CALISTRI, IL CENTRALE GOLEADOR: VOGLIAMO RIPARTIRE SUBITO, ABBIAMO FIDUCIA

Hai voglia a sentir ripetere a Sassarini che la forza principale della sua Spal è la difesa. Nonostante i tre gol incassati a Piacenza la retroguardia biancazzurra è in termini puramente numerici la seconda migliore del girone, con tredici gol al passivo: meglio ha fatto solo la Pistoiese con undici. Non solo: i difensori hanno dato un prezioso contributo anche in attacco, mettendo a segno sette gol complessivi. Quattro di questi portano la firma di Andrea Calistri, fin da inizio stagione uno dei pilastri della formazione di Sassarini. Il centrale nativo di Pistoia tallona Alessandro Marongiu, che conduce la classifica marcatori di squadra a quota cinque. Lo abbiamo incontrato nella settimana che porta alla delicata sfida contro la Virtus Castelfranco, per affrontare i temi di più stretta attualità e ripercorrere la sua carriera.

Andrea, come ci si risolleva da una brutta botta come quella di Piacenza?
“Con la voglia di ripartire subito perché è stato un capitolo infelice, una partita che si è messa male subito. Prendere il gol dopo quattro minuti ci ha un po’ tagliato le gambe e da lì non siamo riusciti a rimediare. Dobbiamo semplicemente dimenticare e ripartire dalle buone prestazioni fatte nelle ultime cinque partite”.

Gli otto punti di distacco dalla capolista però sono duri da digerire.
“Sì, ma mancano ancora diciotto partite e dobbiamo guardare avanti con fiducia”.

Due dei tre gol subiti domenica sono nati da calcio piazzato, un’anomalia per una difesa che ha il suo pezzo forte nella contraerea. Che è successo in quelle due occasioni?
“Sul primo gol non abbiamo scalato bene, eravamo in linea a zona e tutta la linea si è mossa male, mentre sul secondo si è sviluppata una mischia e lì una mezza marcatura può essere saltata. Sono sicuramente gol evitabili, anche perché di recente su azione ne abbiamo presi pochi. Dobbiamo senz’altro rimediare a questi errori: con il passare stiamo migliorando a livello generale, purtroppo quello di Piacenza è stato un incidente di percorso e speriamo rimanga tale”.

A livello personale hai avuto anche un’occasione per pareggiare, ma ti è andata male.
“Già, lì purtroppo non sono stato abile come in altre occasioni in cui avevo fatto centro, peccato”.

Sabato per l’ultimo turno di andata ve la vedrete con la Virtus Castelfranco: una squadra in grande forma. Sembra quasi una maledizione per la Spal, spesso messa di fronte alle avversarie nei loro momenti migliori.
“Vero, però se vogliamo provare a fare nostro il campionato non dobbiamo guardare a queste cose, ma pensare di vincere contro tutti da qui a fine stagione”.

Passiamo al versante… biografico. Da quando sei arrivato a Ferrara non abbiamo ancora avuto occasione di conoscerti bene. Raccontaci di come hai iniziato a correre dietro a un pallone da calcio.
“Certo! Da bambino avrei voluto giocare a basket, poi vidi in televisione i Mondiali del 1994 e decisi di dedicarmi al calcio. Ho iniziato nel Margine Coperta, una piccola società vicino a Pistoia, facendo tutta la trafila. Poi ho passato un anno alla Primavera della Sampdoria prima di essere girato in prestito a quella del Pisa: lì conobbi Edo (Braiati) visto che mi allenavo quasi sempre con la prima squadra. Terminata quell’esperienza ho trascorso tre anni ad Alghero, tra serie D e C2: purtroppo ci furono problemi e la squadra non si iscrisse al campionato, così rimasi senza contratto”.

Questo ti ha riportato più vicino a casa, a Sesto Fiorentino.
Sì, anche perché nell’ultimo anno ad Alghero ho giocato pochissimo per via di una frattura al braccio subita a novembre e curata male, che mi è costata in tutto cinque mesi di stop. Così ho deciso di ripartire dalla Sestese in D, dove purtroppo è finita male visto che siamo retrocessi ai playout”.

Nonostante questo devi aver fatto bene se è arrivata la chiamata dell’ambizioso Pontedera.
Già, infatti abbiamo vinto il campionato, ma nonostante questo a fine stagione hanno rivoluzionato un po’ tutto, cambiando allenatore, direttore sportivo e buona parte della squadra”.

Con te c’era anche un altro spallino di oggi, Nicolò Rosati.
Esatto, facevamo la catena di sinistra della difesa, come qui”.

E come è nata l’operazione che ti ha portato a Ferrara?
“In estate ero in attesa di una chiamata da qualche squadra di serie D e c’erano anche delle offerte, ma non mi convincevano pienamente. A un certo punto c’è stato anche un mezzo discorso con la Pistoiese, ma non se ne è fatto nulla. Poi quando mi ha chiamato Sassarini per propormi di venire alla Spal per ripartire con un progetto importante non ho avuto dubbi: era un’opportunità da cogliere al volo”.

Conoscevi già il mister?
“Abbiamo giocato contro due anni fa, quando io ero a Sesto e lui allenava la Pianese, ma comunque c’eravamo già sentiti per un mio possibile passaggio a Piancastagnaio, salvo poi non concludere nulla”.

Com’è lavorare con lui?
“Mi trovo bene. Non c’è mai allenamento in cui ci sia rilassamento, giustamente bisogna sempre andare a mille all’ora per colmare il gap con gli altri. D’altronde non potevamo permetterci di andare piano dall’inizio e a maggior ragione non possiamo rallentare ora che dobbiamo stare vicini il più possibile alla testa della classifica e poi vedere più avanti”.

In Nodari invece sembri aver trovato un perfetto compagno di reparto.
“Sì ci troviamo benissimo assieme, anche perché siamo arrivati entrambi il primo giorno e siamo stati compagni di camera in ritiro. Quindi è nato immediatamente un affiatamento forte, credo si veda anche in campo durante le partite”.

Nodari tra i leader dello spogliatoio, ma anche simpaticone di turno: sbaglio oppure è una delle vittime preferite degli scherzi di Marchini?
“No, no (ride) non è l’indiziato principale, ma solo uno dei tanti!”.

Impossibile non chiederti un’opinione sul capitano.
“Davide ha una personalità molto forte e sente in pieno la responsabilità di essere capitano di una squadra come questa. Sta interpretando il ruolo nella maniera giusta, cercando di dare l’esempio a tutti e di trasmettere la sua mentalità soprattutto ai più giovani. È sempre il primo a provare a trascinare il gruppo, anche se ora non sta passando un momento semplice”.

E i tuoi obiettivi quali sono?
“Cercare di fare il meglio possibile qui alla Spal senza pormi obiettivi troppo grandi: è bene guardare al presente e pensare di far bene in questa annata. So che è una stagione importante per tutti e particolare per me visto che fare bene a Ferrara può costituire un trampolino di lancio notevole”.

Dopo i primi cinque mesi qui che idea ti sei fatto di Ferrara?
“Di una piazza che con la Serie D non c’entra nulla, lo si capisce fin dal primo allenamento”.

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