In una anonima mattina di metà dicembre Ferrara si è risvegliata a meno otto e con un amico in meno. Il problema è che non si parla di clima rigido, né di un improvviso espatrio fuori dalle mura: si parla della Spal spinta lontano dal primo posto in classifica e dell’addio improvviso, doloroso, a Tiziano Manfrin. Il Principe del centrocampo biancazzurro ha scelto una domenica tutta particolare per congedarsi e la sua improvvisa scomparsa non ha fatto altro che rendere ancora più amaro il ritorno da Piacenza, per tutti. Parlare di questioni tecniche e numeriche a fronte di una perdita così grave può sembrare quasi irrispettoso, ma tant’è, il momento della Spal lo impone. Va salutata con grande stima la scelta – già comunicata dalla dirigenza spallina – di giocare con il lutto al braccio nel prossimo turno in onore del grande centrocampista.
Si diceva di Piacenza. Mettiamola così: se su nove partite ne perdi una ci può anche stare. Diciamo che è fisiologico e una battuta d’arresto ce la si può anche concedere. È certo però che per la Spal un piccolo campanello d’allarme potrebbe iniziare suonare considerati i punti persi nelle ultime due domeniche e non è chiaro se il fatto di aver affrontato rispettivamente seconda e prima della classe costituisca un’attenuante. Da due domeniche la rincorsa al vertice sembra essersi arrestata, ma nulla è compromesso mancando ancora più di un girone da giocare. La sconfitta di Piacenza potrebbe essere una batosta dura da digerire sul piano morale, ma il calendario permette subito di reagire con la sfida alla Virtus Castelfranco: un match che al di là delle premesse ereditate dalla partita del Garilli conferma la quasi diabolica tendenza della Spal a incontrare le avversarie nel loro miglior momento stagionale. L’undici di mister Chezzi infatti arriverà a Ferrara sulle ali dell’entusiasmo dopo sei risultati utili consecutivi e un filotto recente di quattro vittorie. Per non farsi mancare niente i modenesi sono anche reduci dalla conquista della semifinale di Coppa Italia di categoria. Quello di sabato sarà quindi l’esame giusto per far comprendere ai biancazzurri che tipo di campionato sarà nell’anno nuovo e quali aspirazioni si potranno legittimamente inseguire. Perché a questo punto la linea di confine tra un torneo anonimo e uno di grandi ambizioni sta per diventare sottilissima.
La pausa natalizia – pur breve – pare giungere al momento giusto per i biancazzurri, che durante la sosta potranno recuperare le energie in vista di uno sprint che si annuncia particolarmente impegnativo. Oggi più che mai può essere salutare ricaricarsi dopo aver condotto una parte iniziale di campionato sempre con l’acceleratore premuto e con parecchia pressione dovuta al blasone della squadra. C’è poi da credere che Sassarini avrà modo di perfezionare ulteriormente le alchimie costruite nel laboratorio di via Copparo, magari con l’inserimento di una nuova pedina nella zona mediana. Gli ultimi due incontri non hanno fatto che confermare la filosofia proposta spesso e volentieri dal mister in questo primo scorcio di stagione: la Spal è una buona squadra che se la può giocare con tutti, ma per stare davanti al gruppo deve ancora aggiungere qualcosa al suo motore. Il ritardo con cui la rosa è stata assemblata è un fattore che continua a irradiarsi nelle sorti attuali: è un fattore rimarcato anche dall’allenatore nel momento di paragonare la capolista Piacenza alla sua Spal.
Come al solito, come ogni lunedì dopo una sconfitta, la piazza si è divisa equamente tra fiduciosi e pessimisti. C’è chi vede un campionato ancora apertissimo e chi sente gli otto punti di distacco come una sorta di condanna. Chi concede ancora credito alla squadra e chi ha già liquidato Sassarini come inadeguato a riportare la Spal tra i professionisti. E tanto per cambiare la virtù sembra stare nel mezzo: quanti a settembre avrebbero messo la firma per essere nei quartieri alti della classifica a questo punto del campionato? In tanti, visti i preoccupanti presupposti estivi. Quelle otto lunghezze che ora sembrano un macigno possono essere sgretolate di domenica in domenica, con dedizione e voglia di far pesare il nome della Spal negli scontri decisivi del 2013. Le prime sedici giornate di questo campionato ci hanno insegnato quanto gli stravolgimenti siano all’ordine del giorno in serie D. Tra vicissitudini societarie, campi impossibili, arbitri distratti e tutto il resto la questione è ancora aperta, a maggior ragione quando i contendenti per l’obiettivo sono numerosi come nel caso del girone D. Naturalmente i conti andranno fatti più avanti, con l’approssimarsi del termine della stagione, ma se si perdesse una partita ogni nove giocate noi, Sassarini (e tutta la truppa, dai giocatori ai tifosi) non saremmo disposti a mettere un altro po’ di firme sulla linea tratteggiata?