Fa male. Fa molto male. Forse questa volta fa ancora più male rispetto alle altre sconfitte interne che la Spal ha subìto in questo campionato. Fa male perché alla fine di una settimana tra le più difficili nella storia recente spallina, dopo la sconfitta di Reggio Emilia e gli eventi di lunedì noti a tutti, una partita del genere persa al novantesimo in questo modo è proprio quello che non ci voleva. Non è bello nello sport lamentarsi degli arbitraggi e non lo faremo nemmeno in questa occasione anche se tutti coloro che ieri erano allo stadio si sono fatti un’idea chiara di quello che è successo. E non è la prima volta quest’anno che la Spal esce dal campo con la sensazione che la direzione di gara abbia lasciato più di una perplessità. Ma ora occorre guardare avanti: le lamentele non servono più, bisogna pensare a lunedì sera a Vercelli. E poi al Benevento, ad Avellino e al match contro il Foligno. Canalizzare la rabbia su queste partite è l’obiettivo che devono porsi i giocatori.
I ragazzi anche con il Foggia hanno giocato con grinta e applicazione e meritano solo applausi. Applausi che ancora una volta non sono mancati nè durante nè dopo la partita con la squadra, alla fine, ancora una volta chiamata sotto la curva. Il sostegno con i cori “Forza Spal, Forza Spal” “Siamo sempre con voi, siamo sempre con voi… non vi lasceremo mai!” si è sentito spesso nel freddo pomeriggio allo stadio. E su questo onestamente non c’erano dubbi. In una partita di tutta volontà, la Spal è riuscita anche a passare in vantaggio in inferiorità numerica. Si è giocata quasi mezzora in nove contro undici e, nonostante questo, è anche andata vicinissima alla rete del vantaggio con Fabrizio Melara. Tutti hanno lottato come leoni. E poi la beffa finale. Ora bisogna continuare a fare sentire calore e sostegno attorno a un gruppo di lavoro e a giocatori che si allenano con costanza e impegno assoluti ogni giorno. Perché la nottata dovrà passare, prima o poi, anche per noi.