Quando gli si chiede se non ha paura di passare alla storia come “quello che andava in panchina quando Pozzi era squalificato”, Elio Lauricella risponde nel modo più spontaneo possibile: con una bella risata. Un modo sincero per sdrammatizzare. Lauricella sa che il rischio esiste, a maggior ragione se il nuovo corso di casa Spal dovesse prevedere qualcuno di diverso al timone del settore giovanile biancazzurro. Così il Direttore del vivaio spallino sceglie di parlare, di fare il punto sullo stato di salute di uno dei polmoni della Spal. Certo, senza un polmone si può vivere, ma con quali conseguenze? Vediamo di scoprirlo assieme all’attuale Direttore Generale.
Si è parlato tantissimo di prima squadra ultimamente, soprattutto per ragioni che esulano da quanto accade sui campi da calcio. Nel frattempo anche il settore giovanile ha subìto le conseguenze del tracollo economico societario, ma nonostante questo il lavoro è andato avanti.
“Infatti, credo valga la pena puntare un po’ i riflettori anche sul settore giovanile e su chi lo porta avanti di giorno in giorno. Nel corso degli anni possono essere stati fatti sicuramente errori di carattere tecnico, ma di certo credo non si possa dire di aver sbagliato nel scegliere le persone: tutti quanti, dagli allenatori ai collaboratori, stanno dimostrando una professionalità e un senso di responsabilità assolutamente fuori dal comune. Nessuno è mai mancato ai propri doveri in questi mesi di grandi difficoltà, malgrado gli stipendi non arrivino da gennaio 2011. È il caso quindi di riservare loro la giusta considerazione”.
Qualche scricchiolio anche nel settore giovanile comunque c’è stato, qualche mese fa si parlò di un possibile sciopero, rientrato prima del tempo.
“È inevitabile che ci siano momenti di malcontento, ma i fatti dimostrano che la volontà di portare avanti il lavoro è sempre venuta prima di tutto: il settore giovanile di una squadra come la Spal rappresenta anche una forma di responsabilità sociale nei confronti della città, qui accogliamo ogni giorno 172 ragazzi. Le famiglie sanno che qui i loro figli vengono per allenarsi e ricevere una formazione che va al di là del calcio”.
Facciamo una panoramica partendo dall’insediamento nel 2008 a oggi. I risultati sono quelli attesi alla vigilia di questo quadriennio? È soddisfatto di quanto è stato fatto?
“Beh, se dovessi valutare la mia situazione dal punto di vista ambientale potrei dirmi infelice, considerato che c’è la preoccupazione di dover lasciare il posto da un giorno all’altro. Però per il resto sono soddisfatto, soprattutto di aver creato un gruppo di lavoro di grande qualità. In questo non credo ci siano stati errori: il settore giovanile spallino è gestito da persone dotate di straordinaria passione e solida moralità. Se così non fosse non si sarebbero potuti raggiungere traguardi importanti, sia a livello di risultati, sia come formazione di talenti passati poi a club più prestigiosi. Pur tra le mille difficoltà negli ultimi anni abbiamo sempre portato almeno un paio di squadre alle finali nazionali e creato un profitto grazie alla valorizzazione di talenti come Costantino, Gollini e Masiero, per non parlare di Laurenti che ormai è un elemento fondamentale per la prima squadra. A tutt’oggi diversi nostri giovani sono ambiti da club prestigiosi che mandano i propri osservatori a seguirli durante le partite. Non credo sia un aspetto da sottovalutare, per quanto sia consapevole che si potrebbe migliorare ancora tanto”.
Un miglioramento però richiede un impegno economico che al momento manca del tutto.
“Purtroppo è così, al momento si fa di necessità virtù e si va avanti da tempo con questa modalità. Lavoriamo con attenzione per garantire l’essenziale a tutte le squadre e ai vari staff, pur con fatica. Diciamo che siamo a un livello standard di attività, compensato dal grande cuore di chi ogni giorno si mette al servizio del settore giovanile”.
Molto spesso capita che i dirigenti scindano in maniera abbastanza netta i destini di prima squadra e settore giovanile: è il caso anche della gestione Butelli?
