SIAMO SOLI NOI (NOI NON SIAMO DI NESSUNO). PER IL RESTO CARTE IN TAVOLA E TRASPARENZA MA DA PARTE DI TUTTI

Sarebbero stati giorni di festa. Già, sarebbero. Perché, come spesso succede, quando le cose vanno male, niente paura: andranno anche peggio come diceva quello che peraltro non è un quello qualsiasi. I nostri lettori avranno potuto leggere la posizione, decisamente impopolare, di chi scrive anche in questi giorni. Qui su Lo Spallino.com ma anche – e grazie ancora per l’opportunità – su Estense.com che ha dato vita a un bel dibattito all’interno di tutta la stampa ferrarese sul futuro della Spal. Che poi sia difficile di questi tempi esprimere una propria posizione e dare appunto vita a un dibattito senza che il confronto sia solamente tra idee diverse ma sempre e comunque rispettabili e diventi, invece, uno sfogatoio tra partiti immaginari è un altro discorso e non riguarda certo soltanto la Spal o Ferrara.
Quello che vorrei ancora ribadire sarebbe (già, sarebbe) un fatto molto semplice che provo a semplificare ulteriormente. La situazione della società Spal è economicamente preoccupante per non dire di più. A fronte di vari crediti – fotovoltaico e fideiussioni varie – le casse sono vuote. La dirigenza è al lavoro per far entrare soldi imprescindibili per tamponare l’emergenza quindi per pagare tutti quelli che lavorano per la Spal e nel frattempo per vendere la stessa società. Ripeto il verbo: vendere (!). L’esasperazione generale che fa dire e chiedere ai tifosi un cambio imminente di proprietà è ovviamente giustificabile. Che lo stesso atteggiamento giustificabile sia allargabile a noi intesi come stampa, invece no. E spiego perché. Esiste un gruppo di imprenditori – fidatevi che esiste eccome – interessati alla Spal. Gente che ha già visto i conti e li ha studiati nei dettagli e che ogni giorno leggendo quello che scrivono i giornali diventa diffidente. Perché il ragionamento banale banale è il seguente: ma come, noi abbiamo visto che la situazione debitoria non è drammatica, che anzi ci sono vari soldi congelati per i motivi di cui sopra, ma allora che cosa c’è che non quadra visto quello che, appunto, si legge ovunque?
E allora torniamo al discorso fatto e scritto qualche giorno fa. Cui prodest questa valanga quotidiana di problemi noti, sbandierati, evidenti, allarmanti e aggiungete voi quello che volete? Ecco, personalmente da direttore (ribadisco: filo societario) di questo sito un’idea abbastanza chiara anche se, ovviamente opinabile, ce l’ho. Evitare che il club vada in mani che non si conoscono e che non sono nemmeno controllabili. Mani che quasi certamente non avranno addetti stampa amici o dirigenti amici che danno le notizie sotto banco, che non daranno soffiate, che non accetteranno consigli su allenatori da prendere o da cacciare, su giocatori da confermare o mandare via.
Le cose sono meno complicate di quanto sembrano. Se, infatti, non arriveranno in fretta i soldi ormai famigerati e se nel frattempo la cordata ora interessata dovesse cambiare idea, Butelli e tutta la Dirigenza spallina sarebbero costretti ad andare dal Sindaco per dire che è tutto saltato e che, quindi, la situazione diventerebbe ingestibile. Eccolo, il risultato. A quel punto, e rieccoci al vero interesse dell’inizio, si ricorrerebbe all’unico salvatore “locale” degli ultimi anni e cioè a Tomasi. Che avrà certamente a cuore gli interessi della Spal, che avrà altrettanto certamente voglia di rivincita nei confronti da una parte di chi ha spinto per il suo allontanamento e dall’altra nei riguardi di chi gli è subentrato. E in più potrà prendere una società sì in crisi totale e magari a quel punto destinata a una retrocessione praticamente certa ma comunque affronterebbe un’operazione praticamente a costo zero facendo anche la parte dell’eroe cosa che non guasta in questi tempi di miti introvabili e di etichette del genere appiccicate a destra e a manca senza sapere il reale, allucinante, stato delle cose.
Ecco, chi scrive pensa sinceramente che Tomasi non sia affatto cretino – cosa che invece pensano gli amici, forse inconsciamente, apparecchiandogli questa possibilità un giorno sì e l’altro pure – e che abbia tutte le carte in regola, soprattutto economicamente, per comprare la Spal non domani ma oggi e per assicurarle quanto meno – ma non è affatto poco – una gestione economica sicura.
E allora quando si parla e scrive di presunti interessi, di presunte implicazioni, di presunta poca lucidità sarebbe meglio pensarci bene. Parliamo solo di Spal e quindi di interessi esclusivamente “votati” al bene della Spal a prescindere da Butelli, Tomasi, cordata ics, o giornalista ipsilon? Bene. Magari. E allora usciamo tutti allo scoperto – e qui, almeno qui, converranno tutti, credo e spero, che se c’è una cosa che non si può imputare a questa testata è la coerenza e la trasparenza – scriviamo quali sono gli scenari e gli scopi pensati, immaginati, scritti soltanto per il bene della Spal. Chi scrive le proprie idee le ha già scritte a più riprese. Una nuova società che voglia investire o una vecchia società che ci metta del suo subito, ora, adesso. Perché dire o persino auspicare che la Spal – che è un bene di tutti, che bisogna pensare esclusivamente a lei e altre parole e frasi fatte spesso mai seguite dai fatti – faccia una pessima fine è un delitto mortale. La Spal se la si ama davvero la si sostiene allo stadio, certo, ma soprattutto la si sostiene a suon di danari e non si può, non si deve anche soltanto ipotizzare o, peggio, sperare che vada in malora per fare un’operazione a costo zero che poi proprio a zero non è perché anche gufando e spingendo verso il fallimento il tribunale assicurerebbe pagamenti ai vari creditori privilegiati.
Fuori i coglioni, fuori la faccia, fuori gli interessi, fuori le strategie nascoste e pensare davvero solo alla Spal. Con intelligenza, lungimiranza, senza pregiudizi e in buona fede. Ma tutti, però.

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