Poco prima delle quindici, dopo tempo immemore, si è rivisto salire i gradoni che portano alla tribuna Vip del “Mazza” l’ex patron dei biancazzurri Gianfranco Tomasi. Elegante, giacca nera e cravatta rigorosamente azzurra “Proprio come i colori della mia Spal” dice l’ex Presidente, apparso in netta ripresa dopo i recenti acciacchi di salute che non lo hanno ancora del tutto lasciato, si lascia andare a un lungo monologo in cui fa capire, senza remora alcuna, che il suo amore per i biancazzurri è ancora intatto, “Nonostante mi abbiano mandato via come se fossi un delinquente”.
“Sono qui in visita di cortesia”, dice Tomasi. “Ero curioso di vedere all’opera la mia Spal, anche se mi fa tanto male vederla in D per colpa di chi mi ha mandato via. Loro (il riferimento è a Butelli n.d.r.) sono venuti a Ferrara per interessi, per il fotovoltaico come sapete tutti, io invece sono rimasto qui e non ci ho guadagnato nulla, anzi, ci ho solo rimesso. Se mi avessero lasciato portare avanti il progetto che avevo in mente, credo che oggi saremmo in B, invece non hanno avuto pazienza. Sono stato tradito e la ferita è ancora aperta, anche se l’amore per questi colori, lo sapete tutti, è intatto e non potrebbe essere altrimenti. Tornare in società? Cosa vuol dire tornare? Per aiutare? No, quello no. Per il momento nessuno mi ha chiesto niente, ma ammetto che se avessero intenzione di farlo dovranno mandare da me uno bravo, che ci sappia fare e abbia buone argomentazioni per convincermi (ride). La Spal è un amore vero, intenso, è come il primo amore, di più, come una moglie o una fidanzata che non vorresti lasciare mai, ma sei costretto, per colpe non tue. Sento tante voci in giro, Benasciutti ha già speso tanto e prima o poi dovrà rientrare di quello che ha dato a questa società, ci mancherebbe. Il punto è: ma il futuro? Leggo di un Consorzio, di un tentativo di coinvolgere i tifosi o aziende con singoli facoltosi che dovrebbero mettere ciascuno una quota. Sono scettico e chi vive la nostra realtà quotidianamente ne è ben consapevole. La verità è che a Ferrara non c’è nulla che si muova e questi sono solo sogni destinati a finire ancora prima di cominciare. Chi mette un milione, due milioni di euro all’anno e forse anche qualcosa di più per fare del professionismo? Serve una persona che senza farsi troppi problemi venga a Ferrara o sia di Ferrara e abbia voglia di spendere e di andare in tasca per puro amore. Se vuoi fare calcio ad alti livelli è l’unica strada altrimenti ti accontenti e rimani in D: oggi questa squadra è lo specchio della città, di soldi ne girano pochi, c’è tanta crisi, tanti problemi, ma chi pensa al calcio?. Dobbiamo essere realisti. Per quanto mi riguarda, ripeto, non so, non c’è nulla di nulla adesso e ogni ipotesi è prematura. La Spal, però, è sempre qui, nel mio cuore e la squadra mi sembra ben messa anche se mi dicono che l’avversario non sia proprio destinato a lottare per il vertice.”
Il Presidente, come in tanti ancora lo chiamano, che lascia trasparire dallo sguardo più intenzioni di quello che vorrebbe dando spazio alle sole parole, si è poi dileguato a dieci minuti dal termine dell’incontro dopo un saluto molto affettuoso con l’attuale Presidente e Direttore Roberto Ranzani. La sensazione è che qualcosa ci sia, proprio come il massimo dirigente dei biancazzurri ha detto ai nostri taccuini al termine dell’incontro. Staremo a vedere.