E così la trattativa tra la misteriosa cordata romana e l’attuale proprietà della Spal è tramontata. O forse è meglio dire che non è mai veramente sorta. Ieri sera l’avvocato Luca Poldaretti, legale del gruppo capitolino, ha fatto sapere che non ci sono i presupposti per proseguire nei colloqui: troppa la distanza tra domanda e offerta, non se ne fa nulla. Da una parte una proposta inferiore al mezzo milione di euro, dall’altra la volontà di non svendere la società, considerata molto più preziosa. Pare quindi che non vedremo più Vincent Candela a Ferrara, se non per ragioni legate al turismo.
Si chiude così una storia durata poco più di un mese, in cui i nomi sono usciti col contagocce e sono state più che altro le illazioni a farla da padrone. Il dato incontrovertibile è uno: Roberto Benasciutti non è disposto a cedere facilmente ed evidentemente ritiene di poter consolidare la base societaria con forze provenienti esclusivamente da Ferrara e dintorni. D’altronde il patron biancazzurro ha dimostrato fin dai giorni dei primi contatti con i rappresentanti della cordata romana una certa ritrosia non solo a parlare in pubblico del tema, ma anche a fare aperture significative nei confronti degli interlocutori. Un atteggiamento che sembra giustificare una certa tranquillità sul fronte gestionale, al netto di qualche scricchiolio. Quasi un messaggio non troppo cifrato volto a dire: no grazie, ce la possiamo fare con le nostre forze. La sensazione è che qualcosa stia comunque bollendo in pentola, una ricetta dal sapore più ferrarese che romano. D’altronde una Spal con Benasciutti unico finanziatore non sembra essere una prospettiva realistica sul lungo termine, né (almeno si presume) desiderabile dal diretto interessato, rimasto col cerino in mano in estate dopo le promesse al vento di Oreste Pelliccioni. A maggior ragione nel caso dovesse realizzarsi di il sogno di tornare tra i professionisti già in questa stagione, con un budget sensibilmente maggiorato rispetto a quello messo a disposizione nell’attuale stagione.
L’attuale proprietario spallino non manca mai di rimarcare come la Ferrara imprenditoriale possa realmente essere protagonista nel tenere la Spal in città, soprattutto attraverso gli sforzi del Consorzio, che proprio ieri ha presentato altre tre aziende partecipanti al progetto. Resta da vedere se le sottolineature sul tema di Benasciutti riguardino solo il sodalizio messo in piedi da Matteo Mazzoni oppure altre piste in grado di far entrare capitali sostanziosi di marca estense. Si è parlato per esempio di Ferrara Arte e del coinvolgimento di nomi di spicco della borghesia ferrarese. Per adesso nei corridoi le voci tacciono, ma chissà che qualcosa non possa emergere da qui al momento di pianificare la nuova stagione, a prescindere dalla categoria. D’altro canto lo stesso Mazzoni nel presentare i nuovi consorziati non ha risparmiato una frecciatina ai romani, ribadendo i margini di crescita del suo piano di coinvolgimento cittadino. In altre parole viene esibita in maniera palese la volontà di proseguire sul binario intrapreso da qualche mese a questa parte. Troppo fresco evidentemente il ricordo del recente tracollo estivo per potersi di nuovo affidare a volti non conosciuti. Si persegue il fine di una Spal autoctona insomma, come garanzia di genuinità e come meccanismo di difesa verso nuove delusioni. Per adesso resta il messaggio agli eventuali interessati provenienti dall’esterno della mura: Spal non in vendita, ce la possiamo fare da soli.