Spal, regno di Cesare Butelli, atto terzo. È curioso, anche se per certi versi banale, rilevare come di volta in volta, di presentazione in presentazione, si registri un clima diverso nelle aperture di sipario biancazzurre. Nel 2008 si respirò l’entusiasmo della novità (o della liberazione, se si preferisce), nel 2009 è stata la volta del moderato ottimismo. La presentazione del 2010 ha per certi versi rappresentato la svolta del basso profilo. Attenzione, basso profilo non fa rima con basso livello d’ambizione. Semplicemente è sembrato che questa nuova epoca di austerità economica (forzata o meno) abbia fatto breccia anche nell’atteggiamento e nei programmi di casa Spal: estremo realismo. Questo nonostante la conferenza stampa abbia avuto luogo in un lussuoso hotel, rispetto al centro d’addestramento utilizzato l’anno scorso. Non certo un dettaglio che possa far pensare a una contraddizione in termini. Anzi, il ricorso alla coerenza ideologica è stato uno dei fili conduttori degli interventi dirigenziali. Coerenza anche pratica visto il gessato di Bortolo Pozzi e la giacca a quadri in tinte biancazzurre del presidente. Cesare Butelli ha voluto confermare la sua fama di persona poco incline ai formalismi, cedendo fin da subito la parola al direttore generale per il punto generale sulla situazione della Spal. Ecco un riassunto per capitoli del suo lungo intervento, seguito dalle considerazioni degli altri protagonisti della conferenza stampa.