RAVAGLIA 6 – Una giornata di assoluta tranquillità e in questo senso è aiutato a sufficienza dallo scarno apporto offensivo dei granata che, almeno fino a quando giocano a una sola punta, gli fanno il solletico, ora con Temelin, ora con Alessi. Con l’entrata di Chinellato e Maritato qualche spiffero in più dalle sue parti arriva e sul gol (firmato, manco a dirlo, da Maritato) pare, a sensazione, lasciare colpevolmente troppo aperto lo specchio di porta di sua competenza in compartecipazione con un Mendy di cui tutto può dirsi tranne che essere un marcatore di ruolo.
BELLERI 6 – Partita senza infamia e senza lode, iniziata alle solite con qualche disattenzione e con qualche campanile di troppo che comunque non macchiano una gara in cui alla distanza esce tutta la sua esperienza, soprattutto nel finale quando le due squadre in campo erano in evidente stato di riserva energetica. Concentrato e sicuro, la fortuna sua è che Maritato, apparso in grande condizione, sia entrato a gara in corso.
ZAMBONI 6.5 – Quarantacinque minuti fatti al solito con grande mestiere e acume tattico, benché Temelin non lo impensierisca, di fatto, mai. Costringe, grazie al doppio lavoro svolto assieme a Bedin, a far giocare Alessi in posizione più bassa e decentrata e questo, insieme alle due prodezze di giornata, regala alla Spal, in soldoni, tre fondamentali punti in chiave salvezza. Peccato debba uscire per un sospetto stiramento che verrà valutato nei prossimi giorni.
(BATTAGLIA 6) – Un tempo al posto di Zamboni, non si fa notare per nulla di negativo e già questo, rispetto alle ultime partite, è un dato di cui doverne assolutamente tener conto. Apparso in crescita, resta vigile su Chinellato sino alla fine e un suo colpo di testa è provvidenziale a metà ripresa in anticipo sull’ex attaccante genoano.
BORTEL 6 – Inizio da incubo per il centrale slovacco, due svarioni che regalano a Temelin altrettante corsie preferenziali per arrivare a ridosso di Ravaglia, meno male che l’ex attaccante spallino si complica la vita da solo altrimenti erano dolori. La ripresa lo vede salire di tono, meglio da centrale destro (d’altronde questo è il suo ruolo naturale) dove acquista quella sicurezza che lo vede mai andare in affanno contro l’asfittico parco offensivo granata. E’ fondamentale poi in pieno recupero quando va a chiudere con la tibia su Maritato che si era pericolosamente affacciato in area biancazzurra sugli sviluppi di una ripartenza mal contenuta dal centrocampo spallino.
GHETTI 7.5 – La più bella partita dell’anno per Guidone, rinato e rinfrancato dalla cura Remondina. Da terzino sinistro indemoniato puro ci mette grinta, ardore, sudore e corsa per novanta minuti e alla fine strappa inevitabili cori di approvazione dal pubblico. Si vede subito che è la sua giornata, raddoppia ogni volta che ne ha l’occasione, si propone oltre la metà campo segnale e sintomo di una condizione fisica (ma soprattutto mentale) finalmente ritrovata, sfiora il gol con un siluro dai venticinque metri prima di insaccare quello della sicurezza sessanta secondi dopo con un colpo di testa disegnato col pennello. Partita splendida.
COPPOLA 7 – Il soldatino napoletano è l’anima e il cuore della Spal in questo derby tutto emiliano. Al pari di Guidone sta attraversando un momento di forma davvero invidiabile e lo dimostra il suo continuo andirivieni in orizzontale per le vie del centrocampo dove stoppa con invidiabile tranquillità qualsiasi tentativo di ripartenza granata. Lavoro di taglio e cucito speciale, ordine e grinta i suoi capisaldi di giornata. Peccato per il giallo che lo costringerà a saltare Verona.
(G. ROSSI N.G.) – Spiccioli di gara per l’esterno di scuola cesenate, la sensazione è che Remondina lo veda in posizione più avanzata e non come terzino sinistro. Si fa vedere con una bella sgroppata a partita ormai finita, peccato sia stato fermato all’ultimo proprio da Zini in una delle azioni che ha ricordato per certi versi il coast to coast di Cabeccia (che segnò) contro Ponzo nel derby di due stagioni fa.
