ENTRO MARTEDI’ SI DECIDE IL FUTURO DELLA SPAL. I GRUPPI INTERESSATI, LE OFFERTE, GLI SCENARI… RETROSCENA, DETTAGLI E SPERANZE

O si chiude o si chiude. Le parole del Consigliere Gessi dette alla stampa nel dopo partita di Spal-Carpi hanno fatto molto rumore. E hanno lasciato spazio a molte interpretazioni. In realtà non c’è bisogno di interpretare nulla. Il significato era e resta chiaro oltre che sincero. O si cede o si consegna la Spal all’Amministrazione Comunale con tutti i rischi del caso, leggi fallimento. Ma questo succedeva mercoledì. Dopo quell’uscita dell’unico dirigente ferrarese della società di Butelli sono successe parecchie cose. Cose che, evidentemente, la società ha raccontato oggi anche al primo cittadino Tagliani apparso (ne parliamo a parte) rinfrancato dopo aver parlato personalmente con i rappresentanti dei due gruppi: il primo, quello lombardo in mattinata, il secondo, quello romano, nel tardo pomeriggio. Al primo cittadino inizialmente (e forse non solo) poco convinto dall’assenza di Butelli, Pozzi e Gessi hanno detto che entro lunedì, al più tardi martedì, comunicheranno fatti concreti che possiamo qui riassumere in due ipotesi, una delle quali, per puro caso, la conosciamo direttamente visto che le parti in causa, per una strana coincidenza, hanno contattato proprio LoSpallino.com un paio di settimane fa per avere notizie sullo stato dell’arte biancazzurro e per contattare l’attuale proprietà.
Ma andiamo in ordine. Si sa, non da oggi, che un gruppo di imprenditori ormai definiti lombardi, probabilmente milanesi, perché si tratta di persone che rappresentano questa regione ma non solo – imprenditori che hanno interessi nel ramo commerciale, finanziario e immobiliare (continuiamo, magari sbagliando, a escludere le voci che volevano gli stessi vicini a Euronics) – hanno contattato il Direttore Generale Pozzi già un paio di mesi fa. E’ lui, il diggì biancazzurro, l’uomo che ha portato avanti questa possibilità con una trattativa che da allora non si è mai interrotta e, anzi, procede quotidianamente perché, stando almeno alle prime impressioni, non si tratta di avventurieri ma di gente che vuole investire e per farlo vuole giustamente sapere tutto ma proprio tutto della situazione economica, della squadra, del bacino d’utenza, del fotovoltaico e così via. Il problema è che nel frattempo l’emergenza economica è peggiorata e quegli interventi diretti della dirigenza attuale non si sono concretizzati per cause burocratiche e perché l’aria economica che tira in Italia attorno alle banche puzza più di quella che si respira attorno alla Montedison. L’idea (giusta) di Butelli & C. era di sistemare… il sistemabile per poter trattare con calma senza perderci troppo e per garantire alla Spal un futuro certo che non fosse assicurato soltanto dall’affare fotovoltaico. In questa operazione rientra ovviamente la volontà di assicurare alla squadra la salvezza grazie al pagamento degli arretrati e anche a tre o quattro interventi in materia di calciomercato oltre, ovviamente, ad assicurare i posti di lavoro dei vari dipendenti del club. Operazioni, queste ultime, che erano e devono continuare a essere fondamentali a prescindere dal fatto che a oggi quei benedetti (?) soldi non sono ancora entrati e da qui nascono proprio le parole di Gessi di cui sopra. Quindi la possibilità che si concretizzi una cessione con i primi soggetti interessati è in sostanza vincolata a due aspetti. Uno: un’offerta definitiva, concreta. Due: soldi liquidi sempre entro i primi giorni della prossima settimana a mo’di anticipo proprio per far fronte ai vari creditori e ai dipendenti, impiegati o giocatori che siano.
Nel frattempo, e in attesa dell’offerta di cui sopra, mentre la società trattava con gli imprenditori lombardi un Direttore Sportivo toscano, del quale faremo il nome soltanto a trattativa chiusa in un senso o nell’altro per correttezza, ha contattato una quindicina di giorni fa la redazione de LoSpallino.com per conoscere la situazione e per arrivare a Butelli & C. Dopo una serie di incontri, ieri a Roma il Presidente della Spal, Butelli, con il Direttore Generale Pozzi e il Consigliere Gessi hanno incontrato l’imprenditore romano per il quale il Direttore Sportivo di cui sopra ha fatto da tramite. Un incontro durato dall’ora di pranzo a sera durante il quale si è parlato di tutti i dettagli ed è stata fatta anche una proposta scritta all’attuale proprietà. Una proposta che non siamo in grado di quantificare ma che possiamo riassumere in una completa copertura dei debiti senza