Sono consapevole che rivangare il recente passato possa essere doloroso (se non proprio fastidioso), ma questa ve la devo proprio raccontare. Durante l’ultima estate, mentre la Spal (1907) era già retrocessa sul campo e si avviava a una mesta esclusione dal professionismo, mi è capitato di parlare della valutazione economica di Gianluca Laurenti con l’allora direttore generale Bortolo Pozzi. E’ successo mentre fuori dal centro di via Copparo la calura imperversava, non solo climatica, ma anche metaforica. Affrontammo l’argomento di passaggio, in una chiacchierata del tutto informale, mentre cercavo di capire come il diggì intendesse reperire le risorse per l’iscrizione al campionato. Pozzi, con invidiabile disinvoltura, snocciolò cifre e valutazioni riguardanti Laurenti (e diversi altri) come se si trattasse di affari praticamente fatti.
Sarebbe poco signorile dirvi a quanto ammontava la valutazione del giocatore, però posso dirvi del mio stupore nel vederlo disoccupato dopo il 31 agosto, nonostante lo sfacelo della Spal 1907 lo avesse lasciato libero di accasarsi dove meglio credeva. A maggior ragione dopo oltre un mese di accostamenti veri o presunti a club di serie B e di Prima Divisione. Così, vederlo all’opera con la maglia della Copparese nell’amichevole agostana contro la rinata Spal dei due Roberto, non ha fatto altro che alimentare le mie perplessità sui meccanismi del calcio d’oggi.
Ora, sette mesi, ventuno presenze e nove gol in campionato dopo, mi chiedo: cosa altro deve fare Gianluca Laurenti per guadagnarsi una possibilità nel professionismo? Allo stato attuale è il miglior marcatore della squadra e forse il talento più cristallino a disposizione di mister Sassarini. E non è un caso che il tecnico spezzino, a campionato in corso e dopo averlo adocchiato a Copparo, abbia insistito non poco con la dirigenza per averlo a disposizione. Durante un afoso pomeriggio di settembre a Fidenza, sull’onda della prima vittoria stagionale, Sassarini ammise che sì, la squadra era forte, ma Laurenti avrebbe permesso un decisivo salto di qualità. Aveva ragione e non poteva essere altrimenti viste le potenzialità del ragazzo.
Quando lo incontrai per la prima volta nel novembre 2008, Laure era poco più di un ragazzino maggiorenne, impacciato e timido nonostante referenze da potenziale campioncino. Chissà se da lì a cinque anni si vedeva ancora alla Spal. Io sospetto di no, perché il cuore pesa, ma l’ambizione può molto. Ed è giusto così. Eppure, nel momento di accettare l’offerta di Roberto Ranzani lo scorso settembre, Gianluca ha aperto un nuovo capitolo della sua carriera, ripartendo dal basso per prendere ulteriore slancio. Lasciandosi consigliare proprio dal cuore di chi è entrato in via Copparo per la prima volta a otto anni. Adesso che le primavere sono ventitre, diversi capitoli restano ancora da scrivere. Nel finale di stagione del 2008, gestione Tomasi, faceva la sua prima apparizione nella vecchia C2 esordendo contro il Cuoiopelli Cappiano. Oggi, sempre in biancazzurro, rincorre una squadra di nome Tuttocuoio per riportare la Spal proprio in quella categoria, che nel frattempo ha cambiato nome. A Laure deve sembrare che nulla in fondo sia cambiato. Invece è passato tanto tempo e a ventitre anni è definitivamente pronto a fare la differenza, anche ai piani superiori.