Due punti nelle ultime due partite stridono con le ambizioni della Spal e dei suoi tifosi, è innegabile. Ancor di più se, a guardare bene la classifica, i biancazzurri non hanno, di fatto, dall’inizio del girone di ritorno, recuperato granché sulla capolista Atletico Bp Pro Piacenza che ha sempre nove lunghezze di vantaggio. Senza contare che dietro, c’è una pattuglia agguerrita di toscane pronte a dar battaglia sino alla fine. Che non sia il miglior momento in casa biancazzurra è palese: lo testimonia anche il lungo intervento di Roberto Ranzani ieri nello spogliatoio. Non c’è una scossa da dare, semmai c’è bisogno di quella parola in più per ritrovare quella tranquillità e serenità che, incredibilmente, questa squadra di colpo, pare aver smarrito. Sassarini, che ha capito il momento di empasse mentale dei suoi, inizia la nostra consueta chiacchierata prima del match sposando in pieno la linea del numero uno della società estense e rilancia: “Abbiamo perso una partita sola nelle ultime quattordici giocate. Io, di questa squadra e di questi giocatori sono fiero”.
Proviamo a riderci sopra per sdrammatizzare: può essere in crisi una squadra a nove punti dal primo posto con tredici gare davanti e tutti gli scontri diretti ancora da giocare?
“In crisi sono quelle squadre che non riescono a giocare a calcio. Che non fanno punti. Che perdono. Sono in crisi le squadre che hanno giocatori che in campo ci vanno senza aiutarsi e non seguono le istruzioni del loro allenatore. Che non hanno voglia, che non lottano. Io sinceramente trovo eccessiva la parola crisi. Semmai, in questo momento, non ci riesce del tutto bene quello che facciamo. Non siamo bravi a capire la cosa giusta da fare, facciamo scelte sbagliate quando siamo davanti al portiere. Ma capita a tutti”.
Eppure l’intervento di ieri di Ranzani, prima dell’allenamento, sembra sia stato voluto e appoggiato in primis da te per tranquillizzare una squadra che, nelle ultime due settimane, dopo le scoppiettanti vittorie contro Camaiore e Fidenza, ha dato l’impressione, a tratti, un po’ a sorpresa, di smarrirsi in campo.
“Per noi Ranzani è fondamentale, ma non da oggi, da sempre. Lui è uomo di calcio da una vita, conosce certe situazioni, molto meglio di me. In più lui vive a Ferrara da anni, ha vestito la maglia della Spal, ha vinto con la Spal. Nessuno più di lui può raccontare, attraverso la sua esperienza diretta, quello che passa nella testa di un giocatore quando vive le pressioni di trovarsi in una piazza che vuole vincere subito e non ci riesce. Vignola non fa testo, noi giochiamo a calcio e per giocare a calcio serve un campo: quello non era un campo”.
Insomma la Spal non è stata mai così bene e va tutto a gonfie vele.
“Abbiamo perso una partita nelle ultime quattordici giocate, abbiamo segnato trentasei gol, siamo addirittura tra i migliori attacchi del girone, nonostante questa squadra non abbia un vero e proprio bomber. Non è una colpa, sia chiaro, è una squadra di sinistra (ride), noi facciamo gol tutti insieme. E tutti insieme vogliamo toglierci le nostre soddisfazioni. Per domenica recuperiamo anche Gallo, Massaccesi e Rosati. Lo vedete anche voi, qualcosa da aggiustare c’è, ma niente di allarmante. Sono periodi normali in una stagione”.
Ranzani ha detto che non ha mai trovato un gruppo così spiritualmente vivo e, forse, anche troppo abituato a pensare.
“Sono ragazzi genuini e io per primo devo cercare di far quadrare il cerchio lavorando su questa genuinità che, sia chiaro, non è esattamente un male. Una soluzione c’è ed è solo una: il gioco. Dobbiamo passare da lì per toglierci dalla testa i pensieri. E’ vero, ci sono giocatori che, in questo momento, vanno in campo con il carrettino attaccato dietro. Non è che sono deboli di carattere o, come magari erroneamente si pensa, sono privi di mordente: sono semplicemente umani e vivono la Spal sulla loro pelle in maniera un po’ troppo pressante. Non è l’esterno che ci condiziona, sia chiaro. Siamo noi che andiamo in campo, a volte, con la sensazione che se non ci viene bene una cosa, ecco, il giochino si rompe. Ma non è così. Dobbiamo stare tranquilli, pensare a noi e basta. A volte credo che se questa squadra entrasse in campo pensando di fare un’amichevole vincerebbe contro chiunque. Purtroppo, non è così”.
La sensazione è che questa squadra, in questo momento, vada in campo senza pensare, prima di ogni altra cosa, a divertirsi.
“Sono tanti i giocatori che non hanno mai giocato in una piazza come Ferrara. Per tutti c’è una prima volta e, anche se siamo in D, l’ambiente ha la sua importanza. Lo stadio, le duemila persone fisse alla domenica di media, la stampa, le due o tre interviste a settimana a cui sono sottoposti: cose bellissime, ma se non sei abituato ci metti un po’ di più. Ci pensano che vincere qui sarebbe importante, anche per loro stessi, è ovvio. Questo è un treno, per molti, fondamentale”.
Strano però che questa emotività salti fuori a febbraio e non prima.
“Ma forse perché all’inizio nessuno ci credeva, tranne noi che lavoriamo per quello quotidianamente, che saremmo riusciti a tenere il ritmo delle prime. Ora che sei lì, beh, è anche normale iniziare a prendere coscienza del tutto. Vanno vissute meglio queste situazioni, ripeto, che sono normali e piacevolissime per chi fa, come noi, questo mestiere”.
