A SANT’AGATA ECCO UNA S.P.A.L. GRINTOSA, CONCENTRATA E SBARAZZINA CHE CONQUISTA CHI LA GUARDA

“Chi era il difensore centrale, quello del Napoli?” Si chiede rilassato Matteo Montorsi appena rientrato in hotel. Si riferisce probabilmente a Leandro Rinaudo, ex di Napoli e Juve, stopper della rappresentativa AIC nell’amichevole di Sant’Agata. Gli avversari della S.P.A.L. nella seconda uscita stagionale schieravano una formazione composta in gran parte da giocatori appena uscita da anni di A e B, rimasti per il momento senza contratto, ma destinati ad accasarsi ancora nelle prime due serie nazionali. Si pensi a Vincenzo Italiano, impressionante nel dare i tempi alla squadra, a Erion Bogdani, quest’anno in A a Siena, o ancora a Sedivec, Job, Balestri, Longobardi, Gaeta. I ragazzi terribili di mister Rossi non si spaventano, scendono in campo concentrati, subiscono in alcuni casi la classe di Italiano, le volate di Job, ma continuano a stare sul pezzo, senza scomporsi. La S.P.A.L. gioca e crea occasioni, funziona sull’asse sinistro Fantoni-Di Quinzio, il piede fatato del primo lascia partire palloni succulenti per l’ala e per le punte. Il terzino ex Entella, autore anche di chiusure decisive, appare un po’ bloccato in fase di spinta, nella quale invece sa essere devastante. Cozzolino e Varricchio sono ancora lontano dalla forma migliore ma si cercano, si muovono, vengono incontro, tirano appena vedono uno spiraglio. Jurgen Pandiani mostra da subito di essere in palla, Capellupo e Landi lottano a centrocampo e Silvestri e Cenerini non fanno passare uno spillo, tanto che Coletta è a lungo inoperoso. La S.P.A.L. subisce il gol di Longobardi ma non ha alcuna intenzione di piangersi addosso e chiude bene la prima metà.

Leo Rossi cambia la sua squadra per sette undicesimi, come annunciato. La S.P.A.L. piace anche col centrocampo a cinque, con Banzato incursore dietro a Cozzolino unica punta e arriva il pareggio. Pandiani si invola e castiga il portiere avversario Frattali sotto le gambe. I biancazzurri continuano a fare gioco, anche quando scende Cozzolino e si gioca con Pandiani di punta. Il classe 1992, ex di Monza e Alessandria, si guadagna il titolo di migliore in campo anche prima dello splendido gol del 3a1 spallino: corre, guadagna falli, dispensa lanci illuminanti per i compagni. Proprio Pandiani, Diego Vita e Di Quinzio sono un pericolo costante per la difesa avversaria. Il secondo gol nasce da una gran palla di Edo Braiati per Cozzolino che supera il portiere con un pallonetto, ribadito poi in rete di testa da Diego Vita. Il gol che chiude il match arriva a nove dal termine, con Di Quinzio che serve Pandiani, piatto chirurgico e palla nell’angolo basso.

È sera e al Falcon Hotel i ragazzi hanno mangiato. Rosseti guarda il suo Ipad, c’è chi scende in paese a fare due passi e chi torna già in camera. Nessuna intenzione di esaltarsi, non ce ne sarebbe motivo. C’è da migliorare ancora tanto, siamo solo all’inizio, qualcuno dal mercato arriverà. Ma questa S.P.A.L. piace e sa conquistare chi la guarda. Gli applausi a fine gara dicono molto e la domanda di Montorsi riassume il carattere di questa S.P.A.L. Rispetto per tutti, certo, e tanto lavoro. Ma noi siamo la S.P.A.L. e non temiamo proprio nessuno, nemmeno quel difensore del Napoli, già, sì, proprio quello… ma com’è che si chiamava?
Servizio a cura di Michele Ronchi Stefanati

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