ORE DI RIFLESSIONE IN CASA SPAL. NOTARISTEFANO A RISCHIO. CAGNI, MUTTI E VAVASSORI I PAPABILI

Si dice che la notte porti consiglio. Vedremo. Di certo in questo pomeriggio, in questa serata e fino a domattina, almeno, sono tante le riflessioni che si faranno nelle stanze segrete biancazzurre. L’aria che tira dentro il club di Butelli è pessima e non potrebbe essere altrimenti. La sconfitta, e soprattutto il secondo tempo (non) giocato oggi con tanto di comprensiva delusione e depressione del pubblico pagante, ha lasciato il segno. Al resto del quadro, desolante, ci pensa il recente ruolino di marcia e la classifica che, a prescindere da un incredibile Gubbio, dice che ora si gioca soltanto per i playoff e ci sarà pure da sudarseli. E allora è immaginabile che all’interno dell’Ars et Labor si stia analizzando la situazione per evitare di buttare una stagione ancora salvabile perché gli spareggi promozione erano e devono continuare a essere il traguardo finale.
La sensazione, e pure qualcosa di più, è che la triade Butelli-Bena-Pozzi decida entro domani se dare un’altra possibilità a Notaristefano – magari dopo aver parlato con lo stesso tecnico e con i senatori della squadra – da giocarsi nella bolgia di Pagani o se, invece, si cambierà subito la guida tecnica. Logico che comincino a girare i nomi dei possibili sostituti del tecnico attuale e, a questo proposito, è meglio fare chiarezza su alcune voci totalmente infondate circolate nelle ultime ore. Chi immagina di vedere gente come Cosmi sulla panchina spallina non sa quello che pensa o che dice. Parliamo di allenatori che hanno ancora offerte in serie A e in B e, non soltanto dal punto di vista economico, sono lontani anni luce dalla Prima Divisione. Follia pura anche solamente pensarci. Perché il blasone della Spal è indiscutibile ma la realtà e un’altra, purtroppo, e non da oggi.
Restano altri nomi e cognomi che, sempre se verrà cambiato l’allenatore, rispondono all’identikit che par di capire porti al cosiddetto sergente di ferro o comunque a un tecnico di carisma e fama capace di mettere la squadra di fronte alle proprie responsabilità che non sono certo poche. Ecco perché, dovendo “sparare” qualche nome, la nostra personale rosa dei papabili, porta a un trio, in rigoroso ordine alfabetico, composto da Cagni, Mutti e Vavassori. Difficile si possa uscire da queste possibilità. Tutto, se un tutto ci sarà, succederà domani. Prima, però, è necessario che tutte (tutte!) le parti in causa si assumano le proprie responsabilità perché sarebbe veramente troppo facile pensare che la crisi della Spal abbia un solo e unico artefice.  Che poi, nel calcio e non solo, alla fine ci rimetta soltanto l’allenatore della situazione è cosa nota anche se non buona e giusta. Attenzione, però, perché il clima di rassegnazione al quale si è assistito oggi necessita di sicuro di un’inversione di tendenza ma poi non ci saranno più altre possibilità, altri colpevoli, altre strade.  E un momento delicatissimo, insomma, e non si può sbagliare. La speranza è che si valuti tutto e, anche se senza renderlo noto, si capisca dove è nata questa indiscutibile crisi colorata di bianco e di azzurro. Altrimenti cambiare per cambiare servirà a nulla e un uomo nuovo sulla panchina, a parte il fatto di accontentare la piazza, diventerà l’ennesimo, inutile sacrificio.

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