Rosignano e poi una pausa, è il caso di dire, mai capitata così a puntino. Siete un po’ arbitri del vostro destino a questo giro. Il calendario, del resto, tranne il big-match di Ponte a Egola, dice che tutte le squadre che vi stanno davanti non dovrebbero faticare per conquistare i tre punti. Per la Spal tre punti vitali da portare a casa in qualunque modo.
“Fosse così semplice farli questi punti come lo diciamo noi saremmo a posto. Ma la realtà è più complicato. Il Rosignano ha cambiato praticamente tre squadre: quella dell’andata, quella di metà campionato e quella delle ultime settimane. Peccato mortale è permettersi anche solo lontanamente di pensare che solo perché han preso cinque gol in casa contro la Massese la gara sia chiusa in partenza. Davanti spero vincano tutte, così almeno fanno un bel gruppone e quando poi iniziano gli scontri diretti vedi come si ammazzano a vicenda. Per noi, se il Piacenza non vince è meglio ma è soprattutto fondamentale che la vinciamo noi la partita di domenica”.
Anche perché i tifosi, questa volta, mal digerirebbero un’altra ics nella casella dei risultati. Allungare la striscia positiva o, non perdere, stavolta servirebbe davvero a poco.
“Sono d’accordo. Abbiamo la consapevolezza che domenica l’unica squadra che ha qualcosa da perdere è la nostra. Ma, ripeto, il Rosignano ha cambiato pelle e non è avversario comodo. Non fatevi ingannare dai risultati o, peggio ancora, dalla classifica. La D è una categoria che frega chi non è abituato: hanno rifatto la squadra grazie all’attuale diesse Radicchi che per vent’anni è stato osservatore del Milan. Tutti calciatori di categoria, anche superiore, vi cito solo qualche nome, come Marcuccetti (ex Massese), Semboloni (ex Pistoiese) o Mariotti (ex Lucchese), non proprio gli ultimi che vantano tanti gettoni in serie C e questo la dice lunga. Chi pensa che loro si sentano già spacciati commette uno sbaglio colossale. Inoltre, proprio perché sono un cantiere aperto, cambiano due, tre moduli ogni partita nei novanta minuti. Giocheremo contro un avversario sconosciuto, di cui possiamo azzardare solo che non abbia, come è ovvio, ben oliati i meccanismi di squadra e, forse, non abbia neppure una tenuta così considerevole nei novanta minuti. Ma non sarà facile”.
Tutti disponibili ed è la prima volta che accade dall’inizio della stagione. La più bella notizia della settimana è, senza dubbio, proprio questa. Novità di formazione in vista?
“Io li ho visti bene, sono in buonissime condizioni fisiche. Tutti. Marchini, tanto per dire un nome, sta tornando quello di inizio stagione, è in costante crescita. Ma ci sono altri ragazzi che, per l’impegno e la costanza che ci stanno mettendo in settimana, meritano un’occasione, come i vari Sartori e Shqypi. Poi ho Gallo, Massaccesi e Rosati finalmente disponibili. Domenica potrebbe essere la giornata giusta per vedere all’opera qualcosa di diverso ma non voglio dire altro, qualcosa, sicuramente, cambierò e magari riesco anche a sorprendervi”.
Mercoledì ti sei sgolato a forza di chiedere ai tuoi di tenersi compatti e più corti e stretti in mezzo al campo.
“Più che in mezzo al campo è un concetto di squadra. Ma le partite del mercoledì non sono mai come quelle della domenica. Ho visto il Mezzolara esultare per l’ 1 a 1 a fine partita, non so bene a cosa gli servirà, forse fa curriculum pareggiare contro la Spal ma è una soddisfazione che finisce lì. Questo la dice lunga su come loro avevano impostato la partita. Ci siamo un po’ incasinati noi la vita, nel primo tempo”.
Cintoi e Del Mastio, entrati nella ripresa, hanno ridisegnato il volto e l’atteggiamento della squadra.
“Ci sono giocatori che sono con noi da poco, come Rizzo, che ha bisogno di capirci e capire come difendiamo. Occorre tempo e pazienza, poi è giovane e non può avere quella malizia o quell’esperienza che ha uno come Cintoi ad esempio. Del Mastio è forte, lo sapevamo e non è un caso che sia qui con noi”.
Cubillos, Rocchi e Marongiu insieme, come nel finale di partita contro il Mezzolara è e resterà solo un esperimento a gara in corso?
“Non credo che questa squadra possa reggere sempre il trequartista e due punte, non dall’inizio, non ancora. Un domani si vedrà, adesso penso che siamo riusciti a trovare la nostra identità di gioco, quantomeno un equilibrio tattico dove riusciamo a far rendere tutti gli interpreti se non al cento per cento ma molto vicino”.
Riepiloghiamo: under Canalicchio, Del Mastio, Fiorini e uno tra Piras e Rosati. Con Marchini candidato a una maglia da titolare e Laurenti inamovibile, se non si vorrà intaccare la difesa sempre per il solito discorso legato ai giovani, è un azzardo pensare di poter rivedere il capitano in mezzo al campo come a inizio stagione e non in fascia come a Vignola?
“Non si può cambiare sempre di ruolo un giocatore: sono energie fisiche e mentali che si perdono inutilmente, anche se Marchini è giocatore intelligente e capace di fare qualunque cosa, anche il terzino. Voglio godermi la mia prima vigilia in cui ho l’imbarazzo della scelta anche se l’undici anti-Rosignano è già qui, pronto, nella mia testa. E sono sicuro che sarà una bella Spal”.
LA PROBABILE FORMAZIONE
SPAL (4411): Canalicchio; Cintoi, Nodari, Calistri (Rosati), Fiorini; Laurenti, Del Mastio, Marcolini (Marchini), Piras; Marongiu; Rocchi. All.: D. Sassarini.