Alcune esperienze in serie C, molte in A e B e in più anche la nazionale. Stagioni indimenticabili ma anche annate da dimenticare. Qual è il bilancio della tua carriera calcistica?
“Sono molto soddisfatto! Quando riesci ad avere il tuo spazio in serie A e in nazionale non puoi che essere contento. Nella mia carriera, come in quella di tanti altri, ci sono stati momenti topici e altri più difficili, soprattutto quelli legati agli infortuni che mi hanno tenuto lontano dai campi per molto tempo. Questo è il calcio…”.
Per chi gioca a calcio la nazionale è un grande traguardo, un’esperienza memorabile. Quale era il tuo stato d’animo un attimo prima di entrare in campo e giocare in maglia azzurra?
“E’ difficile da spiegare. Nella vita di un giocatore ci sono tanti momenti importanti ma quando indossi la maglia azzurra ti senti all’apice della carriera, capisci che stai rappresentando la tua nazione e quindi l’emozione è molto forte. Cantare l’inno nazionale insieme ai tuoi compagni di squadra è una sensazione indescrivibile”.
Tre derby vinti e la promozione in serie A. Con i gol e con il cuore hai segnato la storia recente dei blucerchiati diventando un autentico pilastro per la squadra e per i tifosi. Un pezzo di Samp frenato, ma non vinto, da due gravissimi infortuni. Non deve essere stato facile divorare i campi da calcio… solo con gli occhi!
“E’ stata durissima. Il primo infortunio l’ho recuperato abbastanza in fretta. In squadra c’era bisogno di me, io avevo voglia di tornare a giocare e così abbiamo anticipato il ritorno in campo ma è stato un errore. Mi sono fatto nuovamente male e in quel momento è iniziato un vero e proprio calvario, mesi di cure e riabilitazione. Questo fatto ha condizionato parecchio la mia carriera perché il lungo stop l’ho pagato anche negli anni successivi”.