Una cosa meravigliosa. Non ci sono altri aggettivi per raccontare quello che è successo ieri a cominciare da Ferrara, proseguendo fino a Foggia e poi ritornando a casa. L’aria che tira nonostante questa strana stagione calcistica è semplicemente incredibile. C’è una passione, magari numericamente non clamorosa ma comunque evidente, che noi de LoSpallino.com fin dalla nostra nascita auspichiamo.
Otto ragazzi curvaioli storici decidono, dopo essere andati a Terni due settimane fa e aver sostenuto la Spal in un modo pazzesco tanto da farsi sentire nella diretta Rai, di prendersi un giorno libero e di andare anche a Foggia. Un viaggio della speranza, un viaggio che non finisce mai, un viaggio da fare dopo una sconfitta in casa (!), nel derby contro la Reggiana (!) che fino a ieri, almeno, voleva dire lottare per non retrocedere ai terribili spareggi. Un viaggio da pazzi e da malati di Spal. Che meritano persino più applausi dei biancazzurri visti a Foggia e non solo.
La giornata dei fantastici otto comincia alle 8.35 da via Bologna. Ritrovo, caffè, forse un birrino e via che si parte con un pullmino da otto posti. Affittato. Altri soldi da spendere ma per la Spal si fa questo e altro. Il viaggio dura una quaresima. Si canta, si scherza, cori e sfottò, una gita tra amici e spallini. La compagnia è fatta da Caso, da sempre numero uno della tifoseria biancazzurra, che qualche giorno prima aveva scritto e pubblicato su facebook nero su bianco il suo pronostico con la Spal vincente e pazienza se ha sbagliato il punteggio e i marcatori (1-2). Conta la fede e vince l’ottimismo (curiosità: se Caso pesta una merda all’autogrill vuol dire che si conquistano tre punti e via di altre scaramanzie e cabala varia tanto da essere diventato Casodamus e altri nomignoli con variazione sul tema per definire l’uomo delle profezie spalline). E poi ci sono gli altri sette ragazzi che hanno storie belle come i soprannomi. Gildo, l’Uligano, Simone detto Scimonet perché lo prendono in giro dicendo che assomiglia a Platinette e intanto lui “è un toro da guida”, spiegano gli amici, perché sta sempre al volante nonostante la distanza assurda, e ancora Maurone, Lanzo, Ragio e DDD che sarebbe Davide di Bondeno detto Davide del dolce perché durante la settimana è solito portare leccornie ai giocatori della Spal al Centro di via Copparo. Quando chiedo loro di farmi l’elenco dei presenti ne manca uno e Caso fa: “Aspetta, devo ricordarmi come eravamo schierati sul pullmino”. Ci manca soltanto che li divida in “in piedi” e “accosciati”. Poi si ricorda: “Ah, ecco chi era l’ottavo nano. E’ il mitico DDD”.
L’arrivo a Foggia alle 14, la sistemazione nel settore riservato e il saluto alla squadra che si sta allenando proprio sotto di loro “e li abbiamo visti concentratissimi, davvero, quasi ipnotizzati”. Poi comincia la partita. Si canta ancora e sempre, senza soste, sempre di più, tutti i cori storici e anche quelli scherzosi, uno dopo l’altro, è una piccola, affascinante, bolgia che fa impressione anche al caldo pubblico di casa che non spende nemmeno un insulto per i rivali. Rispetto. Tra gli ultras funziona così. E non è poco. Intanto la partita procede, la Spal domina e ogni volta che attacca i fantastici quattro moltiplicati per due spronano Zambo e compagni. Un’azione sì e l’altra pure i “forza Spal” si sprecano e le voci si sforzano sempre di più. Poi il gol. Il primo. Un tripudio. Una festa. Un abbraccio generale fatto di spinte, di affetto e di passione. Biancazzurra, of course. Quando il Capitano raddoppia la scenetta si ripete con ancora maggior vigore. Viene il rammarico di non esserci stati anche soltanto a immaginare. Poi la partita finisce. I giocatori regalano le maglie ai tifosi e non poteva essere altrimenti. Quelle maglia