cesena, la Spal mi ha cercato e così sono arrivato a Ferrara…”.

Pozzi ha insistito molto per averti a Ferrara…
“Sì, è vero. Conoscevo Pozzi dai tempi del Sassuolo, forse anche prima adesso che ci penso. E’ venuto diverse volte a vedermi giocare, mi ha studiato un po’ e poi è arrivata la proposta dalla Spal”.

Dolcetti ti aveva cucito addosso il ruolo di “inventore” del gioco per sfruttare al massimo tutte le tue qualità tecniche…
“Con Dolcetti ho sempre avuto un ottimo rapporto. Mi ripeteva spesso che ero fortunato ad essere così facilmente adattabile nei vari ruoli in campo. Ho sempre apprezzato i suoi consigli, cercavo di assecondare le sue scelte. Ma come tutti del resto…”.

A Ferrara hai giocato due stagioni decisamente diverse tra loro. Una molta bella, l’altra meno. Mezzo campionato nell’ombra e qualche discussione nello spogliatoio.
“Il primo anno, come dici tu, è andato tutto bene: rapporti sereni e bel gioco in campo. La seconda stagione invece è stata decisamente in salita. I risultati faticavano ad arrivare e, come accade in queste situazioni, la qualità del gioco e il clima in generale ne hanno risentito. Sono convinto che gran parte dei problemi esistenti in quel momento non avessero vere fondamenta ma che anzi siano stati ingigantiti. Così quando è arrivata la possibilità di cambiare squadra, d’accordo con la dirigenza della Spal, sono andato al Cassino…”.

Sei stato vittima di un infortunio piuttosto serio. Durante una caduta di gioco sei rotolato fuori dal campo lacerandoti la falange del pollice… Come va adesso la tua mano?
“Uno spavento che non ti dico! L’operazione in sé non stata complicata, ma il “dopo” invece è stato piuttosto faticoso perché il dito mi ha fatto male per molto, molto tempo. Ho ripreso a giocare con il tutore dopo sole due settimane ma non era facile, sentivo dolore e avevo sempre paura di cadere e di riaprire la ferita.  Questa cosa mi ha un po’ penalizzato, sono stato fermo e quando giocavo ero comunque frenato nei movimenti. Adesso il problema si è risolto del tutto, ho solo un dito più corto degli altri!”.

A Ferrara non ti legava solo il calcio, però…
“Se ti riferisci alla mia fidanzata di Ferrara non stiamo più insieme. Finita l’esperienza con la Spal sono andato a Cassino, non proprio a due passi diciamo. E con tanti chilometri in mezzo il nostro rapporto si è incrinato… E’ successo a tanti, fa parte del mio lavoro, non è facile mantenere dei legami spostandosi di continuo”.

Però i tuoi ex compagni di squadra li senti ancora….
“Sì, certo. Pensa che alcuni di loro adesso li rivedo sui campi da calcio come avversari. Finita la partita e prima di rientrare negli spogliatoi ci fermiamo a parlare e ci scambiamo qualche battuta. Al tempo ero legato a Zambo, Centi e Bortel e quando capita ci sentiamo al telefono”.

Cosa ti ricordi del tuo periodo a Ferrara?
“Ferrara mi è piaciuta da subito come città: bella e ospitale. Dopo l’allenamento con due o tre della squadra andavamo in centro per l’aperitivo e poi se ne avevamo voglia cenavamo anche insieme.  Poi sai, come per tutti, quando le cose vanno bene allora è più facile svagarsi e divertirsi in compagnia degli altri, invece quando le cose non girano per il verso giusto ognuno si chiude nel proprio guscio”.

E il pubblico ferrarese?
“Ferrara ha un grande pubblico… da serie A! E’ caloroso, presente, forse un po’ esigente perché chiede sempre tanto anche quando le cose vanno benissimo. Avere addosso tanta pressione non fa bene ai giocatori. E’ un pubblico informatissimo, come si dice sempre sul pezzo, se ti incontrano per strada ti fermano, ti chiedono, vogliono sapere della squadra e tutto questo interesse può solo far piacere”.

Adesso giochi con il Feralpisalò. Come ti trovi?
“Mi trovo benissimo. Tanto per cominciare la società è sana, solida e questo, in un periodo calcistico così precario, non è poco. Poi mi sono integrato bene, subito e senza problemi sia con la squadra sia con la società. E infine ho il lago a due passi, un paesaggio molto bello e rilassante”.

Come sta andando quest’anno il campionato?
“Per scaramanzia non vorrei dirlo ma… bene. Siamo quarti, vicinissimi alle prime. E’ un bel campionato, stimolante, speriamo in bene…”.

Sei contento del tuo percorso calcistico fatto finora?
“Per essere contentissimo dovrei giocare in serie A, però non mi lamento. Ho giocato anche in serie B e quindi posso ritenermi soddisfatto. Non ho grossi rimpianti perché le scelte andavano fatte in quel modo e in quel preciso momento, quindi diciamo che non mi pento di nulla. Certo, c’è sempre la voglia di migliorare e di fare meglio”.

Carino il tuo fanclub su Facebook…. C’è lo zampino di tuo cugino?
“Sì, è vero, lui è bravissimo in queste cose. E’ nato tutto per caso quando giocavo a Cesena. Lui mi ha sempre seguito molto e un giorno fuori dallo stadio mi ha detto che avrebbe fatto un fanclub su Facebook tutto mio. Pensavo a uno scherzo e invece…  Lui è molto bravo a coinvolgere le persone, molto più di me. Purtroppo non ho il tempo di seguire il fansclub come vorrei e nemmeno riesco a partecipare alle discussioni…”

Vuoi lasciare un messaggio a chi ci legge?
“Mando un grosso saluto a tutti e voglio dire ai tifosi della Spal che sono davvero forti, di continuare così perché sono poche le piazze che hanno il privilegio di avere un’intera città così presente e attaccata ai colori e alla storia della propria squadra”.

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