MICHELE PICCOLO, CAPOCANNONIERE DEL GIRONE: DAL ROSSONERO DEL MILAN A QUELLO DELL’ATLETICO PRO PIACENZA

In vista della sfida di cartello Atletico Pro BP Piacenza-Spal allo stadio “Garilli” di Piacenza abbiamo raggiunto telefonicamente Michele Piccolo, attaccante dei rossoneri classe 1985, originario di Badia Polesine (RO) con undici reti capocannoniere del girone (in realtà ne avrebbe segnati tredici, ma il giudice sportivo non omologò la sfida contro l’Atletico Castenaso Van Goof, annullando di conseguenza la sua doppietta) insieme a Federico Tosi del Camaiore. Dagli inizi nelle giovanili del Padova, all’esordio in serie A con il Milan di Ancelotti Campione d’Europa, passando per l’esperienza sfortunata al Prato (assieme a Matri della Juve e Clayton del Bari) e Pizzighettone fino all’ottimo momento dell’Atletico Pro Piacenza, capolista non per caso. Conquistare a suon di gol una nuova chance nel mondo nei professionisti è la missione dell’attaccante che da piccolo “andava alla Spal” accompagnato da papà Giancarlo suo primo allenatore nell’Audace Castelguglielmo.

Michele, apriamo l’intervista con un’analisi sull’ultima gara di campionato contro un rinnovato Forcoli. Vittoria per due a uno in trasferta, meno sofferta di quanto dica il risultato?
“Mah, è stata una gara difficile, giocata su un terreno che non era nelle migliori condizioni. Loro avevano qualche nuovo innesto preso dal Rosignano, penso a Mordagà o al giovane Brondi. Siamo stati bravi a sbloccare alla prima occasione utile con Nicolini nel primo tempo, poi Bignotti ha raddoppiato a metà della ripresa poi abbiamo controllato la gara. Hanno accorciato praticamente allo scadere infatti dopo il gol l’arbitro ha fischiato”.

Proprio Nicolini, ex Giacomense, l’anno scorso venticinque reti col Mezzolara e quest’anno già cinque, sarà il grande assente in rossonero nell’incontro di cartello contro la Spal. Ai biancazzurri mancherà per lo stesso motivo capitan Marchini (entrambi squalificati, n.d.r.). Assenze pesanti. Quale peserà di più?
“Non conosco bene il peso di Marchini per l’attuale Spal, ma per noi Nicolini è importantissimo. Peccato per questa squalifica ci tenevano tantissimo ad esser tutti presenti e a disputare l’incontro nelle migliori condizioni possibili”.

Ruolino di marcia impressionante per questa prima parte di stagione per l’Atletico. In un girone fortemente equilibrato presentarsi allo scontro diretto con più cinque è un gran bel vantaggio, di fatto avete a disposizione due risultati utili su tre. E’ presto per definire la partita come “decisiva”?
“Essere avanti di cinque lunghezze è sicuramente importante. Ma come dice mister Franzini dobbiamo pensare ad una partita alla volta. Guarderemo la classifica più avanti. Quindi proprio ‘decisiva’ non direi, importante sì, ma per motivi diversi. Giochiamo uno scontro diretto contro una squadra blasonata e diretta rivale. Per di più la gara sarà al Garilli quindi penso che l’attenzione da parte di tutti sarà al massimo”.

Hai detto “diretta rivale”, quindi ormai non vi nascondete più, puntate decisi alla vittoria del campionato. Eppure come con il Tuttocuoio, nonostante i nomi in squadra, pensiamo a te, Nicolini, Matteassi o Cazzamalli, siete, un po’ a sorpresa, lì davanti, dove magari ci si aspettava di vedere la Pistoiese.
”In realtà pensavamo di fare un buon campionato. Cioè poter rimanere nella parte alta della classifica. Non ci aspettavamo di certo di essere la capolista a due gare dalla fine del girone d’andata. Comunque la campagna acquisti della società è stata ottima, qui c’è gente di esperienza come quelli appena citati, ma la vera forza sono stati i giovani che dall’inizio del campionato ad oggi sono cresciuti tantissimo. La forza della nostra squadra credo sia il gruppo, più che i giocatori presi singolarmente”.

La società ha fatto uno sforzo per non sfigurare in serie D, anche perché a livello di categoria ormai siete la prima realtà calcistica cittadina dopo il fallimento del Piacenza, tuttavia non avete un gran seguito di tifosi visto che i vecchi sostenitori dei biancorossi hanno preferito sostenere la Lupa Piacenza in Eccellenza.
”La società è composta da gente di Piacenza, anche se il presidente Scorsetti è di Crema. E’ nata da poco, ma fa le cose in maniera eccellente ed è solida. C’è un ambiente familiare si chiacchiera e si scherza con i magazzinieri, con gli addetti al campo, ci conosciamo tutti. La società ha fatto una buona campagna acquisti credo proprio per avere la fiducia degli appassionati della città, visto che per categoria siamo diventati la prima squadra. C’è uno zoccolo duro di tifosi che ci segue, sono in pochi però. Anche se da quando son arrivati i risultati abbiamo più gente. Sarà perché giochiamo un buon calcio”.

