Tra il biancoblu del Velez Sarsfield e il biancorosso della Bonfiglioli c’è di mezzo molta strada, compreso un intero oceano. Nonostante questo Macarena – per tutti Maqui – Rosset ha deciso di chiudere ancora una volta la valigia e tornare nel Vecchio Continente per mettersi alla prova nel campionato italiano. L’esperienza in A1 con Chieti è alle spalle, così come le recenti apparizioni con la casacca della sua nazionale. La guardia argentina, classe 1991, è arrivata martedì a Ferrara dopo un lungo viaggio e si è messa subito a disposizione di coach Iurlaro. Si è presentata, con un italiano ancora un pochino macchinoso, prima della tradizionale seduta di allenamento: “Sono felice di essere qui e onestamente non pensavo di poter arrivare, perché a un certo punto è sembrato dovessi continuare a giocare in Argentina. Sono felice della considerazione che la Bonfiglioli ha espresso verso di me, ma è giusto che si parli di più della squadra. Siamo forti e tutte insieme dobbiamo lavorare per fare dei risultati”. Nonostante la giovane età Rosset è giocatrice navigata e non teme le grandi aspettative che la attorniano: “Non è un problema, so di dovermi mettere a disposizione e dare tutto. Sono qui per fare quello che mi riesce meglio, ossia correre, difendere e attaccare il canestro”. Piccola curiosità: il suo nome di battesimo non ha niente a che vedere con l’omonima canzone in voga a metà degli anni Novanta. Infatti, interrogata sulla questione, Maqui mima un paio di movenze della Macarena e sorride scuotendo la testa in segno di disappunto. “No, quello non c’entra. In realtà Macarena è un nome abbastanza comune dalle mie parti, mia madre me lo ha dato per via della Virgen de la Macarena“.