Appena due settimane fa. La delusione con il Monza era freschissima. Davanti c’era la Partita Impossibile a Terni. Insomma il morale era sotto i maroni. Avevo scritto che l’impresa si poteva fare. Fino in fondo, onestamente, non ci credevo nemmeno io, tra i più ottimisti degli ottimisti. Eppure è successo. Ora c’è un’altra batosta freschissima. Quella di domenica. E davanti c’è una gara tosta, mercoledì, a Foggia. Morale (basso): bisogna crederci. Non ho una gran voglia di ritornare sulla sconfitta contro la Reggiana. Ho letto tutto, ho visto la partita, ognuno ha le sue idee. La mia è che se soltanto non si fosse infortunato Mendy la Spal avrebbe facile facile quattro, cinque punti in più. Per me è questo il vero problema. La mancanza di un giocatore offensivo e veloce che riesca ad assistere il povero Arma che non è al massimo della forma ma il suo lo fa sempre, eccome. Poi – l’ho fatto anche io nelle pagelle – si può discutere un cambio o un atteggiamento sbagliato ma sono dettagli. La squadra paga il “corto” potenziale offensivo. Colpa degli infortuni e del mancato acquisto di una seconda punta. Se poi in una domenica decisiva ci metti la giornata storta dell’unico altro giocatore offensivo, Laurenti, e la squalifica dell’unico altro centrocampista dal tiro come dio comanda, Castiglia, eccolo là che si toppa l’ennesima partita decisiva. E’ questo, a mio avviso, il vero aspetto preoccupante. Non so se sia carattere o cos’altro, so soltanto che spesso si manca la gara della vita.
Basta così. L’analisi, per quello che poi contano le analisi, finisce qui. Il resto è un invito. Convinto, sincero, basato su fatti e non parole. Fatti recenti. Basta vedere la classifica allo stesso punto della stagione negli ultimi tre campionati. Ragazzi, non è finita per niente. Arriverà la penalizzazione, certo, ma arriverà anche al Como. Quindi, testa bassa, fuori le palle, evitare altri passi falsi davanti ad avversari non insormontabili (soltanto a Benevento sarà impossibile), e crederci fino all’ultimo anche, ma non solo, perché il piazzamento in ottica playout è importantissimo. Domenica, ieri e anche oggi, ovvio, l’umore in bianco e azzurro non è certo positivo. Ma l’esempio arriva dalla curva che anche davanti a una sconfitta che taglia le gambe come l’ultima, oltretutto in un derbv, non ha smesso di incitare un secondo Zamboni e compagni. Soltanto questa è la strada. Non mollare. Non mollare un cazzo. Le analisi tattiche contano come il due di picche. Le critiche, ci mancherebbero, ci stanno eccome e sbagliano tutti. Ma, attenti: negli ultimi tre anni a Ferrara sono stati considerati dei pirla Dolcetti (in testa alla classifica con la Primavera del Milan), Notaristefano (che proprio domenica ha battuto il record di Carpi di De Biasi), Remondina (che sta facendo un miracolo con la Feralpi Salò) e adesso tocca a Vecchi che ha vinto i suoi bei campionati e fa quello che può, anzi di più, anche se con la Reggiana, ripeto, credo abbia sbagliato anche lui. Ma il tiro al piccione serve zero sempre, figuriamoci ora che c’è un campionato complicatissimo da portare a termine.
L’ho scritto anche domenica sera: barcollo ma non mollo. Sarò pazzo, ma non è una notizia, ma è proprio davanti alla delusioni che la (non solo) mia spallinità si erge come la foto della nostra volga rotta copertina. Altro da aggiungere non c’è. Bisogna crederci, bisogna fare punti, pensare partita per partita. Se poi si andrà ai playout – e giù le mani! – allora li vinceremo. Nel frattempo bisogna soprattutto non mollare un cazzo. Ripeto ancora: non mollare un cazzo. Insisto: non mollare un cazzo. Ribadisco: non mollare un cazzo. Chiudo: non mollare un cazzo. Forza ragazzi e Forza Spal!