IL RICORDO DI CAMPIONE, QUALCHE MORMORIO, GLI APPLAUSI… CRONACA DI UNA GIORNATA CON GLI ESTENSI

Avvisaglie d’autunno a Ferrara. Il vento spazza via le prime foglie cadute lungo i viali adiacenti il Paolo Mazza. I tifosi sperano che i propri beniamini facciano altrettanto con lo zero presente alla casella vittorie. Anche la seconda gara interna è bagnata dalla pioggia, con i tifosi che si avvicinano al campo coperti da giacche a vento. A dieci minuti dal fischio di inizio arriva alla spicciolata il gruppo “Estensi” che sfoggia magliette col font azzurro su sfondo blu che recitano “Estensi-Curva Ovest. A difesa della nostra storia”. A cinque minuti dal via iniziano i primi cori pro biancazzurri.
La Curva sembra contare qualche presenza in più rispetto all’esordio. Una decina di bandierone e zona centrale della Curva già in piedi. Sarà così per tutta la gara. Il vanto di essere ferraresi, il rifiuto alla tessera nei testi dei primi cori che si levano dai sostenitori. Alla lettura della formazione di casa, freddezza all’annuncio di Zamboni e qualche  fischio per Migliorini. Prima di quello legittimo, iniziale dell’arbitro cioè, capitan Zamboni depone un fascio di fiori sotto la Curva Ovest per omaggiare il ricordo di Giuseppe Campione scomparso 17 anni fa. La Curva spallina, oggi, porta il suo nome. Gli Estensi intonano cori proprio è per lui. La partenza arrembante nel primo quarto d’ora dei ragazzi di Vecchi va di pari passo con l’entusiasmo dei supporter che concedono applausi di incoraggiamento anche quando Mendy o Ghiringhelli non sono precisi negli appoggi. I sostenitori spallini sostengono costantemente la squadra per tutto il primo tempo, applausi convinti per Rossi e ci si aspetta il gol da un momento all’altro visti i continui cross che piovono in area. Intorno alla mezzora cori contro lo Spezia e il Cesena.
Folate di vento sugli spalti e un tifoso insinua che il cambio d’aria dia fastidio a Migliorini. Quando Laurenti si accende riscuote consensi tra i tifosi più navigati. Quando Arma colpisce la traversa sotto la Curva, ai tifosi si strozza in gola: “Gol!”. Al fischio dell’intervallo è un piovere di commenti. Qualcuno invoca Cipriani vista la mole di cross prodotta, qualche altro paragona a due trattori la coppia d’attacco Arma-Mendy. Poi c’è silenzio e tutti si fermano ad ascoltare i risultati letti dallo speaker dello stadio. In avvio di ripresa più giacche a vento e felpe, ma meno cori e sventolio di bandiere. Il Viareggio del secondo tempo ha preso le misure in campo alla Spal e iniziano ad esser preoccupati gli spallini. Dopo un quarto d’ora sul ritmo dei Pet Shop Boys chiedono alla Spal di vincere. Il Viareggio commette falli in quantità industriale provocando nervosismo tra i ferraresi. Dopo oltre un’ora di supremazia, la squadra di Vecchi rischia la beffa quando Maltese aggira Teodorani e serve Cesarini anticipato sulla linea da Zamboni e brividi di paura per la “Campione”.
Arma è croce e delizia degli spallini, quando si intestardisce e conclude in solitaria si becca innumerevoli e incomprensibili “torna da dove sei venuto”, poi però quando il pari va via via concretizzandosi, con la Ovest  muta e depressa per l’intera ripresa, la sua zuccata fa esplodere la torcida estense. Il gol rinvigorisce gli undici in campo e i sostenitori che tornano a incitare e applaudire i recuperi di Agnelli e i rinvii a liberare l’area di Pambianchi e Ghiringhelli. Al triplice fischio ci sono applausi per Zamboni e compagni che vanno a riceverli sotto la Ovest, con Zamboni e Migliorini che donano la maglia ai tifosi.
Nuovi mugugni di disappunto quando lo speaker annuncia Arma come golden boy di giornata, mentre sugli spalti sono Agnelli e Paolo Rossi ad ottenere i voti più alti. Tornando a casa altri mormorii sulla prestazione di Migliorini, sul goffo intervento di Teodorani e la mancanza di cinismo delle punte che non sfruttano la quantità di gioco prodotta dalla squadra. Comunque piace la formazione di Vecchi. Nel frattempo alla voce vittorie l’uno spazza lo zero.

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