Entra nel vivo il mese di luglio: da domani e fino a giovedì diciannove sono parecchie le date da non dimenticare. Si deciderà il destino del calcio di Lega Pro per la stagione a venire e, con ogni probabilità, vedremo una volta per tutte se prenderà largo l’idea della riforma a ciclo unico. Vediamo di riepilogare il tutto.
3 luglio. Il Consiglio Direttivo è stato convocato per questa data per prendere visione dell’esame preliminare delle domande di iscrizione al prossimo campionato e il conseguente inoltro della documentazione alla Commissione di Vigilanza sulle società (Co.Vi.Soc).
11 luglio. L’organo preposto darà il suo parere e stilerà l’elenco delle squadre non aventi i requisiti per la partecipazione al campionato.
18 luglio. La Co.Vi.Soc esaminerà i ricorsi inoltrati dalle società (ci sarà tempo fino alle ventiquattro del giorno precedente) non ammesse in prima istanza.
19 luglio. Il format per la stagione 2012/2013 vedrà la luce, calcioscommesse permettendo, in questa data quando, il Consiglio Federale questa volta, stabilirà gli organici di Prima e Seconda divisione.
Riforma e calcioscommesse. Se ne parla da almeno tre anni di una riforma, sembra che l’iter sia accelerato notevolmente negli ultimi due mesi, sta di fatto che ormai è diventato un bisogno necessario e impellente. Un cambio di rotta e un taglio ai rami secchi, dando la possibilità di fare calcio solo a chi ne ha le capacità gestionali e finanziarie, è questa l’idea di Mario Macalli. Il nuovo format, stando alle ultime indiscrezioni, vedrebbe ai nastri di partenza tre gironi da venti squadre, ma la sensazione è che il tutto possa prendere il via anche con qualche “iscritta” dell’ultimo momento: potrebbero aggiungersi infatti quelle formazioni retrocesse d’ufficio perché implicate nella nota e burrascosa vicenda del calcioscommesse, una matassa ancora lontana dall’essere sbrigliata definitivamente.
Chi si è arreso ancora prima di scendere in campo. Le settantasette società ammesse al termine della scorsa stagione si sono già ridotte a settantadue: Giulianova, Pergocrema, Piacenza, Taranto e Triestina in rigoroso ordine alfabetico si sono già perse strada facendo. Adesso, risalire dall’inferno dei Dilettanti sarà, come l’esperienza insegna, durissima in termini economici e per nulla certa in fatto di tempi.
Le domande di iscrizione. Sappiamo che molte delle domande presentate entro sabato hanno la documentazione largamente incompleta e tra questa figura, come noto, anche la Spal che ha pagato i soli ‘diritti di segreteria’.
Ma quali sono gli ostacoli più grandi a cui le società sono costrette in queste ore a dover far fronte, per non vedersi respinta la domanda di ammissione al prossimo campionato? Sono in prima istanza i requisiti finanziari a tenere banco (fideiussioni, pagamento di stipendi, tasse e contributi previdenziali), seguiti a ruota da quelli infrastrutturali (stadi e dotazioni connesse) a proposito dei quali la sinfonia cambierebbe di gran lunga, sempre parlando di Spal, se si trattasse di Prima o Seconda divisione. Nel primo caso, infatti, i ferraresi non avrebbero il “Mazza” idoneo per accogliere manifestazioni sportive, nel secondo, invece, non ci sarebbero problemi di alcuna sorta. Ma, come sempre, restiamo fiduciosi che, in caso di riforma a “ciclo unico”, si vada incontro a una specie di “amnistia” generale, considerando che a quel punto non solo a Ferrara non esisterebbero i requisiti necessari (detti altrimenti lux e più precisamente sono cinquecentocinquanta quelli richiesti da regolamento Uefa contro i ducentottanta dell’impianto di casa nostra) ma anche nella maggior parte delle realtà sportive italiane di Lega Pro, soprattutto dell’attuale Seconda divisione (Portomaggiore per la Giacomense, tanto per non allontanarci di troppi chilometri ne è un altro esempio e sarebbe in regola solo per la Seconda divisione, ma in caso di campionato unico cosa succederebbe?).
La condanna all’esilio. Se per la Spal un campionato lontano da Ferrara avrebbe una ripercussione sui costi a dir poco pazzesca, oltre che una ricaduta in termini negativi in fatto di presenze allo stadio da capogiro, è altrettanto vero che sono già diverse le realtà che per forza di cose hanno scelto di trasferire per un anno o qualche mese la propria casa calcistica lontano dal comune natìo. Si tratta, in ordine sparso, del Borgo a Buggiano che giocherà le proprie gare interne al “Porta Elisa” di Lucca, del Saint-Christophe Valle d’Aosta che ha scelto il “Pistoni” di Ivrea, della Feralpi Salò dell’ex mister biancazzurro Remondina che almeno per la prima parte della stagione (salvo stravolgimenti dell’ultimo momento) giocherà al “Rigamonti” di Brescia, del Pontedera che si vedrà costretto a emigrare al “Castellani” di Empoli in attesa che terminino i lavori di adeguamento al manto erboso, o ancora i mantovani del Castiglione che, per giocare al “Menti” di Montichiari dovranno vincere la concorrenza di due squadre di D tra cui i padroni di casa e il Carpenedolo e infine l’Hinterreggio, che si sposterà in questo caso però solo di pochi quartieri per giocare al “Granillo”, il tempio del calcio della città di Reggio Calabria.
E’ partito il conto alla rovescia, non ci resta che aspettare. Prima che sia il campo, speriamo, a prendere come giusto che sia il sopravvento una volta per tutte.