SPAL-COMO 1-1 (2 gennaio 1977).
Marcatori: Fasolato, Bonaldi.
Personaggio: Salvatore Jacolino
Agrigentino solo all’anagrafe, essendo arrivato a Torino ancora in fasce, e juventino fin dalla prima ora avendo indossato la maglia bianconera fin dai primi calci. Dopo aver partecipato a un paio di volte al “Torneo di Viareggio”, l’allenatore Ercole Rabitti, già suo maestro nelle giovanili, lo fece esordire in prima squadra, nell’ultima giornata del campionato 1969-70, contro il Bari.
La Juventus fu sconfitta per 2-1, Jacolino però disputò una buona gara ed ebbe la soddisfazione di giocare al fianco di gente che avrebbe scritto la storia del calcio nazionale. Giocò, infatti, con Sandro Salvatore, Giuseppe Furino, Pietro Anastasi, Antonello Cuccereddu, Roberto Vieri, tanto per fare qualche nome. A fine torneo andò in prestito al Piacenza, militante in serie C e, con grande gioia del suo allenatore, l’esperto Bruno Arcari, mise a segno sette reti in ventiquattro gare, non poche per un uomo di centrocampo. Rientrato alla Juventus, resosi conto che non avrebbe giocato tanto con i “mostri” che aveva davanti, fu accontentato, passando alla Ternana. Con i rossoverdi, allenati da Corrado Viciani, ebbe l’onore di ritornare in serie A, avendo vinto il campionato di B. Con la Ternana nella Massima Divisione, pur non essendo titolare fisso, disputò una buona metà di gare. A fine stagione, però, la Ternana retrocesse e Jacolino si trasferì al Brescia, sempre in B, voluto dall’allenatore Renato Gei ed avvallato dal Presidente Oscar Comini. Con le “rondinelle” rimase per quattro campionati, facendo sempre fino in fondo ciò che gli allenatori gli chiedevano, da Umberto Pinardi, a Valentino Angelillo, a Mauro Bicicli. Con i bresciani disputò ottantasei gare riuscendo, anche, a segnare nove gol. Chiuso il ciclo lombardo, arrivò a Ferrara nell’estate del 1976, la Spal era in B, ma l’intero ambiente entrò quasi subito in ebollizione, il Commendator Mazza fu costretto ad abbandonare e sulla panchina spallina si alternarono ben tre allenatori. Salvatore Jacolino non si lasciò influenzare da questi fattori esterni, come al solito non si sottrasse all’impegno e al duro lavoro al centro del campo. Era la classica mezzala di quel tempo, bravo e preparato tecnicamente, scarseggiava, però, in fisico e tenuta. Con i biancazzurri fece sempre, e fino in fondo, il proprio dovere e nella gara contro i lariani cercò, anche se inutilmente, di contribuire alla vittoria.