Riceviamo e pubblichiamo queste dieci domande pubbliche che l’ex Consigliere della Spal, Sergio Gessi, ha mandato a LoSpallino.com e agli altri organi di stampa ferraresi. Siamo ovviamente a disposizione nel caso l’ex Segretario Generale, Renato Schena, voglia rispondere alle seguenti domande.
A Renato Schena do atto che lavorava molto e per questo era ottimamente pagato. Ma nelle cose dette durante la sua conferenza stampa trovo molti aspetti che non mi convincono e varie omissioni. Per questo gli rivolgo pubblicamente dieci domande.
1) Lei dichiara di amare molto la Spal e Ferrara. In un’intervista al Carlino del 17 dicembre ha affermato: “Spero che la proprietà trovi presto una soluzione… lo auguro di cuore altrimenti si rischia il fallimento”. Ma proprio lei, qualche giorno dopo, primo fra tutti i creditori ha presentato istanza fallimentare e in udienza è stato l’unico a opporsi alla richiesta di rinvio. Curioso, no?
2) Lei dichiara di voler solo i soldi che le spettano senza alcun secondo fine. Però durante l’udienza di mercoledì, di fronte all’insistenza del suo avvocato, risulta che persino il giudice fallimentare abbia chiesto se il vostro scopo fosse recuperare il credito o far fallire la società. E’ vero?
3) Lei sospetta che la sua lettera di preannuncio delle dimissioni sia stata dimenticata in fondo a un cassetto. Di certo c’è che lei in fondo a un cassetto ha dimenticato due assegni intestati alla Spal per complessivi 13 mila euro: uno della Figc del luglio 2010, l’altro della Giacomense del settembre 2011, ritrovati da Pozzi e Gessi alla presenza di vari testimoni il giorno che se n’è andato! Com’è possibile?
4) Lei ha lasciato il suo posto di lavoro giovedì 15 dicembre proprio alla vigilia di una gara particolarmente delicata, quella con il Foligno, e in coincidenza con lo sciopero dei dipendenti. Non ha valutato l’impatto che la cosa avrebbe avuto sulla squadra che tanto ama e della quale lei era un prezioso riferimento?
5) Lei ha lavorato per la Spal sino al 14 dicembre. Quella mattina, senza averne incarico da nessuno e senza comunicarlo a nessuno, ha disdettato le prenotazioni per i pernottamenti della squadra negli hotel di Pisa, Viareggio, Lumezzane, Sorrento e Terni. Perché lo fatto?
6) Lei, andandosene, era tenuto a consegnare alla società tutti i documenti in formato digitale archiviati sul suo computer, fondamentali per la regolare gestione delle attività. Perché non ha provveduto, neppure dopo richiesta scritta?
7) Lei aveva il dovere di consegnare anche le tabelle con i programmi alimentari dei giocatori, perché non lo ha fatto?
8) Lei dopo le sue dimissioni ha continuato a occupare un appartamento riservato ai dipendenti della Spal, rifiutando di riconsegnare le chiavi. E’ consapevole che, anche se – da quel giorno – ha provveduto personalmente a pagare l’affitto, non aveva titolo per rimanere e ha quindi compiuto un abuso?
9) Lei, pur senza stipendio e quindi in gravi difficoltà economiche come dichiarò a suo tempo, da due mesi paga e occupa un appartamento per restare a Ferrara. A che scopo?
10) Lei ha dichiarato nella conferenza stampa di mercoledì 8 (singolare coincidenza: l’ha convocata proprio lo stesso giorno dell’istanza) di essersi sempre pagato l’affitto. Viceversa il suo contratto, oltre a una lauta retribuzione (fra le più ricche tra tutti i segretari di Lega Pro) prevedeva che fosse la società a pagarle affitto e bollette, dei quali, in difetto, ha potuto richiedere gli eventuali rimborsi arretrati. Se ne era dimenticato?
A margine, una precisazione personale: il 25 gennaio mi sono dimesso dal CdA. Da quel giorno come dipendente sono in ferie in attesa di ricevere (il 14 febbraio) gli stipendi arretrati, fermi per me come per tutti al 30 giugno. Il 15, comunque vadano le cose, mi dimetterò anche da dipendente e in ogni caso non presenterò istanza di fallimento nei confronti della Spal.
Sergio Gessi