“Voglio dichiarare pubblicamente che mi dissocio in maniera netta da quanto è stato fatto e scritto sulla pagina facebook ufficiale della Real Spal”. Inizia così la breve chiacchierata con il direttore ma anche presidente dei biancazzurri Roberto Ranzani. “Faccio una premessa: ho settantuno anni e non mi sono mai trovato in una situazione del genere. Sono cose di una gravità estrema. Mi domando se non sia un brutto sogno. Non era questo che avevo in mente la scorsa estate. Trovo tutto assurdo, inconcepibile, una roba mai vista. Ma dove siamo capitati? Avrò ricevuto ormai cinquanta telefonate da quando sono tornato da Pistoia: di rimostranze, di gente stupita, di giocatori incazzati, diciamocelo pure, perché si sentono presi in giro dalla loro stessa società che dovrebbe tutelarli. E invece, cosa facciamo noi? Scarichiamo pubblicamente l’allenatore. Vergognoso. E il risultato del campo, comunque disastroso, viene dopo rispetto a facebook e a queste condivisioni di stati di tifosi legittimi. I nostri problemi sono solo nostri, non possiamo colpevolizzare pubblicamente l’allenatore usando i commenti dei tifosi. Cosa vogliamo dire? Che è colpa di Sassarini? Che è colpa dei giocatori? Mi viene da ridere. Fammi dire un’altra cosa: i tifosi possono dire tutto quello che vogliono, loro sono la nostra fonte principale, sono la cosa più bella che ci è rimasta. Nel limite della civiltà, capendo anche il momento, certo non facile per nessuno, sono liberi di sfogarsi, ne hanno il diritto, loro pagano il biglietto e si sobbarcano le trasferte a spese loro. Ma noi, come società, non possiamo fare delle figure del genere davanti a tutti: facebook è il mondo, non è solo Ferrara. Ci dobbiamo vergognare. Questa sera siamo diventati lo zimbello dell’Italia calcistica e non solo. E questo succede quando a gestire la comunicazione ci sono persone inadatte, perché non è il loro mestiere. Vorrei scusarmi di tutto quello che sta accadendo, vorrei solo aggiungere che se sono qui, se per il momento sono ancora qui, è perché, in cuor mio, ci ho creduto di poter fare qualcosa di buono per una città che sento mia, in cui vivo, insieme alla mia famiglia”.
Inevitabile che il momento viva di un’emotività ancora tutta da metabolizzare ma il presidente chiede di poter continuare. “Sassarini è per forza di cose in discussione. Lo è dalla partita contro la Massese: Benasciutti lo aveva esonerato, ricordiamocelo, io e gli stessi giocatori che Sassarini a sua volta aveva trattato male qualche mese fa, invece, l’abbiamo salvato perché, come mi hanno sempre insegnato, chi ha più testa la deve usare nei momenti più delicati. Sono nove giorni che non sento Benasciutti, forse è il momento di ritrovarsi e prendere decisioni importanti. E’ palese che l’allenatore ha sbagliato anche oggi: su Fiorini, su Marcolini, su Marongiu, il cambio di Cubillos: poi rifletto e dico che noi abbiamo sbagliato ancora prima di lui, perché non lo abbiamo mai messo nelle condizioni migliori di lavorare. Mandarlo via adesso non ha senso. A logica lui dovrebbe essere l’allenatore della Spal fino alla fine di questo campionato, io voglio che lo sia, ma non sono l’unico ad avere il diritto di prendere questa decisione (in caso di esonero sarebbe pronto Mastrocinque ndr)”. Un appunto finale sul suo ruolo dirigenziale: “Io sono il presidente della Spal e sicuramente lo sarò almeno fino a domani. Dal colloquio che avrò con tutti gli altri dirigenti capirò se ci sono gli estremi o meno perché io rimanga ancora. Io penso solo ai miei ragazzi adesso, al futuro calcistico di questa baracca, semmai, ci penserà il sindaco: del suo aiuto, arrivati a questo punto, ne abbiamo estrema urgenza e bisogno assoluto”.