E sono due. Arriva la seconda sconfitta in campionato per la Spal in meno di una settimana. Dalla Fortis alla Lucchese interpretazioni di gara differenti con il medesimo risultato. La Spal, oggi, è a meno sei dalla vetta che vede proprio i rossoneri di Lucca guardare tutti dall’alto in basso, in attesa che Pistoiese e Mezzolara, che si affronteranno domenica prossima, oggi giochino rispettivamente contro Formigine e Tuttocuoio. Non c’è da far drammi, sia chiaro. Ci sono tante altre battaglie da qui alla fine del torneo e un gap con squadre meglio attrezzate, vedi Lucchese, sia dirigenza, sia lo staff tecnico l’avevano messo in preventivo e ripetuto più volte. Certo ti chiedi se sia un caso che le sconfitte, paradossalmente, siano arrivate quando sono tornati a disposizione gli attaccanti: non è colpa di Rocchi e Pignatta se la Spal ha perso contro Fortis e Lucchese, per carità, ma è sicuramente da rivedere, a nostro giudizio, questo gioco a una punta che a Ferrara lo si vede, tra le altre cose, puntuale ogni anno con gli stessi e scarsi risultati.
Il buon avvio di campionato aveva mascherato i limiti di questa squadra, che si sono invece presentati ma in maniera diversa e con avversari di differente spessore, in meno di sette giorni. Occorre prendere in prestito il pensiero espresso da capitan Marchini al termine dell’incontro per evitare allarmismi: “Non eravamo fenomeni quando vincevamo, non siamo dei brocchi adesso”. Ma al sette dei biancazzurri una tiratina di orecchie la vogliamo comunque dare. Siamo tutti d’accordo sugli arbitraggi discutibili contro Formigine (ma hai vinto), Rosignano (ma hai vinto) e Fortis (ma non hai perso per colpa del direttore di gara comunque): ma ieri? Non un tiro in porta in novantacinque minuti, il nulla con cinquantatré minuti passati in superiorità numerica. E si parla di arbitraggio discutibile. Non ce ne voglia il capitano ma ai nostri occhi non abbiamo visto nulla di clamoroso, ieri, se non una Spal confusa e disorganizzata che ha passato più tempo a lamentarsi rotolando per terra sistematicamente con l’atteggiamento di chi, questo campionato, sembra doverlo vincere per diritto divino. In D si corre, si lotta e ci si mette agonismo.
Ragionamento al quale si aggiungono l’ammissione e le speranze di mister Sassarini: “Non ammazzeremo il campionato, ma dobbiamo ancora recuperare le punte poi un filotto buono potrebbe riportarci sotto”. Idee e speranze pienamente condivisibili. Ma per evitare di perdere altro terreno dalle prime occorrerà inventarsi qualcosa in vista del match casalingo contro il Forcoli di domenica prossima, avversario sulla carta di certo non irresistibile. I tre punti si devono fare senza se e senza ma e in qualunque modo. Il calendario aiuta, c’è Pistoiese-Mezzolara (oltre a Massese-Lucchese) alle porte e qualcosina si rosicchierà, per forza di cose ad almeno una delle due in caso di vittoria contro i pisani. Poi arriverà la Bagnolese e anche lì, i tre punti, vanno fatti senza pensarci su due volte, prima di andare a Massa contro una Massese che sin qui ha deluso, è vero, ma che rappresenterà il secondo test esterno di un certo spessore: il prossimo appuntamento lontano da Ferrara non dovrà finire come ieri.
La sconfitta del Porta Elisa ha rimarcato alcune problematiche spalline. L’impegno e la grinta non sono mancati: nei primi minuti, sia Marchini, sia Braiati hanno azzannato i talloni avversari, purtroppo il gol ha smorzato gli entusiasmi che si sono ridestati in parte con il rosso (giustissimo) ad Aliboni. Marchini è l’ago della bilancia della manovra offensiva biancazzurra che lamenta alternative al capitano: se le avversarie riescono a prendere le distanze a lui, per la Spal, oggi, è dura. Dopo un paio di giocate iniziali Innocenti gli ha piazzato addosso una marcatura che gli ha lasciato pochissima libertà di manovra. L’assenza di un vero terminale offensivo finora era stata mascherata dalle incursioni aeree dei difensori, a Lucca annullati da una coppia di centrali altrettanto brava nel gioco aereo (Espeche e Carli hanno stravinto il duello con Nodari e Calistri) e dal movimento degli esterni offensivi come Paris e Piras, utilizzato, quest’ultimo, come centravanti atipico, nei pochi spazi lasciati liberi dagli avversari. Anche questa mossa però a Lucca è stata vanificata dalle distanze cortissime tra i reparti rossoneri, soprattutto in inferiorità numerica, quando giocare è diventato impossibile.
Serviva una giocata, un’accelerazione, un colpo d’attaccante d’area piccola per sfruttare l’enorme, ma lenta e prevedibile mole di gioco e la pressione che per oltre quaranta minuti Marchini e compagni hanno esercitato nella metà campo lucchese.
Oltre all’assenza di un centravanti in grado di sfondare le difese trincerate è necessario risolvere la questione degli under. Ieri a Lucca Pecchioli e Lima sugli esterni hanno mostrato qualità e personalità da vendere per essere due classe ’95, e anche in panca, escluso Nardi, i rossoneri avevano a disposizione solo ’94 e ’95. Senza addossare le colpe ai più giovani occorre trovare un rimedio. Shqypi ieri ha mostrato a tratti vivacità, ma finiva per rimbalzare più volte sui difensori avversari, ma anche i vari Rosati e Fiorini (due errori decisivi nelle ultime due partite diciamolo pure) non hanno certo brillato contro giocatori di pari età se non più giovani. Ci si aspetta qualcosa in più anche da Marcolini: il mediano i mezzi li ha, deve ritrovarsi per essere quell’elemento sul quale mister Sassarini può puntare a occhi chiusi. A Lucca, nel primo tempo, un paio di volte i toscani hanno perforato centralmente il campo per venti, trenta metri senza incontrare resistenza alcuna. Giocando così non arrivi primo mai, avessi l’organico più forte (che non hai) del girone. Domenica è già qui, ci si aspetta una pronta reazione. A prescindere da condizione e arbitraggi: se sei forte, lo sei davvero più di tutto e tutti. E’ ora di dimostrarlo. FORZA SPAL!