che soltanto chi è pazzo per una squadra di calcio può capire che razza di feticcio siano anche se sono sporche, puzzano e ti stanno come una camicia da notte se non hai un fisico bestiale. Due a zero per noi. La Spal torna in corsa per la salvezza e i Nostri ripartono per Ferrara riuscendo soltanto a fare i complimenti a mister Vecchi perché è l’unico spallino con il quale riescono ad avere un incontro ravvicinato. Ma l’entusiasmo è alle stelle e non si può non abbracciare i giocatori. E allora i magnifici otto chiedono al Presidente Butelli, anche lui a Foggia (millequattrocento chilometri in macchina da solo alla faccia che della Spal gliene fregherebbe una mazza con la emme minuscola) di aggiornarli sul viaggio della squadra in modo da incontrarli lungo la strada del ritorno. Il primo appuntamento va a vuoto. Questione di minuti. Cesena è la tappa fallita. Ma sti cazzi. Loro, intanto, viaggiano, cantano, tifano anche in pullman. Perché loro sì che sono la Spal. E infatti non si rassegUnano. Con una scusa Butelli messaggia a Zambo per dirgli dov’è lui e a che punto d’Italia si trova la squadra. Zambo, ignaro, lo aggiorna. I due, amici da sempre, scherzano e si tengono in contatto. Il Presidente gira gli sms ai fantastici otto e così l’ultima emozione di una giornata indimenticabile va in scena alle due del mattino. Quando il pullmino dei tifosi precede di un quarto d’ora il pullman della squadra. Vanno in sede, Caso e gli altri, e lì sono loro a trovare la prima sorpresa. Una piccola ma sostanziosa ed entusiasta folla di altri ultras e tifosi vari accoglie i propri compagni con cori e bandiere e fiaccole e altri abbracci. Sembrano tutti innamorati. E lo sono. Della Spal. Poi arriva la squadra. Incredula. Manco avessimo vinto il campionato. I giocatori, molti assonnati, si ripigliano subito. Vedono le bandiere, sentono i cori, respirano il fumo delle fiaccole e ringraziano. La festa finisce alle 3 del mattino. Oggi, il giorno dopo, le voci dei fantastici otto fanno spavento. Sembrano tutti Amanda Lear. Sono cotti, stravolti, stanchi ma “abbiamo ancora l’adrenalina della vittoria e siamo felici come bambini”.
Tutto succede in una stagione disgraziata per la Spal. E qui viene la morale. Una stagione con tre istanze di fallimento sul groppone, due penalizzazioni in classifica e ne arriverà pure un’altra, la possibilità di doversela ancora giocare ai playout ma c’è una squadra di ragazzi con le palle e per bene, altra dimostrazione che serve poco per riaccendere la fondamentale passione e non servono tutti sti nomi e tutti sti soldi. Basta l’attaccamento alla maglia, il rispetto (aridaje), la serietà. Al resto ci pensano loro. I tanto vituperati ultras che la scandalosa politica nostrana, sportiva o non, vorrebbe chiusi nelle gabbie e lontano dagli stadi tanto per uccidere un po’ di più un gioco, quello del calcio, che sarebbe anche condivisione, stare insieme, divertirsi. Altro che tessere. I fantastici otto oggi riposeranno, molti lavoreranno, tutti ricorderanno. Era il 4 aprile del 2012, Foggia-Spal 0-2. Una giornata meravigliosa. Una giornata che dovrebbe contagiare anche gli altri tifosi della Spal. Una giornata che è finita ma in realtà non finisce mai. Caso, intanto, ha già preparato i pronostici per la Pro Vercelli e poi per la trasferta di Benevento dove i nostri, manco a dirlo, ci saranno ancora. Non è certo un articolo come questo a rendere i dovuti meriti a quel pullmino guidato da Simone-Scimonet il toro da guida. Ma deve essere l’esempio per tutto il popolo biancazzurro che deve sapere e conoscere che c’è chi – ancora, da sempre e per sempre – continuerà a fare quel che può per la sua Spal. Non lasciateli soli, i fantastici otto. La Spal ha bisogno di loro e anche di voi che leggete.