La Spal esce dal torpore invernale con un giorno d’anticipo. La primavera inizia il 21 marzo… Succede tutto nel pomeriggio di Gubbio. Il giorno del bacio. Quello di Fabrizio Melara alla mamma dopo il gol. Una corsa in gradinata per arrampicarsi poi sulla rete di recinzione e “scoccare”, con il palmo della mano sinistra, uno dei più intensi gesti di affetto. Emozionante. Perché ci ricorda che ogni sera qualcuno andava dalla mamma, anche se l’orario era tardo, prima di rientrare a casa, perché si sentiva in dovere… A Ferrara la distanza è eccessiva. Un gesto che arriva dal valore della famiglia. Potremo sembrare patetici, avendolo ripetuto in altre circostanze, ma quando si lavora fra le difficoltà è fondamentale muoversi in un ambiente in cui si è instaurato un clima quasi famigliare. Fondamentale se si tratta di sport… La rinascita dei biancazzurri è quindi scaturita sotto questi auspici. Non è un caso che un ragazzo come Fabrizio sia stato protagonista di un gesto così importante. E’ il valore umano che ha dimostrato, e altri così ce ne sono nel gruppo dei biancazzurri, che si può sperare in un vero cambio di marcia rispetto all’inizio di un 2011 completamente da dimenticare fino a due domenica fa.
La concretezza si può ora toccare con una condotta di gara intensa, come quella contro gli umbri. Una sbavatura pagata cara nel finale, tanto che ha vanificato due punti rispetto a quello conquistato con il pareggio, ma una partita in cui si sono confermati i netti miglioramenti già evidenziati contro il Sorrento. E’ stato il giorno dell’esordio con la maglia a strisce biancazzurre di Jean Philippe Mendy. Qualche scatto e il tentativo di conclusione in una circostanza. Impossibile dare un giudizio ora o spendere parole interessanti per un ragazzo che dimostra comunque una prestanza fisica notevole e di essere sul “pezzo”. E’ un modo di testimoniare la sua concentrazione. Poi, con altre sedute di preparazione nelle gambe, probabilmente dimostrerà che qualche numero tecnico nel suo bagaglio personale lo possiede. Con le sue caratteristiche permette ora alla Spal di non proporre carenze d’organico nel reparto offensivo.
In una località medioevale come Gubbio, ci è parso di tornare al calcio del passato. Quello sereno senza troppe pressioni esterne o derivanti dalle varie piattaforme televisive. Anche se è vero che non è più possibile gestire una società di calcio senza i proventi derivanti dai diritti tv. Soldi pesanti e ormai determinanti. Ma in questa località, dove siamo stati per tre giorni con la Spal, abbiamo ammirato come un paese di diciassette mila abitanti stia sognando a occhi aperti. Anche loro fra mille difficoltà, perché pure l’A.S. Gubbio non naviga nell’oro, ma con la passione in mano. Quella per la loro maglia rossoblù. Sono colori caldi. Ieri il colpo d’occhio delle tribune ci ha regalato la valutazione di quasi quattromila presenze. Stilando il rapporto con la popolazione che vive in quella località, si può evidenziare che alle gare di campionato è presente il 20% della gente eugubina. Come se a Ferrara ci dovesse essere un pubblico di oltre ventiseimila spettatori a partita. Con questo dato saliente, vogliamo evidenziare che alla gara ci vanno le famiglie. Abbiamo infatti notato tante donne e tanti ragazzi. Una rarità nel calcio del duemila. Motivo di vanto per loro. Una forza maggiore per la squadra di calcio che sicuramente è cosciente di rappresentare ed essere il simbolo di quella cittadina.
Hanno dieci punti di vantaggio rispetto al Sorrento e sono veramente a due passi dalla storica impresa. Ma è tutto l’ambiente che vive con la formazione diretta da Torrente. Tutti uniti e concentrati verso la meta. Potranno sembrare parole fatte, ma sono solamente la realtà e la forza che devono accompagnare qualsiasi realtà sportiva che vuole raggiungere la vittoria. Tutti uniti. Grazie.