BEDIN 6.5 – Gol sfiorato a parte, fa una partita tatticamente sontuosa costringendo, di fatto, Alessi e Saverino a raddoppiare costantemente gli sforzi per arrivare a mettere i propri attaccanti nelle condizioni ideali di segnare. Micidiale il suo lavoro sporco di contenimento, lascia appena un tiro a Maschio su cui raddoppia sovente in aiuto a Smit con il quale si trova alla perfezione.
SMIT 7 – Il quinto gol in questo campionato, un urlo liberatorio nel giorno del suo rientro in campo, dopo tanto patire tra tribuna e panchina colpa di un infortunio che proprio sembrava non volergli dar tregua. E’ tutta qui la gara di Vlado, generoso come non mai, costantemente in appoggio a Paolino in avanti e subito dopo dietro tra Bedin e Ghetti per fermare il trenino reggiano composto da Maschio e Alessi. Poco importa se sul gol c’è una deviazione (probabilmente decisiva) che inganna il portiere ospite. Per la quantità e la qualità di gioco espressa e soprattutto per le regole in materia la rete gli appartiene di diritto. Finisce stremato tra i crampi.
VOLPE 6 – Bene ma non benissimo si potrebbe dire. Sicuramente il suo è un lavoro di raccordo più utile che bello da vedere e quel che ne consegue è che quando è ora di concretizzare la lucidità viene meno. Con Mendy l’intesa è ancora tutta da trovare, certo a questo giocatore non manca l’impegno, la voglia e la grande abnegazione visto che macina chilometri per buona parte dell’incontro.
(CORSI N.G.) – Venti minuti, tanto fumo poca ciccia, il tempo per sbagliare due palloni non difficili, ora per Giovanni Rossi, ora per Mendy che certo avrebbero meritato più fortuna. Avulso dal contesto e dalla manovra, fortuna che la Reggiana in questa parte di gara è sembrata da quella parte averne meno di lui con Lanna e Viapiana in riserva già da un pezzo.
MENDY 6 – Lavoraccio di sponda, il suo, a cercare i suoi compagni di reparto, a corrente alternata quando c’è da cercare la profondità, tira mai, eccezion fatta per una conclusione che ha di fatto mandato la sfera, pare, dalle parti di via Cassoli (dietro la curva). Benché la sua sia una condizione fisica ancora lontana dall’esser definita accettabile, finisce passeggiando ma la sensazione è comunque quella che, se sta bene, può diventare un’arma in più per la Spal, se non altro per la mole (nulla da dire quando c’è da far salire la squadra a protezione della sfera) e per la grande predisposizione al sacrificio in aiuto ai suoi compagni.
P. ROSSI 6.5 – Grande partita, si sacrifica tantissimo lungo la fascia di sinistra andando sovente a ripiegare in fase di copertura raddoppiando costantemente sui portatori di palla avversari. Non esita a farsi vedere in avanti e finisce tra gli applausi del pubblico, di più davvero non gli si può chiedere.
REMONDINA 6.5 – Tanto tuonò che piovve e alla settima partita il tecnico bresciano, proprio come il suo predecessore Egidio Notaristefano, pesca i primi tre punti della stagione e dell’anno che mancavano dalla bellezza di centodiciassette giorni. Nulla gli si può dire in chiave tattica, perché ha diciotto, ripetiamo: diciotto uomini contati a disposizione, è privo della quasi totalità del parco offensivo (Fofana e Cipriani) e da quando è a Ferrara praticamente mai ha potuto contare sul cervello di questa squadra (Migliorini). Vittoria fondamentale che ridà equilibrio e serenità e porta la Spal a un passo dalla matematica permanenza in categoria. Se poi vincesse a Verona…
REGGIANA
Manfredini 6; D’Alessandro 6, Aya 5.5 (Esposito 6.5), Zini 6, Mei 6.5, Lanna 5.5; Maschio 5 (Maritato 6.5), Saverino 5.5, Viapiana 5; Alessi 6.5; Temelin 5 (Chinellato 5). All.: Mangone 5.