Tu-tu-tu. I telefoni sono sempre occupati oppure squillano a vuoto. Si sa che la dirigenza spallina, in queste ore e non solo, fa la spola tra Brescia e Roma per completare l’operazione fotovoltaico ma non si sa se il pagamento che spettava a Turra è arrivato in tempo per evitare le penalizzazioni nel prossimo campionato e quindi, come da nuovo regolamento, anche per non perdere i contributi federali per l’utilizzo dei giovani. E poi c’è un’altra cosa sotto gli occhi di tutti. Non è un bel momento per la Spal. E’ di ieri la fine del campionato della Grande Illusione, è di oggi l’incertezza sull’imminente futuro dell’Ars et Labor. In questo clima decisamente poco allegro è pure difficile raccontare lo stato delle cose visto che certezze, appunto, ce ne sono poche. Una cosa ci par di capire. Cesare Butelli e i suoi collaboratori sono, e non da oggi, alle prese con questa lunga, delicata e fondamentale operazione. Operazione complicata dai ritardi, clamorosi e ingiustificabili, che ha avuto il Governo nel mettere la parola fine al tutto tagliando pure sugli introiti. Ma questa è un’altra e ormai vecchia storia.
In sostanza ci sembra di capire che quello che è in discussione non è l’esistenza della Spal ma la sua solidità economica. Solidità garantita dall’ingresso di Turra, solidità per la quale la burocrazia e le scadenze di oggi vengono messe in secondo piano proprio a fronte di un futuro più garantito e forte. Lo speriamo vivamente perché dopo un campionato così e in attesa di un torneo che, salvo cose che non conosciamo e dubitiamo pure visto che non trapela alcuna notizia, potrebbe cominciare con il segno meno in classifica, il danno di immagine è assoluto. La preoccupazione di queste ore è inevitabile. La voglia di sapere altrettanto. Ma la fiducia, sarà anche pura follia spallina, è la solita nota. Almeno quella di chi scrive. Da qui il titolo, cinematografico e speranzoso, di questa rubrica.