ORLANDINI, L’UOMO-ORGANIZZAZIONE DELL’INTERO SETTORE GIOVANILE SPALLINO

Alessandro Orlandini, quarantunenne di Galliera in provincia di Bologna, è la macchina organizzativa sempre in moto del Settore giovanile della Spal. Mentre concede questa intervista fornisce il materiale per il set fotografico allestito per l’album delle squadre giovanili.

Come è arrivato a essere il punto di riferimento dell’organizzazione del Settore giovanile spallino?
Ho smesso di giocare a diciotto anni e ho cominciato subito a fare il dirigente. Da lì ho vissuto tutte le categorie dilettantistiche dalla terza categoria alla serie D con il Basca Galliera, la squadra del mio paese d’origine. È stata una crescita continua fino all’approdo alla Spal. Quello appena iniziato è il quinto anno a Ferrara. Ho iniziato la mia avventura in biancazzurro nell’ultimo anno della gestione Tomasi”.

Quale ruolo ricopre all’interno della Spal?
Il mio ruolo è quello di responsabile organizzativo del Settore giovanile. Mi occupo di varie attività: dal tesseramento alla pianificazione delle trasferte, dalla gestione del magazzino ai rapporti con le società professionistiche e dilettantistiche. Una settimana tipo per me consiste nel preparare dal lunedì le trasferte di tutte le squadre, che sono nove, dalla Berretti ai Pulcini con 170-180 tesserati, con il trasporto dei pullman e il provvedere all’alloggio quando occorre. La mole di lavoro è concentrata durante la settimana, poi nel week end occorre controllare il buon esito dell’organizzazione”.

Quali differenze ci sono fra le relazioni tenute con le società professionistiche e quelle dilettantistiche?
Con le società professionistiche ci sono rapporti legati a questioni logistiche. Spostamenti di gare, ma anche se per esempio abbiamo bisogno di un ristorante chiediamo alla società un consiglio. Per quel che concerne le società dilettantistiche i rapporti vanno nella direzione del reclutamento di giocatori da inserire nelle nostre formazioni. La maggior parte dei ragazzi provengono dal ferrarese o dal vicino Veneto”.

Le Spal oltre a formare giocatori con il proprio vivaio in che misura attinge all’esterno per reclutare nuovi ragazzi?
Noi abbiamo otto, dieci osservatori sparsi sul territorio ferrarese che ogni sabato e domenica monitorano diverse gare e compilano delle schede segnalando i più meritevoli. In un secondo momento io chiamo questi ragazzi per organizzare dei provini di comune accordo con gli allenatori della categoria interessata. Visioniamo un bacino che va da Ferrara a Rovigo con Adria, Porto Tolle, poi abbiamo qualche elemento pescato nel Padovano e a Bologna. Andiamo a pescare in Veneto perché è comodo per la distanza non eccessiva. Abbiamo anche un osservatore in Sardegna e altri contatti per il meridione. Quando arriva un certo numero di segnalazioni, a marzo e aprile le consideriamo e facciamo arrivare i ragazzi segnalati a Ferrara per tenerli con noi una settimana durante la quale si allenano con le nostre squadre e vengono aggregati in occasione di tornei. A Ferrara abbiamo sette, otto società affiliate: abbiamo la prelazione su ragazzi di rilievo fino all’età di 14 anni e la società può utilizzare il marchio Spal come pubblicità e gli allenatori possono visionare gli allenamenti che facciamo al Centro e migliorare la propria formazione. Quest’anno abbiamo inserito una trentina di ragazzi. Poi ho curato il trasferimento in uscita di altri ragazzi verso società dilettantistiche e quest’anno sono stati una quindicina ad accasarsi fra società di serie D e Promozione. I giocatori che non vengono confermati ritornano nelle società di provenienza. A un Allievo o un Berretti che hanno già firmato come giovane di serie provvediamo noi a trovargli una sistemazione. Con l’obbligatorietà di far giocare gli under è facile trovare società disposte ad inserire i ragazzi che provengono dalla Spal rispetto a chi esce da un campionato provinciale. Quest’anno i ’94 erano richiestissimi”.

Ci sono giocatori delle giovanili che provengono da fuori regione per i quali provvedete all’alloggio in città?
Abbiamo quattordici ragazzi che sono ospiti della Parrocchia Cassana a Ferrara che provengono da Campania, Sardegna e Sicilia. Da quattro anni abbiamo un accordo: i responsabili della struttura si occupano di ragazzi che vanno dalla Berretti agli Allievi. Più piccoli non li prendiamo da troppo lontano”.

Cosa occorre per migliorare a livello organizzativo il Settore giovanile?
Occorrono altri mezzi di trasporto. Abbiamo tre pulmini che vanno a prendere i ragazzi perché alcuni provengono da zone non coperte da servizi di trasporto come ad esempio Comacchio, dal Veneto o verso il mare. Con un servizio migliore puoi cercare di attirare anche giocatori di qualità magari attingendo da un bacino più vasto. Tre pulmini son pochi. Se andiamo a pescare dalla parte di Finale Emilia verso Modena abbiamo ragazzi che hanno difficoltà a trovare corriere che spesso hanno orari improponibili. Abbiamo lasciato a casa dei bambini del ’98 e ‘99 dalle parti di Argenta perché avevano i genitori che andavano a lavorare e rinunciano a venire. Abbiamo un pulmino fisso che tutti i giorni parte dal mare e un altro che parte da Adria. Però son solo due. Oltre alla questione trasporti, ci sono questioni di spazio per quel che riguarda campi che sono tre per nove squadre e in più abbiamo il campetto sintetico. Tuttavia anche rispetto a squadre di B siamo fortunati perché abbiamo la possibilità di aver concentrate tutte le risorse disponibili a livello logistico in un unico punto, altrimenti diventerebbe difficile spostare in più punti persone e mezzi. Sono andato personalmente a visionare il centro del Milan a Vismara ed è ovviamente un altro mondo con strutture perfette, sette, otto campi in sintetico, il sistema di trasporto con una ventina di pulmini”.

 

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