Riceviamo e pubblichiamo questa breve dichiarazione che ci è arrivata in redazione ed è firmata dall’imprenditore romano Piero Santarelli, fino a qualche giorno fa favorito numero uno per diventare il nuovo Presidente della Spal prima che saltasse tutto.
Un saluto a tutti i tifosi spallini. In questo lungo periodo ho avuto il privilegio di conoscere, anche se ovviamente superficialmente, Ferrara e la Spal. Per qualche giorno sono stato addirittura dentro la società vedendo da vicino, a parte i numeri e i bilanci, l’affetto della città e delle persone che, anche senza prendere lo stipendio da tempo, lavorano per questa società. Ho creduto di diventare Presidente forte dell’offerta che io e il mio gruppo avevamo fatto e che, ne sono ancora convinto, risolverebbe i problemi della Spal. Ho letto e sentito tutto quanto si è detto su di me e non è mia intenzione stare qui a discutere. Ma quello che mi ha dato fastidio è leggere tra le righe che non sarei affidabile per chissà quali oscuri motivi. Sfido chiunque a parlare di questi oscuri motivi e soprattutto perché credo che in questo momento, anche oggi che il fallimento è stato evitato o, almeno, rimandato, invece di parlare bisognerebbe fare rieccomi qui stavolta senza concedere interviste ma affidando esclusivamente alla mia scarsa capacità di scrivere ma al desiderio forte di comunicare le mie idee e, soprattutto, la mia volontà concreta. Forse non è una prassi normale la mia ma fa lo stesso. Io voglio salvare la Spal. Perché per quel poco che ho visto è vissuto credo che Ferrara sia la città adatta e la Spal il club ideale per portare avanti il mio progetto imprenditoriale e sportivo. Ma come scrivevo qualche riga fa le parole non contano. E allora ecco i fatti. Sono pronto a versare entro martedì una fidejussione di 15 milioni di euro in una banca che la proprietà vorrà o che l’amministrazione comunale indicherà per garantire la salvezza della società ma anche un futuro all’altezza del nome della stessa società. Fatti, appunto, non parole. Poi se si vorrà continuare a reputare la mia persona non adatta a questa operazione che lo si dica e che si spieghi ai tifosi perché si è disposti a rischiare il fallimento di una società così storica – su questo ho studiato! – piuttosto che darla a Santarelli che non offre in cambio lenticchie ma soldi. Soldi veri che, ribadisco, sono disposto a versare tramite fidejussione entro quarantotto ore. In attesa (finalmente) di un riscontro auguro agli sportivi ferraresi che con me e con il mio gruppo sono stati corretti e cortesi le più grandi fortune e lo dico, e scrivo, con grande, assoluta sincerità.
Piero Santarelli
E’ incredibile quello che sta succedendo attorno alla Spal. La liquidità è a zero o quasi, pochi giorni fa si è rischiato il fallimento, i dipendenti e i creditori continuano a non ricevere soldi, la squadra, nonostante i primi tre stipendi, aspetta ancora degli arretrati, certezze nemmeno a parlarne eppure i ferraresi Mazzoni e Moretti si sono fatti in quattro per poter assicurare un futuro al club, eppure il Presidente Butelli ha trovato addirittura un’alternativa nei toscani, eppure è spuntato il gruppo dei romagnoli rappresentati da Pellicioli, eppure Santarelli e i suoi non mollano e, anzi, rilanciano in grande stile malgrado i rifiuti netti dell’Amministrazione Comunale e non solo. A Roma, per rimanere in tema, una situazione del genere si dice assomigli alla Sora Camilla. Tutti la vogliono ma nessuno la piglia. In mezzo a questa incertezza, una sicurezza, invece, c’è. Il tanto snobbato e discusso e chiacchierato e dimenticato e deriso fotovoltaico interessa eccome e probabilmente, se non ci fosse stato, il futuro della Spal sarebbe già immaginabile in un campo di fronte, con tutto il rispetto, alla Copparese. Almeno su questo bisognerà che anche i detrattori della prima ora abbassino la cresta e diano davvero a Cesare (e collaboratori) quel che è di Cesare. Ma a parte meriti, colpe e polemiche, quello che era, è e continua a essere fondamentale è il futuro della Spal. Ognuno ha il suo parere, anche le sue amicizie e le sue referenze. Chi scrive, sia chiaro, è il primo a tifare per tizio piuttosto che per caio. Ma soltanto se questo tifo viene in secondo piano rispetto alla sopravvivenza della società e, possibilmente, anche a un futuro tranquillo se non addirittura ambizioso. Per questo, solo per questo, tutte le parti in causa speriamo si comportino di conseguenza. Anteponendo l’interesse della Spal, cioè, a simpatie o antipatie, a voci o pettegolezzi almeno finché restano tali e non diventano, invece, prove, dichiarazioni e fatti reali che tutti gli spallini del mondo, a questo punto, hanno il diritto di conoscere. et