Che squadra è l’Atletico Piacenza del mister Arnaldo Franzini?
”Giochiamo con un 442 o un 433 dipende dalle situazioni. L’allenatore è preparatissimo, studia molto le avversarie. C’è un bel gioco corale. In porta e nel ruolo dei terzini abbiamo gli under che sono cresciuti molto anche perché sono aiutati dall’esperienza dei difensori centrali Colicchio e Rieti. A centrocampo c’è l’imbarazzo della scelta con Matteassi, Cazzamalli, Silva o Fulcini, ma anche chi entra non è da meno. In avanti poi con Nicolini c’è grande intesa. Abbiamo una rosa ampia: sono arrivati Pini dal Fidenza, come secondo portiere e un esterno di centrocampo classe 1993, Cambielli dalla Pergolettese. Credo che non interverremo ulteriormente sul mercato”.

Tu sei capocannoniere del girone con Tosi a undici reti, poi seguono Nicolini e Matteassi con cinque gol. Un Atletico Piacenza dal gol facile.
”Devo ringraziare i miei compagni: è veramente facile andare in gol con una squadra che gioca per te. Siamo una squadra votata all’attacco”.

Tra le avversarie chi ti ha sorpreso in negativo e chi in positivo?
”Penso sia davvero un’ottima squadra il Tuttocuoio. E’ ben messa in campo con individualità che possono far la differenza. In negativo, vedendo i risultati, la Pistoiese. Ma i conti si faranno alla fine”

Parliamo delle tue caratteristiche: sei un attaccante che usa sia il destro sia il sinistro e che a dispetto dei tuoi 176cm ha nel colpo di testa la sua arma migliore.
”Si calcio con entrambi i piedi. Il colpo di testa è il fondamentale che mi riesce meglio. Ma il merito dei gol è dei miei compagni che mi mettono nelle condizioni adatte”. 

Dal rossonero del Milan di Ancelotti al rossonero dell’Atletico Pro Piacenza di Franzini. Rimpianti e ricordi?
”Ho esordito in serie A con il Milan proprio a Piacenza (23 maggio 2003 Piacenza-Milan 4-2 n.d.r.). Giocavamo contro il Piacenza di Hubner già retrocesso, e siccome di lì a poco ci sarebbe stata la finale di Champions a Manchester contro la Juventus poi vinta ai rigori, Ancelotti mandò in campo qualche riserva come Brocchi e molti giovani della Primavera. In attacco c’eravamo io e Matri. Presi un palo nel recupero. Peccato. Poi in estate si infortunò Tomasson e allora partecipai alla tournée americana. Ho giocato una ventina di minuti contro il Barcellona, anche Iniesta entrò pochi minuti dopo, entrando al posto di Shevchenko. Potersi allenare con gente come Seedorf, Inzaghi, Sheva è stata una bella esperienza, ho potuto respirare il grande calcio”.

Un paio di apparizioni con l’Under 19 e un gol alla Romania, poi il prestito al Prato e dopo gli anni al Pizzighettone l’approdo nei dilettanti. Eri considerato un introverso. E’ stato uno dei tuoi limiti o cosa di preciso non ha funzionato?
”In Nazionale ho giocato con Montolivo, allora in B con l’Atalanta, ma che aveva già numeri importanti. Fui mandato in prestito al Prato in C1 con Matri, ora alla Juventus e Claiton del Bari. Purtroppo gli infortuni non mi hanno mai permesso di trovare una discreta continuità. Sono introverso, ma fuori dal campo. Quando gioco sono diverso. Ho anche una maturità diversa adesso che prima non avevo e quindi giocando con costanza ho trovato buone stagioni”.

Hai iniziato nel rodigino, allenato da tuo padre, poi il Padova. Al Milan come sei arrivato?
”Sì, al Castelguglielmo mi allenava mio padre (Giancarlo Piccolo n.d.r.). E da piccolo venivo spesso a vedere le partite della Spal al “Mazza”. Sono passato al Padova poi Buriani, il responsabile del settore giovanile, mi ha segnalato a Franco Baresi e da lì ho fatto gli anni della Primavera”.

A ventisette anni sei nel pieno della maturità calcistica: quali sono i tuoi obiettivi per il prossimo futuro?
”Togliermi qualche soddisfazione personale come magari vincere la classifica cannonieri quest’anno e far bene anche con la squadra. Con i gol segnati potrei avere una nuova opportunità nei professionisti e con la maturità acquisita magari riuscirei a far meglio delle esperienze precedenti”.

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