Cosa serve per costruire qualcosa? Serve tempo, pazienza, lavoro, passione e soprattutto la voglia forte di arrivare in fondo. Con questi elementi si può mettere in piedi qualunque cosa, indipendentemente da tutto, anche dalla condizione da cui si parte. Questo hanno mostrato ieri sera ragazzi disabili e studenti dell’Istutito tecnico Don Calabria nei due spettacoli teatrali messi in scena in una bellissima serata organizzata dall’Istituto stesso e dedicata appunto al loro lavoro. Ricevimento, buffet e infine la rappresentazione davanti a più di un centinaio tra parenti, amici e ospiti speciali. Del legame a doppio filo che unisce Spal e Città del Ragazzo abbiamo già parlato qualche mese fa (link articolo). Un rapporto che va avanti, stagione dopo stagione, con tutti i giocatori, i tecnici e i dirigenti che anno dopo anno si susseguono tra il centro di via Copparo e lo stadio “Mazza”, indipendentemente dalle burrasche societarie e dai fallimenti sportivi che hanno funestato queste ultime e travagliate stagioni. E così anche ieri sera facce vecchie e nuove hanno risposto all’appello e si sono presentate per rincontrare gli amici conosciuti durante il loro soggiorno spallino, per mangiare una piatto insieme, per scherzare e per vedere il frutto del loro lavoro teatrale. Della squadra della stagione appena conclusa è presente una buona rappresentanza del gruppo dei “ferraresi”. Laurenti, Fiorini e ovviamente Capitan Marchini. “E’ una bellissima serata – spiega il capitano – rimango sempre colpito dalle belle persone e dal gran lavoro che fanno qui. Un bell’esempio per tutti”. Ma anche vecchie conoscenze come dicevamo. Dalla Romagna infatti sono arrivati anche Paolo e Giovanni Rossi, reduci dalla recente salvezza in Seconda Divisione della loro Santarcangiolese. Presenti alla serata poi anche il Centro Coordinamento Spal Club, con alcuni membri e la presidentessa Valentina Ferozzi, e sopratutto l’attuale dirigenza spallina accompagnata da esponenti della cordata romana con cui è attualmente in trattativa per la cessione di quote. Con il patron Roberto Benasciutti infatti ci sono anche Pontrelli e Guarracino, per prendere contatto con questa realtà che da anni ormai collabora con la Spal. Per toccare con mano il fatto che in questa città la Spal non è solo una squadra, ma qual’cosa di più che bisogna conoscere. Saluti, strette di mano, convenevoli e chiacchierate. Ma ora basta, si spengono le luci. E’ ora degli spettacoli. Di apprezzare il frutto di mesi di lavoro e fatica di gente che di coraggio forza d’animo ne ha davvero da vendere.
Nino D’Ambola, curatore dei rapporto tra Spal e Città del Ragazzo: “La cosa che mi lascia più sorpreso e stupito è che tutti quelli che instaurano un rapporto con noi poi non ci dimenticano mai. Magari non ci sentiamo per dei mesi interi, ma quando facciamo qualcosa, o quando passano da queste parti tornano sempre a trovarci. Anche stasera, ad esempio, mi è bastato fare uno squillo che per avere subito l’adesione di Giovanni e Paolo a questa bella serata. E lo stesso vale per i ragazzi che hanno giocato quest’anno. Comunque, capita che non ci senta per qualche tempo, ma a noi non scappa mica nessuno. Ci segniamo dove vanno a giocare dopo la Spal e sul giornale li teniamo d’occhio tutti”.
Paolo Rossi: “Tornare a Ferrara è sempre bello. E’ una città che mi ha dato tanto, e dove ho vissuto davvero anni belli. E anche ritrovare gli amici della Città del Ragazzo è un piacere immenso. Ho passato tante ore qui e ho grande stima del lavoro che si fa in questo Istituto. Ora sono qui con Giovanni per goderci questi spettacoli, ma torneremo presto, già il sei di giugno per partecipare al torneo della Solidearietà”.
Com’è andato quest’anno a Sant’arcangelo?
“E’ andata bene dai. Alla fine siamo riusciti a salvarci, ed è questo che conta. Ora vedremo per l’anno prossimo, con tutti i discorsi legati alla riforma del campionato la faccenda sarà più complessa”.