Ultimo giorno di mercato e una notizia buona è arrivata: per nessuno che arriva, Laurenti e Massaccesi, al centro di diversi giri di mercato nelle ultime settimane, almeno fino a giugno vestiranno il biancazzurro e non si muoveranno da Ferrara. Di questi tempi è importante anche la continuità di un progetto che, come assicura il presidente Roberto Ranzani, è solo all’inizio: “La Spal quest’anno deve riacquistare quella dignità che ha perso negli anni scorsi, vincere subito non è mai facile, siamo ancora incollati al treno delle prime, non voglio sentire ragioni da nessuno, fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata, vi prometto che questa squadra darà tutto per salire tra i professionisti”.
Ci crede Ranzani, ci crediamo tutti, in realtà, da Sassarini ai tifosi, senza contare il proprietario del sodalizio estense Benasciutti. E i giocatori? Ecco, siamo arrivati al punto. L’importante è che siano loro a crederci, per primi davvero, perché in campo, la domenica, vanno loro e solo loro hanno nelle mani, pardon, nei piedi, il destino di questa Spal. Chiaro che se andranno in campo come domenica a Vignola e come nel primo tempo contro il Mezzolara, a far la guerra con le freccette non si arriva lontano. Anche per questo, oggi, al viaggio di piacere a Milano a salutare qualche amico e rinsaldare vecchi contatti, Ranzani ha preferito trascorrerlo tra i suoi ragazzi. Quarantacinque minuti, secondo più, secondo meno, chiuso nello spogliatoio insieme all’allenatore. L’argomento, anche se non si dice, è facilmente intuibile: perché la Spal ha giocato così morbida le ultime due (e importantissime) partite? Il presidente dei biancazzurri ha le sue risposte e non si tira indietro a esporle: “Serenità. Tranquillità. Sono queste le parole d’ordine che da oggi in poi devono accompagnare i giocatori. Ho come la sensazione che vadano in campo appesantiti nella testa, qualcuno, mi dico, forse soffre troppo la pressione di dover vincere a tutti i costi, qualcun altro, invece, non si perdona gli errori che commette in campo la domenica. Ma perché? Oggi, nello spogliatoio, quando sono arrivato, erano tutti tristi, mogi, seri, un funerale in piena regola. Ma cos’è successo? Perché abbiamo pareggiato a Formigine e con il Mezzolara? E allora? Pensiamo a vincere con il Rosignano domenica dico io, nel calcio l’importante, prima di tutto, è non perdere. Ho perso la B con la filosofia del voler vincere sempre quando ero a Cosenza: un pari non è una sconfitta, se una domenica ti gira male non vuol dire che sei un fallito. Devono perdonarsi di più, è una squadra che va spronata di continuo e non criticata o messa alla gogna. Sono fatti così, perché si tratta di un gruppo ricco dentro, abbiamo ragazzi d’oro, di valori umani veri che si scontrano, a volte, con la filosofia del calcio che ti impone, come qui, nella nostra città, di vincere e subito. Eppure mi sembra che a Ferrara tutto giri nel verso giusto, stampa, società, tifosi, che sono straordinari, un vero valore aggiunto”.
Appunto. E allora, il problema, se c’è, qual è? Perché è chiaro che per sconfiggerlo va, prima di tutto, individuato. Ma secondo Ranzani non esistono problemi di alcuna natura, semmai è la maglia della Spal a pesare più di tutte le altre: “Qui non è mai facile vincere. Chiaro che vorrei vederli sorridere di più, da quando arrivano al campo a quando vanno via la sera. Il calcio è un gioco, per questo sono obbligati, prima di tutto, a divertirsi la domenica. Solo così i risultati arriveranno”.