Mister Bonuccelli sappiamo che lei ha un passato da calciatore: quando ha iniziato?
“Gioco a calcio da sempre in realtà. Devi sapere che io non ho seguito l’iter classico del giocatore iniziando dal settore giovanile per poi approdare in prima squadra. Ho giocato dieci anni nella pubblica assistenza. Poi, da lì, è nato tutto, mi hanno visto giocare e non mi sono più fermato e qualche gol l’ho fatto”.
Fino a due stagioni fa, lei era un vero e proprio super bomber: parliamo di un giocatore che ha segnato trecento gol in carriera.
“Addirittura un super bomber dici? Wow! (ride)”
Per un calciatore riuscire a giocare fino a quarant’anni è, senza dubbio, un bel traguardo. Qual è il suo segreto?
“Ho giocato fino a quarantatré anni. Purtroppo, o per fortuna come nel mio caso, conta molto la condizione fisica di ognuno, perché la voglia di giocare più a lungo possibile c’è sempre, per tutti, ma poi gli infortuni, le botte e tanti altri fattori contano parecchio. Io sono stato fortunato perché fisicamente mi sentivo in forma”.
Qualcuno mi ha detto che quando giocava aveva un soprannome: la chiamavano il “Condor”. Ci spiega il perché?
“Semplicemente perché facevo parecchi gol in area di rigore, erano gol strani, non tecnici ma alla fine la palla entrava in rete ed era questo che contava. Diciamo che non erano gol da attaccanti veri, ecco….”
Dal 2011 lei è l’allenatore della Fortis Juventus di Borgo San Lorenzo. Come sta andando questa sua nuova esperienza di vita?
“Intanto ti dico che io preferivo giocare! Altra adrenalina, altro sfogo, altre emozioni. Nonostante questo la mia nuova vita da allenatore mi piace, sono contento”.
Questo nuovo campionato è iniziato con un rosa molto diversa da quella della scorsa stagione. Pochi senatori e molti giovani.
“Si è vero, ci sono stati molti cambiamenti dallo scorso anno. Budget ridotto e un nuovo presidente, era inevitabile che le cose cambiassero molto.
La Fortis Juventus è tornata in serie D dalla porta di servizio dopo il ripescaggio, ma non era scontato ciò avvenisse.
“Abbiamo fatto settantasette punti e siamo arrivati secondi. Abbiamo lottato parecchio per vincere, la squadra che è arrivata prima di noi senza dubbio ha avuto i suoi meriti, però anche noi siamo stati bravi. E’ il giusto premio per questi ragazzi”.
Cosa si aspetta da questo nuovo campionato?
“Semplicemente la salvezza, magari senza soffrire troppo”.
Parliamo della Spal (a noi piace continuare a chiamarla così), la squadra che sarà vostra avversaria domenica prossima a Ferrara. Sta già studiando le mosse giuste?
“Questa domanda mi fa sorridere perché volevo veramente studiare ogni loro minimo dettaglio ma ci credi che non ho trovato nessun dvd? Sono riuscito a vedere solo qualche immagine veloce alla televisione ma niente di più”.
Sbaglio o lei ha avuto modo di conoscere anche Alessandro Lazzerini, l’ex preparatore dei portieri della Spal?
“Si conosco molto bene Alessandro, abbiamo giocato insieme. In più sua moglie è una mia amica d’infanzia, abitavamo vicini. Lui è davvero un tipo forte”.
Oltre ad Alessandro conosce qualche altro giocatore di Ferrara?
“Conosco Buglio perché è stato il mio allenatore e poi conosco l’attuale mister spallino, Sassarini, con cui ho giocato insieme in Versilia”.
Ha mai avuto proposte di lavoro dalla piazza ferrarese?
“Sinceramente no, ma a chi non lusingherebbe lavorare in una piazza del genere?”
Nella sua carriera calcistica ha mai giocato contro la Spal?
“Sì, certo, ci ho giocato contro quando ero nel Viareggio. Alla Spal c’era De Biasi, perdemmo 1 a 0 subendo il gol della beffa proprio al novantesimo. Mi ricordo anche un 4 a 0 di qualche anno fa, dove aa segnare fu il “Gaucho” La Grotteria”.
Un pronostico per la partita di domenica?
“Ti posso dire che fuori casa giochiamo così così, molto meglio nelle partite in casa. Non so come andrà la partita, di sicuro ho già preparato i miei ragazzi dicendo loro quanto sia intenso il tifo spallino. Anche questo ha la sua importanza, in casa la Spal può contare sempre su una spinta in più”.