BRAIATI E LA S.P.A.L., LA STORIA CONTINUA. IL CENTROCAMPISTA: SONO RICONOSCENTE AI TIFOSI, NON LI DELUDERO’

Quello tra la S.P.A.L. ed Edoardo Braiati è sempre sembrato il più classico dei matrimoni che s’aveva da (ri)fare, a prescindere dalla soluzione del rebus societario biancazzurro che ha tenuto tutti occupati negli ultimi tre mesi. Alla fine il centrocampista, classe 1980, ha trovato un accordo con il presidente Walter Mattioli e per un altro anno vestirà la casacca dell’Ars et Labor, nonostante le perplessità sul suo impiego dettate dalle ferree regole sull’età media dei giocatori in Lega Pro. Da venerdì si unirà ai compagni nel ritiro di Sant’Agata Feltria. Nel frattempo lo abbiamo contattato per conoscere le sue sensazioni.

Edoardo, è praticamente superfluo chiederti se sei soddisfatto di questo epilogo.
“Chiaro, sono davvero molto contento. È quello che ho sempre voluto”.

Prima di questo accordo sei passato in poche settimane dall’essere un punto fermo dell’ipotetica S.P.A.L. romana all’essere un giocatore in cerca di squadra.
“Sì, in effetti con gli interlocutori precedenti c’era già un’intesa di massima. Con la soluzione-Giacomense si è aperto un momento di riflessione che però si è risolto positivamente grazie anche all’aiuto dei tifosi. Nell’ultima settimana ho parlato con tutti, da Mattioli, a Vagnati fino al mister e ho capito di poter dare il mio contributo anche quest’anno, nonostante le regole sull’impiego dei giovani”.

Un anno fa il tuo intervento fu determinante nel permettere alla S.P.A.L. di tesserare alcuni giocatori alla vigilia della partita di Coppa Italia, giocasti quasi una parte da mediatore. Ora invece questo ruolo sembra essere stato assolto da una parte della tifoseria, che ha richiesto a gran voce il tuo ingaggio.
“(Ride) Non so quanto abbia pesato il loro parere, però penso che i tifosi abbiano riconosciuto dei meriti a me e a Davide (Marchini, ndr): nonostante tutte le vicissitudini societarie abbiamo dato prova di poter contribuire in maniera determinante alle sorti della squadra. Da parte mia non posso che ringraziarli per tutto l’affetto e il rispetto che mi hanno riservato, farò di tutto per non deluderli”.

Dopo la notizia del tuo ingaggio qualche tifoso ha ironizzato: Braiati farà più il dirigente che il giocatore viste le regole sull’età media dei giocatori in campo…
“Ma no, i dirigenti ci sono già, se sono alla S.P.A.L. è perché sento di poter dare ancora qualcosa e perché dopo aver parlato con Mattioli e Vagnati so perfettamente cosa mi aspetta. Dovrò sfruttare le mie occasioni. Certo è che la regola sull’età media è penalizzante, ma bisogna rispettarla anche se non ci piace”.

Al di là del possibile minutaggio che ti verrà riservato, la tua maggiore responsabilità riguarderà la crescita dei tanti giovani che avrai attorno.
“Sicuramente sì, sarà mio compito aiutare il più possibile i ragazzi come d’altronde ho fatto nell’ultima stagione. D’altra parte sono il primo a essere consapevole di non poter giocare trentacinque partite, quindi mi metterò a disposizione della squadra come ho sempre fatto. Sarà un campionato molto difficile e ci sarà bisogno di tutti, compresi i giocatori più esperti”.

Avevi già iniziato a pensare a un piano B, oppure la S.P.A.L. ha sempre rappresentato il tuo unico pensiero?
“Ho aspettato tutto il tempo con la speranza di continuare la mia esperienza in biancazzurro, anche perché ho fatto alcune scelte di vita che non mi permettono di allontanarmi eccessivamente da Ferrara. C’era stato qualche approccio di squadre dilettantistiche, ma nulla di veramente serio. Personalmente mi sento bene e penso di poter continuare su buoni livelli per altri due o tre anni. E poi la S.P.A.L. è la squadra della mia città, non potrei chiedere di meglio”. 

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