PISA-SPAL 0-0 (16 settembre 1979).
Personaggio: Roberto Renzi
La passione per la palla rotonda iniziò nella sua Falconara Marittima. Infatti, giovanissimo, entrò a far parte della Falconarese allenata dal bravo Neno Malatesta. Grazie alle sue doti naturali e all’impegno che lo sorreggeva, non tardò a mettersi in mostra, fu a Santa Maria degli Angeli, durante una gara fra le rappresentative giovanili dell’Umbria e delle Marche che uno dei tanti e sempre presenti osservatori della Spal lo adocchiò portandolo a Ferrara per un provino.
Superata brillantemente la prova, entrò a far parte dei ragazzi di Ottavio Ferraresi, attraversando l’intero settore giovanile per approdare, ventenne, al Teramo con la formula della comproprietà. Nel suo primo anno teramano giocò poco e niente, non per demerito ma per furbesca scelta del presidente abruzzese Alfredo Rabbi. Nella stagione successiva, oramai riscattato, giocò una grande stagione rendendo felice il suo allenatore, l’ex terzino genoano Maurizio Bruno. Il girone B della serie C vedeva in campo attaccanti di peso, di valore e di sicuro avvenire, tipo Speggiorin, Bagatti, Zanone, Zoff, Panozzo; eppure domenicalmente, questi proficui cannonieri trovarono in Renzi un valido baluardo in grado di fermare le loro capacità realizzatrici. Alla fine del campionato, pur essendoci portieri di esperienza e di sicuro avvenire come il pistoiese Vieri, lo spezzino Moscatelli, il grossetano Negrisolo, il sangiovannese Ciappi, Giuliani del Giulianova o Benevelli del Parma, Roberto Renzi fu nei primissimi posti, per bravura e rendimento, della serie C del girone B. Alla fine del torneo 1976-77 la Spal retrocesse in C ma, senza perdere tempo, si gettarono le basi per un pronto ritorno in cadetteria e, il duo Mario Caciagli e Cesare Morselli, allenatore il primo, direttore sportivo il secondo, si ricordarono di quel bravo ragazzo andato via qualche anno prima e, a suon di sonante denaro, lo fecero ritornare a Ferrara. Renzi fu grande, aiutato dai vari Prini, Lievore, Tassara e compagni, divenne artefice della promozione in serie B. Nella stagione successiva saltò la prima parte del torneo, gli fu preferito l’esperto Bardin però, quando rientrò, nella diciassettesima giornata, gara con la Nocerina fu, fine alla fine, sempre all’altezza del compito. Nel suo terzo campionato spallino, 1979-80, fu indiscusso protagonista, gara con il Pisa compresa, grazie anche alla sua “stratosferica” altezza. Certo, come tutti i grandi, capitava che si concedesse qualche distrazione, ma era fisiologico in un grande portiere. Fu bravissimo tra i pali ed una sua personale caratteristica è stata il “cacciare” i compagni della difesa dalla sua area.