Gioca bene, gioca male, Lazzari in Nazionale? L’opinione di due ex in coda allo stage di Di Biagio

Lo stage della Nazionale dedicato ai giovani prospetti della serie A si è concluso mercoledì col 10-0 rifilato alla Primavera della Fiorentina. Per la SPAL erano presenti Meret e Grassi, che hanno giocato 45 a minuti a testa nelle due diverse versioni del 433 proposto dal ct ad interim Di Biagio. Una bella notizia per il club biancazzurro, anche se i due giocatori appartengono formalmente ad altre società. Alla vigilia di questo appuntamento c’era una piccola speranza di vedere Lazzari nella lista dei convocati, ma la chiamata di Di Biagio non è arrivata, nonostante un campionato decisamente positivo da parte dell’esterno spallino. Per capire quali possano essere le motivazioni, abbiamo interpellato due ex biancazzurri che la serie A l’hanno frequentata in due epoche diverse: Massimo Albiero e Davide Marchini.

Lazzari meritava di essere chiamato per quanto fatto in stagione, visto questo stage dedicato a giovani e giocatori di squadre medio-piccole?

Albiero: “Meritava sicuramente la convocazione, non solo per la crescita esponenziale che ha avuto negli ultimi tre anni, ma anche perché non è da meno rispetto agli altri ragazzi che sono stati convocati. Lazzari ha ancora grossi margini di miglioramento, ma fa parte di una squadra in corsa per la salvezza che ogni domenica incontra grandi difficoltà: anche dal punto di vista psicologico ha tenuto botta e meritava una chance”.

Marchini: “Lazzari sicuramente sta facendo un ottimo campionato e non ne sono meravigliato, però appartenere ad una società piccola come la SPAL sicuramente non gioca a suo favore. Mi spiego: Meret e Grassi, ad esempio, sono stati convocati e sono di proprietà di Udinese e Napoli, squadre sicuramente più blasonate e dietro a queste chiamate, oltre al valore indiscusso dei giocatori, può esserci anche un gioco di piaceri e poteri. Parlo di procuratori e valorizzazione del cartellino. Tutte cose già successe in passato. Non è giusto, ma in Italia funziona così. Non voglio sputare nel piatto in cui ho mangiato, ma non è tutto oro quel che luccica. Lazzari quindi deve stare sereno e continuare così fino a fine campionato”.

2) Ci sono limiti tecnici/tattici/caratteriali/di curriculum che gli precludono questa possibilità?

Albiero: “Una convocazione sarebbe stata giusta perché Lazzari, dato il suo ruolo, non ha caratteristiche preclusive: non è alto o forte di testa ma non fa il difensore centrale ed ogni volta che scende in campo va ai mille all’ora. Lui è bravo tra le due aree, deve migliorare nelle due componenti fondamentali, offensiva e difensiva: mentre nelle altre categorie puoi essere ‘bravino’ in entrambe le fasi, in Serie A ne devi giocare una in maniera determinante e se una volta arrivato in area la metti male o non riesci a chiudere poi l’azione diventa inutile”.

Marchini: “A livello generale non vedo grossi nomi in questo momento nel giro della Nazionale, quindi secondo me Lazzari ci poteva anche stare. Se non è stato chiamato è perché è della SPAL, la vedo solo in questa maniera, perché credo che abbia le caratteristiche per prendere parte ad uno stage, magari anche solo come premio per quel che sta dimostrando. Non dico che debba essere il titolare, ma si sta comunque mettendo in mostra con costanza. Ma lui deve solo pensare a lavorare, tutto il resto verrà rimandato a campionato finito”.

Davide Marchini

3) Visto che in autunno compirà 25 anni, Lazzari non è più un ragazzino: ha ancora margini di miglioramento o il giocatore sostanzialmente è questo?

Albiero: “Il ragazzo è in divenire perché per diventare un giocatore completo nel suo ruolo deve migliorare, specie in fase difensiva. Vedo la voglia e la volontà e per questo doveva essere premiato: è in continua evoluzione e ciò vuol dire che si mette in discussione. Lui è stato protagonista della scalata e quest’anno, che è arrivato il campionato vero, si è fatto trovare pronto: in Serie A si gioca a calcio, mentre in tutti gli altri campionati minori si gioca a pallone”.

Marchini: “Per me può crescere ancora, eccome. Nel calcio di adesso può tranquillamente stare in una rosa di metà classifica. Già le big non hanno più tanti campioni, quindi secondo me ha il tempo e il modo per farsi largo. L’importante è che la società lavori bene anche in sede di mercato, per fare in modo che da un suo eventuale addio ne guadagnino tutti, la SPAL ma soprattutto il ragazzo. In caso di cessione, poi, sicuramente il suo nome sarà ancor più d’attualità”.

4) Il passaggio in una squadra medio-grande può farlo crescere o rischia di essere uno dei tanti?

Albiero: “Certo che gli farebbe bene. Il grande vantaggio dei giocatori ‘normali’ è che quando vanno a giocare con quelli più bravi migliorano: fanno più fatica all’inizio, ma poi crescono tanto e se il ragazzo ha le capacità di mettersi ad osservare gli altri impara. E’ molto più difficile per un calciatore scendere di categoria e giocare in provincia perché il dispendio psicofisico è maggiore”.

Marchini: “Nel calcio non si può mai dire come andrà a finire. Quel che è certo è che sta facendo una stagione da matti alla SPAL e sicuramente in tanti lo osservano attentamente. Ma è chiaro che confermare il buon rendimento in una squadra di metà classifica crea tutta un’altra cassa di risonanza, è sempre stato così. A quel punto le sue giocate aumenterebbero di valore. Se ne vedono pochi di giocatori che stanno lottando per la salvezza convocati in Nazionale e se ci sono è perché intervengono altri fattori. Se il suo nome non è nella lista azzurra è anche perché viene data la precedenza a calciatori di squadre più potenti, bisogna sempre vedere cosa c’è dietro”.

Massimo Albiero

5) Il suo ruolo lo favorisce, visto il numero limitato di interpreti validi in Italia?

Albiero: “No, il suo ruolo lo penalizza perché se non sei bravo a fare la fase difensiva in Nazionale poi sei svantaggiato. Mi viene in mente Darmian, che non fa cose eccezionali ma ha riconosciuto bene i propri limiti e si è concentrato sulla fase difensiva, migliorando tanto: questo lo può fare anche Lazzari che è in un processo di maturazione. Ci vorrà del tempo, ma può riuscirci ed io sono fiducioso perché ci sono tutti i presupposti per fare bene”.

Marchini: “Credo di sì, in quella zona del campo non vedo grossi prospetti futuri. Ripeto: in estate dovrà essere brava la società a cederlo eventualmente ad una squadra che lo possa valorizzare nel modo migliore. Ne trarrebbe giovamento lui in primis, ma anche la SPAL per aver lanciato un giocatore futuribile, senza considerare il lato economico della questione”.

a cura di Costantino Felisatti e Giovanni Pozzati

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