ALDO DOLCETTI E IL LUMEZZANE BESTIA NERA DEL NUOVO CORSO SPALLINO

SPAL-LUMEZZANE 0-1 (1 marzo 2009). Marcatore: Pesenti
Personaggio: Aldo Dolcetti

Dopo i primi calci  all’oratorio di Trino Vercellese, appena tredicenne, Aldo Dolcetti entrò a far parte delle giovanili della Juventus. Con i bianconeri torinesi rimase sei anni arrivando, pur senza giocare, in prima squadra. Era la Juventus dei Platini, Boniek, Tardelli, Bonini, Vignola, tanto per citarne alcuni, e in panchina c’era Giovanni Trapattoni. Con la Juventus non c’era proprio possibilità di poter  giocare ed iniziò così un giro, in lungo e in largo, per l’intera penisola e dopo Torino giocò a Novara, Pisa, Messina, Lucchese, Cesena, Savona, Cuneo per concludere, oramai quasi trentasettenne, fra i dilettanti del bresciano, a Sellero Novelle prima, a Darfo Boario dopo.
Chiuso con il calcio giocato, iniziò la carriera da allenatore e come primo incarico, scelse i gigliati fiorentini nelle vesti di secondo di Alberto Cavasin che l’anno successivo seguì anche a Brescia.  Da qui Dolcetti si trasferì in Ungheria per allenare la gloriosa Honved per poi ritornare, alla fine del campionato, in Italia a Messina. Dopo l’esperienza peloritana, seguirono Lecco, ancora Ungheria, con il Siofoh ed il M.T.K. di Budapest per rientrare in patria perché chiamato dalla Spal. A Ferrara arrivò con un biglietto da visita di tutto rispetto, non solo per le precedenti panchine ma, soprattutto, per la sua preparazione a trecentosessanta gradi. Era infatti stato Project Leader della Digital Soccer dove aveva studiato, analiticamente, il calcio a livello tecnico, tattico, psicologico e fisico, avendo avuto come allenatori, quando giocava, Bruno Bolchi, Corrado Orrico, Gianni De Biasi. Sulla carta c’erano tutti i presupposti per fare bene anche se era il primo anno di una squadra ripescata e con una nuova società. Salvo qualche scivolone, come la sconfitta interna con il Lumezzane, il torneo si chiuse al sesto posto, pur non avendo un organico da primato. Era la Spal dei Savi, Zamboni, Rivaldo, Arma e per un sol punticino non fu centrato il miracolo playoff.

Attualmente LoSpallino.com raggiunge un pubblico che non è mai stato così vasto e di questo andiamo orgogliosi. Ma sfortunatamente la crescita del pubblico non va di pari passo con la raccolta pubblicitaria online. Questo ha inevitabilmente ripercussioni sulle piccole testate indipendenti come la nostra e non passa giorno senza la notizia della chiusura di realtà che operano nello stesso settore. Noi però siamo determinati a rimanere online e continuare a fornire un servizio apprezzato da tifosi e addetti ai lavori.

Convinti di potercela fare sempre e comunque con le nostre forze, non abbiamo mai chiesto un supporto alla nostra comunità di lettori, nè preso in considerazione di affidarci al modello delle sottoscrizioni o del paywall. Se per te l'informazione de LoSpallino.com ha un valore, ti chiediamo di prendere in considerazione un contributo (totalmente libero) per mantenere vitale la nostra testata e permetterle di crescere ulteriormente in termini di quantità e qualità della sua offerta editoriale.

0