IL CUORE E LA SINCERITA’ DI PAOLINO ROSSI: ABBIAMO DELUSO MA NON SIAMO IN VACANZA. IO SPERO DI RESTARE PERCHE’ PRIMA O POI TOCCHERA’ ANCHE ALLA SPAL!

Un piccolo passo indietro: una Pasqua amara in quel di Verona, almeno per come si erano messe le cose.
“Non siamo stati fortunati come del resto ci capita spesso in questo girone di ritorno. Senza nulla togliere al Verona, che personalmente ritengo sia una delle prime tre squadre di questo torneo e meritevole senza dubbio di salire di categoria vista la rosa che ha a disposizione, non so come sarebbe andata a finire se fossimo stati capaci almeno di mantenere il gol del vantaggio di Volpe fino al riposo. Purtroppo non ce l’abbiamo fatta, ci hanno castigato su episodi poi, alla lunga, complici anche le pesanti defezioni che ormai sono diventate purtroppo una consuetudine negli ultimi mesi, loro sono usciti alla grande e penso che la vittoria del Verona, alla fine, non la possa mettere in discussione nessuno”.

Un girone di ritorno stregato per la Spal. Tra i tanti problemi, avete dovuto fare i conti per larga parte con assenze pesantissime che hanno toccato a turno gli uomini migliori.
“Ha ragione chi dice che non dobbiamo cercare scuse e trovare alibi ma penso sia davvero molto difficile fare i conti ogni domenica con un infortunio diverso. Da gennaio siamo letteralmente perseguitati da una serie di problemi che alla fine hanno influito e non poco sul rendimento di questa squadra: senza nulla togliere a chi è sceso in campo che ha sempre dato il massimo per questa maglia e si è impegnato dando tutto, rimanere senza Cippo, Fofana, Migliorini e Smit per tante settimane, per qualsiasi altra squadra sarebbe stato complicato. Però, ripeto, abbiamo anche tante responsabilità, colpe che vanno equamente distribuite tra noi giocatori e la gente ha ragione a essere particolarmente arrabbiata. Anche se la matematica non ci vede ancora fuori dalla lotta per i playoff, ma se è per questo non ci ha ancora regalato la certezza della permanenza in categoria, credo che l’aggettivo più consono per definire il nostro campionato sia “fallimentare”. Tirarsi indietro davanti alle evidenze è la peggior cosa, negare un ritorno imbarazzante non fa che aumentare il disappunto della gente. Abbiamo sbagliato, lasciato per strada punti incredibili, quel rigore a Gubbio nel finale e la partita in notturna contro il Sudtirol in casa sono gli esempi più clamorosi. Con tre punti in più, con alle viste qualche recupero importante, non dico che potessimo avere la certezza di fare i playoff ma almeno di non trovarci in questa situazione anonima di classifica”.

Domenica arriva il Ravenna. Non è che inizia a tirare la famosa aria da ultimo giorno di scuola?
“Siamo alla fine del campionato, è vero, ma questo non deve far pensare che la nostra testa sia già in vacanza. Come ho detto prima c’è una salvezza ancora da conquistare e anche il Ravenna non mi pare possa permettersi un risultato negativo quindi non capisco nemmeno come si possa credere che la partita di domenica possa valere solo per le statistiche. Non è così, noi ci siamo, con il mister abbiamo preparato la partita come ogni settimana e con grande impegno, siamo professionisti e fino all’ultima giornata cercheremo di fare il meglio perché qualcosa da farci perdonare ai nostri tifosi ce l’abbiamo”.

Sei da quattro anni a Ferrara e ormai ne hai viste di tutti i colori: che idea ti sei fatto del popolo biancazzurro?
“Partiamo dal fatto che io ho un carattere molto particolare: sono molto riservato, troppo forse, la mia vita, lo sanno tutti, è il campo e poi a casa, uscite poche e, anche se sono qui da quattro stagioni, il massimo che mi permetto è quello di “tuffarmi” ogni tanto sulle mura a rilassarmi e fare una passeggiata con il cagnolino, il centro lo vedo veramente poco. Questo non toglie che io a Ferrara mi sia ambientato benissimo, non conosco neanche tanta gente a dirla tutta ma questa città è diventata parte di me e io ormai mi sento un ferrarese acquisito. Ecco perché vorrei dire, parlando da… ferrarese che forse qui abbiamo il brutto difetto di “tirarcela” un pochino troppo, ci facciamo prendere troppo dal pessimismo appena capita un momento critico, ci buttiamo giù, invece credo dovremmo reagire con forza, con più grinta, in venti e passa anni ormai, a mezza Italia è capitata l’occasione di andare in B, possibile che a noi non tocchi mai? Voglio molto bene a questa città, mi ha dato tanto, mi ha aspettato e riempito d’affetto e di elogi anche più di quanto io non meriti, tuttora mi sta dando tanto e spero che le pagine più belle del nostro rapporto debbano ancora essere scritte. Però, davvero, dobbiamo voltare pagina, proviamo a resettare quello che è stato, non dimentichiamo gli errori commessi (io la delusione di Portogruaro ce l’ho ancora ben impressa nella memoria come tutti voi!) ma dobbiamo essere più positivi e sicuri di noi stessi. Siamo la Spal!”.

Inevitabile parlare di futuro: Paolo Rossi sarà ancora, come tre anni fa, ai nastri di partenza di una Spal che si annuncia profondamente rinnovata e, forse, all’inizio di un nuovo ciclo?
“Non ne parlo volentieri perché c’è una stagione da portare a termine. Non è un segreto che io sia in scadenza e non è neanche un segreto che io a Ferrara rimarrei non volentieri ma di più. Anzi se c’è da firmare qualcosa sono già pronto (ride). Seriamente, non voglio ripetermi ma qui ho trovato la mia dimensione. Lo sanno tutti che non sono un giocatore dotato di qualità eccelse, però penso di essere un onesto gregario che in questa categoria può starci tranquillamente e ho avuto la fortuna di incontrare un pubblico intelligente che ha sempre riconosciuto l’impegno e il sacrificio non solo mio ma di tutti, prima ancora di considerare solo il risultato. E’ una piazza esigente, che conosce il calcio, che si sente legata alla sua squadra, la Spal è una vera e propria istituzione. Per il nostro lavoro, avere a che fare con questo tipo di persone e di tifosi è fondamentale, lo percepisco che vicino a tanta delusione c’è anche tanta voglia di rinascere, quella rabbia mista a scoramento e frustrazione è del tutto giustificabile. Ma sappiano che non sono i soli a soffrire. Io qui sono rinato, dopo due anni di infortuni e con un calvario che sembrava voler finire mai, sto giocando, ho finalmente trovato una certa continuità di rendimento, se tutto va bene delle quattro stagioni questa sarà quella in cui alla fine avrò addirittura giocato di più. Anche la Spal rinascerà e penso che quel giorno sarà bellissimo essere lì tutti insieme a ricordare anche i momenti meno esaltanti della nostra recente storia sportiva. So che ci sembreranno lontanissimi e quel giorno si aprirà una nuova epoca spallina che ci ripagherà di tutto. Ed è scontato che anche a me piacerebbe essere lì, con tutti voi, a festeggiare l’arrivo del nostro momento”.

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