“Non direi, non in maniera così secca. Se da una parte mi sarebbe piaciuto vedere il Presidente e il Direttore Pozzi più coinvolti, dall’altra interpreto il loro atteggiamento come un segno di profonda fiducia nelle scelte fatte da me e dai miei collaboratori. Penso che nel tempo i rapporti siano sempre stati nella norma”.
Tra i genitori dei ragazzi tesserati intanto serpeggia la preoccupazione per le vicende societarie, il che non rappresenta certo una buona pubblicità per la Spal.
“La loro è una preoccupazione più che legittima. Però devo dire che una buona maggioranza dei genitori è soddisfatta di come il lavoro viene svolto, pur tra gli attuali ostacoli. È nostro dovere cercare di tutelare loro e i ragazzii, consapevoli che degli abbandoni rappresenterebbero un notevole danno tecnico e d’immagine per la società”.
Se la situazione economica verrà sanata nei prossimi mesi su quali aspetti bisognerebbe intervenire per far crescere il settore giovanile?
“Già la prospettiva di una sicurezza economica avrebbe un impatto non secondario, perché aumenterebbe la serenità di tutti ed è un aspetto che incide senz’altro sull’attività quotidiana delle persone. Di certo ci piacerebbe allargare la nostra rete di osservatori e di società affiliate; poter contare su più mezzi per raggiungere altre zone del territorio; incrementare il livello di formazione del personale; creare collaborazioni più strette tra lo staff del vivaio e quello della prima squadra; inserire figure nuove che lavorino sugli aspetti tecnici individuali dei ragazzi. Queste sarebbero solo le prime cose, ma la lista si allungherebbe sicuramente dopo un’analisi più approfondita”.
Comunque vada, nei prossimi mesi ci dovranno essere nuovi proprietari ai vertici della società. Cosa verrà chiesto loro quando sarà ora di fare il punto sulle prospettive del vivaio?
“Innanzitutto verrà chiesto di ascoltare chi lo porta avanti ogni giorno, perché chiunque prenda la Spal deve sapere che troverà un gruppo sano ed estremamente preparato. E poi si dovrà necessariamente discutere di investimenti, perché se è vero che la prima squadra rappresenta la priorità numero uno, è vero anche che tagliare sui giovani costituirebbe un rischio evidente per il futuro della società. Basti pensare che il budget attualmente a disposizione è tra i più bassi della categoria, eppure vengono comunque raggiunti obiettivi importanti. Segno che i margini per lavorare bene ci sono eccome”.
Sono parole condivisibili, quelle del Direttore Generale del Settore Giovanile, Elio Lauricella. Parole dette dal “capitano” del vivaio che ringrazia sinceramente i tanti collaboratori e tutte le persone che da mesi lavorano al Centro di via Copparo per far andare avanti la gestione di quello che un tempo era il fiore all’occhiello della Spal. Ma, appunto, sono parole. Non è compito di Lauricella, ovviamente, pagare i tanti stipendi arretrati oltre alle spese anticipate a tecnici e non solo ma l’emergenza che non fa più notizia rischia di mettere a repentaglio l’attività principale del vivaio e quindi anche di far perdere alla Spal elementi importanti che – basta vedere le ultime sessioni di calciomercato – hanno portato denaro fresco nelle casse della società. Che la situazione di liquidità in casa biancazzurra sia a zero e non da oggi lo sanno tutti. Ma se veramente si vuole dare una mano alla Spal è ora di far avere qualcosa anche per il Settore Giovanile. Sia chiaro: non siamo qui a pretendere belli belli dalla nostra tastiera che qualcuno paghi se non ha i soldi ma visto che il fallimento è stato evitato e che c’è un nuovo gruppo intenzionato a far diventare ufficiale il passaggio delle quote societarie è evidente che si deve fare in fretta per garantire ai vari dipendenti del vivaio quel minimo necessario almeno per la quotidianità. La prima squadra qualcosa ha ottenuto, il Settore Giovanile no e il periodo senza stipendi è diventato lunghissimo. Personalmente, da sempre, ho sempre scritto che questo detestabile calcio moderno, soprattutto in provincia, non può prescindere dalla cura del Settore Giovanile. Proprio perché continuo a pensarlo, soprattutto in questa situazione complicata, bisogna che chi si cerchi di tamponare al più presto quella che è una priorità, non una cosa secondaria. et