Essere lontani nel giorno di SPAL-Maceratese… e quasi non preoccuparsi per amore

Mancano tre ore al big match e l’attesa si fa sempre più snervante. Fai mille pensieri che cozzano tra loro e ti mettono una certa inquietudine. Il “più sette” sulla seconda ti rassicura, facendoti sentire quasi imbattibile, ma un momento dopo tremi a causa dell’arbitro, che si dice sia pisano; e della Maceratese, avversaria di oggi, che sta dimostrando di meritare del tutto il terzo posto in classifica. Escludi una giornata-no, ma sai che nel calcio tutto è possibile. Guardi l’orologio e imprechi contro il tempo che non passa mai.

Poi alcuni flash ti rimandano Manuel Lazzari che fa il diavolo a quattro sulla fascia e scodella in mezzo invitanti cross per i bomber di turno; e Mora che, con tocco vellutato, manda in gol Finotto dopo un’azione corale tipo blaugrana; e ancora Mora, che inventa, da fuori area, un eurogol da cineteca; e Di Quinzio, che ti stampa nel sette, alla destra del portiere, una foglia morta tipo Mariolino Corso, se non fosse che è calciata col destro; e ti appare la Ovest, dodicesimo uomo in campo, che menerà le danze dei seimila del Mazza. Ti bastano i fotogrammi di un film come questo per scacciare, in un lampo, l’incubo di una possibile sconfitta.

Poi apprendi che il Pisa sabato ha vinto ed ora è a meno quattro, con una partita in più. E mandi a quel paese lo spezzatino e chi ha inventato la televisione, che fagocita tutto. Pensi all’effetto che potrà avere sui ragazzi l’andare in campo con l’imperativo della vittoria per mantenere la posizione.Ti ritorna l’ansia e cominci ad aggirarti per casa con aria assente. Ti imponi autocontrollo, per non allarmare tua moglie, che non è dei paesi tuoi e simpatizza, se pur tiepidamente, per altri colori. Quindi sei solo col tuo dramma, solo, come chi vive lontano da Ferrara e non può scaricare la tensione del pre-partita sorsegginado un aperitivo al bar, in compagnia degli amici.
Dopo pranzo ti aggrappi a Facebook in cerca di notizie e di parole rassicuranti. Nei vari post ti colpisce l’immenso orgoglio spallino ostentato dal popolo bianco-azzurro in perfetta simbiosi con quello della propria ferraresità. Si percepisce che la rinascita spallina non sarà solo un fatto sportivo, ma anche sociale ed economico, in una Ferrara che acquisterà maggiore attenzione mediatica a livello nazionale. Allora capisci che la tua passione non è poi così futile, perché dagli spalti del Mazza ti batti per il benessere della tua città e della sua meravigliosa gente.

Infine scocca l’ora, e la finestra si apre sul Mazza, che ti fa invidiare seimila fortunati che ne gremiscono le zone praticabili. Ripensi ai tempi tuoi, quando eravate in venticinquemila, e fatichi a trattenere un sospiro. E’ solo un attimo però, perché le squadre entrano in campo e ora non hai che da vedere che succede nei prossimi novanta minuti più recupero. Non passa tuttavia molto dal calcio d’inizio, che capisci quanto oggi sarà dura. La Maceratese sa giocare al calcio e la partita è aperta a qualsiasi risultato.
Allora succede un fatto strano: la tua tensione si placa e ti sembra di assistere a una partita in differita e di conoscerne già il risultato. Non ti disperi al primo vantaggio dei biancorossi, come non esulti al pareggio. Saranno i punti in classifica, alla fine, “più quattro”? – ti chiedi – E più quattro siano! Ma la capolista saremo sempre noi. A che servirebbe altrimenti il vantaggio accumulato sinora, se non a poterne perdere un po’ per strada? Bene, oggi ci prenderemo questa licenza e domani sarà un altro giorno.
Alla fine sconfitta sarà, e cocente anche, ma noi seimila … e uno – più quelli che si aggiungeranno – saremo ancora qui a gridare “forza SPAL!”, perché amiamo i nostri colori e Ferrara, anche quando i casi della vita ci portano lontano.

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