Si sentiva parlare ferrarese dappertutto.
Siamo a Siena, è il 24 maggio del 1992 e si sente parlare ferrarese dappertutto. Quel giorno, nella città del Palio, la S.P.A.L. potrebbe guadagnare la promozione in serie B e migliaia di tifosi spallini raggiungono la Toscana. Tra loro c’è Stefano Bersanetti e, con lui, l’amico di una vita, Alberto Callegari. Si erano conosciuti alle scuole elementari di Massafiscaglia, dove Stefano si era trasferito, da bambino dalla nativa Migliarino. Nel tempo, Stefano e Alberto si perdono di vista e si rincontrano molto più tardi, per caso, in uno zuccherificio Eridania, forse a Ferrara, dietro la stazione, forse a Molinella, non ha importanza. Giovanissimo, Stefano si trasferisce a Genova, dove anche Alberto Callegari era d’istanza come militare. Alberto girava al tempo con una FIAT 127 a metano che ogni volta, nelle tante salite genovesi, minacciava di spegnersi e si doveva correre ai ripari, azionando una leva per convertirla a benzina.
Alberto e Stefano sono, naturalmente, malati di S.P.A.L.. E Così, il 24 maggio 1992, senza pensarci su due volte, partono da Genova in direzione Siena, per quella che è la partita dell’anno. E’ la penultima di campionato, basta un pareggio per salire di categoria. Stefano e il suo amico sentono la tensione ma sono eccitatissimi, quasi certi che la promozione in B, alla fine di quei novanta minuti, sarebbe arrivata. Corrono verso Siena, Alberto e Stefano, e sembra che non si arrivi mai.
Sentono parlare ferrarese dappertutto, si uniscono agli altri tifosi spallini per mangiare qualcosa prima della partita. Un chiosco e qualche hot dog, sciarpe e bandiere e automobili targate “FE”.
La S.P.A.L. di Gibì pareggia la partita, zero a zero. La promozione in serie B è matematicamente raggiunta. Stefano ricorda la gente in campo, un’invasione pacifica, nessuno scontro con le forze dell’ordine, la gioia per tutti incontenibile. Tempi che sembrano andati, sospira Stefano, e non solo per la tessera del tifoso. Sul campo, in quel delirio collettivo, Stefano incontra persino alcuni ragazzi di Massafiscaglia che conosceva da bambino, compagni di oratorio, splendidamente ritrovati in quell’estasi biancazzurra.
Si torna in macchina. Stefano e Alberto ripartono alla volta di Genova, felici come non mai. Poi, in autostrada, appare lo svincolo per Bologna. I due amici si guardano e pensano la stessa cosa: torniamo a casa per i festeggiamenti?
Non lo fecero. Quella sera, stanchi, non svoltarono per Bologna e proseguirono per Genova. E, come dice Stefano, probabilmente qualcosa si sono persi.