L’incontro tra Spal e Virtus Pavullese è la conferma che alla fine dei novanta minuti più recupero quello che conta è il risultato. E il punteggio al termine della gara recita
Ieri pomeriggio sul terreno scivoloso del “Mazza” da un lato si è visto il caos organizzato e di marca Barcelona griffato Virtus Pavulles: triangolazioni, fraseggi in spazi strettissimi con tocchi di prima e con un finto centravanti Bedogni che non dava punti di riferimento, così come i vari attaccanti aggiunti come Varone, Boilini e Di Stasio, alla retroguardia spallina che si ritrovava costantemente sotto l’assedio di cinque, a volte sei, uomini biancoblu al limite dell’area, mentre in mezzo al campo Serrotti era in grado di spaccare a suo piacimento gli equilibri in mediana creando superiorità numerica. Dall’altra parte, quella spallina, caos puro e per nulla organizzato. Anzi è l’improvvisazione lo spartito tattico della giornata come rivela mister Sassarini ai microfoni nel corso delle interviste. Sassarini fa applicare alla Spal un rombo mai provato prima. Virtus Pavullese che senza timore reverenziali fa la gara, mentre
Per vincere i campionati occorre portare a casa qualche partita anche “immeritatamente” come ammette candidamente il presidente Ranzani, il quale sintetizza la gara di domenica con una citazione di Paolo Mazza: “I giovani fanno cassetta e non classifica”. Alla luce del risultato come dargli torto. Sulla stessa lunghezza d’onda mister Sassarini che elogia il calcio interpretato dai giovani della Virtus, ma spiega che (e il risultato di ieri e la classifica della Virtus gli danno ragione) “in D per vincere serve un calcio più concreto, due- tre tocchi e cercare di arrivare in porta, il calcio spagnolo non porta i tre punti in questa categoria”. Così l