Damiano Duina, preparatore atletico della Spal con delega al recupero degli infortunati, si presenta ai tifosi spallini. Bresciano, tanta esperienza con i giovani e l’onore di lavorare con Salvatori che spiava a Brescia.
Damiano Duina, come ha inizio la sua esperienza nel mondo del calcio?
“Da giocatore ho militato in squadre dilettantistiche facendo tutta la trafila delle giovanili della squadra del mio paese e poi ho raggiunto l’Eccellenza col Feralpi. Questo prima di lavorare nel mondo del calcio con altre mansioni”.
Come arriva al ruolo del preparatore atletico?
“Mentre giocavo, studiavo Scienze Motorie all’Università di Verona. Durante gli studi riuscivo ad allenare i ragazzi del paese in cui mi trovavo e col passare degli anni e dei risultati ottenuti mi è giunta la proposta di lavorare con una società importante come il Chievo con il ruolo di preparatore atletico nel settore giovanile. Per ben sette anni ho lavorato per la Primavera e gli Allievi del Chievo, mentre in serata mi sdoppiavo lavorando per società militanti nel campionato di Eccellenza per accumulare maggior esperienza. Poi arriva la chiamata più bella: il Brescia, la società della mia città e per la quale faccio il tifo sin da piccolo, mi propone di far parte del proprio staff. Cinque anni da preparatore atletico nel settore giovanile e la possibilità di conseguire il patentino di allenatore guidando la formazione dei Giovanissimi Regionali del Brescia. Tre anni fa la soddisfazione più bella quando sono stato aggregato alla Prima Squadra sotto la guida di Cosmi per il ritiro precampionato”.
Lei arriva quest’anno a Ferrara. Come si trova alla Spal?
“Alla Spal mi trovo benissimo. E’ una società dove si può lavorare con tranquillità. E’ un’opportunità diversa rispetto alle precedenti in quanto è la prima esperienza lontano da casa. Il progetto c’è, la voglia di far bene pure”.
Collabora con un preparatore atletico esperto come Salvatori. Cosa significa lavorare con lui?
“Lavorare con Nazzareno è un’esperienza importante, perché ha una conoscenza ampia ed è molto stimolante poter lavorare con lui. È preparatissimo e conosce un’ampia casistica di infortuni. Inoltre per me è un onore lavorare con lui, che praticamente studiavo quando era a Brescia, infatti ne seguivo le direttive durante gli allenamenti”.
Fin qui ha lavorato molto con i settori giovanili. La Spal ha una rosa molto giovane. Con gli scongiuri del caso, quali sono i problemi principali per i giovani che subiscono infortuni?
“Il problema maggiore è dal punto di vista mentale. È lo scoramento il primo ostacolo da superare per un ragazzo che subisce un infortunio. Trasportati dall’entusiasmo tipico della gioventù e con la voglia matta di dare un contributo valido alla causa, star fermi ai box pesa molto sul morale. Prima di lavorare sul fisico per recuperare materialmente dall’infortunio, bisogna far sentire la fiducia a chi è fuori e motivare per spingere a dare il doppio, anzi il triplo rispetto a chi sta bene”.
Passando all’attualità: Melara in questi giorni è ricorso al ghiaccio sul ginocchio. Ci sono ulteriori problemi?
“La condizione di Melara non desta preoccupazione. Non ha svolto nemmeno un lavoro particolare classificabile sotto la voce recupero infortunio si è trattato di un lavoro personalizzato”.