Contano i fatti, indiscutibilmente. Ed i fatti, altrettanto indiscutibilmente, mi danno torto. Di più: torto marcio. Continuare a perorare la causa della Spal, alla luce dell’andamento dei biancazzurri, diventa esercizio assai complicato. Eppure, resto persuaso che questa squadra – con tutti i limiti che può avere – non sia da retrocessione. Sarà scarsa, sarà costruita male, sarà carente in alcune posizioni, avrà una tenuta mentale (di concentrazione) non a prova di bomba come attestano i tanti gol subìti nei minuti finali o di recupero dei due tempi, sarà – anzi, è – condannata dai risultati – ma non riesco a considerarla peggiore di tante altre squadre. Penso al Foligno, al Viareggio, al Monza, al Pavia, alla Reggiana, ma anche al Pisa, al Como, alla Pro Vercelli. Squadre di coda ma anche squadre che stanno in alto.
I fatti mi danno torto, dicevo, e ne prendo atto. Ma ci sono interrogativi che continuo a pormi. Uno, ricorrente: degli undici, e non solo, di Pisa e Pro Vercelli (dunque, non formazioni che stentano) quanti vorreste vedere nella Spal? Ancora: quali di questi comprereste? Quali sareste stati felici di vedere in biancazzurro? Quali sono più forti degli spallini?
Ed una squadra – la Spal – che può mettere contemporaneamente in campo Capecchi o Teodorani, Zamboni, Melara, Agnelli, Migliorini, Paolo Rossi, Laurenti, Arma, lo stesso Giovanni Rossi (al terzo campionato in Lega Pro) è da retrocessione? E’ da penultimo posto? E’ da un pareggio e otto sconfitte nelle ultime nove gare? Io dico di no, per quanto possa essere “triste” questa squadra. E giova ricordare che anche i vari Pambianchi, Marconi, Canzian (che qualità ne hanno) nella scorsa stagione non sono mica retrocessi con le loro squadre.
Che poi incidano altre dinamiche, che poi adesso servano degli innesti per invertire la tendenza, questo è un altro discorso.
Forse sono testardo, forse illuso, forse incompetente. Di sicuro non accecato dall’amore, anche se l’amore – per la Spal – mi fa dire che una creatura la si ama non per il suo stato di salute, ma per quanto si tiene a lei. Per questo la fondamentale partita di domenica con il Foligno sarebbe stato bene affrontarla con altri presupposti e non dopo una settimana come questa che ha minato molte speranze, che rischia di aver segnato un punto di non ritorno, che certo ha tradito la fiducia che molti avevano deciso di accordare – fino a prova contraria – alla società.
Non so se sia prematuro trarre certe conclusioni, magari in queste ore è in arrivo una notizia positiva per la prosecuzione della stagione. E non so nemmeno se domenica la Spal vincerà o perderà, se si regalerà uno spiraglio di luce o se sprofonderà nel buio. Resto con le mie illusioni e le mie disillusioni. E col mio amore per la Spal. Indipendentemente da quanto accadrà, da chi resterà e chi andrà, da chi arriverà e dove si arriverà.