di fatto dare liquidi alla Dirigenza spallina ma assicurando forse una minima quota in società a Butelli più un parziale, minimo risarcimento dilazionato negli anni e derivato dalle future entrate del fotovoltaico. Mettiamo ics soldi (due milioni e mezzo di euro?), ripianiamo tutto e investiamo su squadra e società da subito per mantenere la categoria e non solo. E’ una nostra interpretazione di quello che può essere stato il ragionamento dell’imprenditore romano (ramo finanziario) interessato al Club, sia chiaro, ma crediamo di non essere molto distanti dalla realtà. Butelli e gli altri Dirigenti hanno chiesto un paio di giorni di tempo per capire se, sempre entro lunedì se non addirittura prima, l’altro gruppo interessato e, ci pare, preferito non soltanto perché da tempo in contatto con la dirigenza ma anche per motivi che affronteremo tra poco, abbia intenzione anch’esso di mettere nero su bianco un’offerta nelle prossime ore. Magari dando un anticipo e poi chiudendo tutto nei tempi burocratici necessari. Se così non sarà crediamo che non ci sia scelta e che si dovrà comunque vendere – come di fatto ha detto Gessi dopo Spal-Carpi – perché, lo ripetiamo, l’emergenza è finita e non da oggi. Andare avanti così è impossibile per infiniti motivi. Dallo sciopero a oltranza dei dipendenti alla questione steward, dagli infiniti creditori fino al fatto che la squadra merita e necessita di risposte certe entro l’inizio della prossima settimana anche, e non solo, per via del calciomercato. Senza contare che l’attesa, anche comprensibile, dell’arrivo di quei soldi che servivano e servono tuttora a tamponare fino al termine della stagione la situazione resta in fortissimo dubbio e quindi non può essere considerata.
Nelle prossime ore o, al più tardi, nei primissimi giorni della settimana entrante Butelli & C. prenderanno una decisione definitiva. Salvo colpi di scena dell’ultim’ora, dunque, l’ipotesi fallimento che sempre su queste colonne abbiamo sempre definito folle anche perché in possesso delle informazioni appena scritte che, chiediamo scusa, ma non abbiamo potuto rivelare perché avrebbero messo a repentaglio lo stesso futuro della Spal, l’ennesima sparizione del Club, scrivevamo, sarebbe (meglio essere prudenti!) da considerarsi scongiurata.
Tutto, ora, è in mano alla dirigenza attuale. Che vuole vendere e a questo punto non guarderà nemmeno più di tanto l’aspetto economico perché in questa situazione nessuno tra i possibili subentranti regala soldi, tanto per cominciare, ma anche perché crediamo che Butelli non voglia andar via da Ferrara lasciando la Spal in mani non garantite, per quanto è sempre difficile sapere prima chi ha le carte in regola, di questi tempi, per assicurare a un club calcistico una gestione sana oltre che un futuro sportivo ambizioso.
E qui nasce l’ultimo discorso lasciato in sospeso. A naso, ma questa sì che è un’interpretazione personale, lo stesso Butelli e gli altri dirigenti spallini preferirebbero i primi imprenditori che si sono interessati alla Spal, i lombardi dunque (con i quali potrebbe continuare a collaborare il Direttore Generale Pozzi), perché considerati più affidabili. Valutazione che oggettivamente non siamo in grado di avallare o discutere perché non abbiamo tutti gli elementi del caso sapendo soltanto che dall’altra parte, oltre a un Direttore Sportivo che ha già lavorato nel calcio con un club toscano in un recente passato, c’è un imprenditore romano che vuole da tempo entrare nel pallone tanto da aver provato ad acquistare negli ultimi anni già diverse società.
Staremo a vedere che cosa succederà. Di certo, a Ferrara, non arriverà lo sceicco Avinzen Subit e non salterà fuori nemmeno, e purtroppo, un profeta in patria che abbia a cuore la Spal anche, se non soltanto, perché per la Spal tifa. Con l’aria che tira nel calcio e non solo, insomma, evitare il peggio (facendo tutti gli scongiuri del caso) è una consolazione per quanto magra. Speriamo solo che almeno la fortuna si ricordi di una città che dal punto di vista imprenditoriale da anni fa nulla di concreto per salvaguardare la sua bellissima storia calcistica ma che ha uno zoccolo duro, anche se numericamente modesto, di gente che alla Spal ci va sempre e comunque e non da oggi. Ancora poco e si conoscerà il futuro di una società che nonostante il blasone da tanti, troppi anni non riesce a vivere serena per più di un paio di campionati. Per ora ci limitiamo a ribadire prudenza, a fare scongiuri e a predicare buon senso.

 

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